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Anche qui si ritrova il tema della memoria<br />
legato alle atrocità della guerra,<br />
anche se si parla di una guerra meno<br />
conosciuta. Come evocato in precedenza,<br />
il rapporto tra il male e l’indifferenza,<br />
che accompagna la continua azione dell’oblio,<br />
persiste sulle crudeltà commesse.<br />
Tuttavia, qui la «metamorfosi» del<br />
carnefice è sottoposta al giudizio morale<br />
del protagonista. Nel disordine delle esistenze<br />
del nostro tempo, il carnefice è<br />
schiacciato dal peso del suo passato.<br />
Ma nello Scontro quotidiano un altro<br />
tipo di memoria prende il sopravvento,<br />
essa è più incentrata sulla dinamica<br />
delle trasformazioni sociali – soprattutto<br />
in relazione ai processi organizzativi della<br />
produzione – tipiche del nostro presente.<br />
Una memoria filtrata dallo sguardo<br />
di Marco, il protagonista, che appartiene<br />
alla generazione dei figli di quegli<br />
operai che hanno passato la loro vita in<br />
fabbrica. È la sua quotidianità, la sua<br />
costante ricerca di un senso esistenziale,<br />
i suoi rapporti umani, che fanno diventare<br />
le cose altre, gettandole in movimento<br />
insieme al riscatto personale, che<br />
diventa così riscatto di una generazione<br />
che si doppia in una non più-identità, ap -<br />
parentemente lontana: quella dei propri<br />
padri.<br />
Il realismo di Marco, il suo senso dell’umorismo,<br />
le sue problematicità, tipiche<br />
delle generazioni di oggi, il suo rapporto<br />
con le donne, con il fratello, la psicoanalisi<br />
– «probabilmente la psicoanalisi<br />
mi ha portato a questo… Se si smette<br />
FUOR ASSE 36 Fumetto d’Autore