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ealistico ad oltranza in una satira feroce<br />
della corrotta Russia, della sua tumefatta<br />
burocrazia. L’opera di Gogol<br />
è stata musicata da un giovanissimo<br />
Dmitrij Šostakovič nel 1930 con clangori<br />
di dissonanze e sordi fracassi da sardana<br />
infernale, e Kentridge ha creato<br />
la scenografia dell’opera per la sua rappresentazione<br />
nel 2010 al Metropolitan<br />
di New York, preceduta dalla serie dei<br />
Nose Tapestries esposti nel 2009 a Napoli<br />
nel Museo Capodimonte, all’interno<br />
di Streets of the city, la rassegna monografica<br />
di arazzi dedicata all’artista sudafricano.<br />
Come si sa la storia si ripete<br />
sempre in parodia e Napoli, la città che<br />
forse unisce meglio tragedia e farsa, è<br />
il preciso punto di intersezione fra Gogol,<br />
che aveva raggiunto la città partenopea<br />
nel 1848, e Kentridge chiamato<br />
dal Museo di Capodimonte e dalla galledal<br />
Museo di Capodimonte e dalla gallerista<br />
Lia Rumma. Le creazioni dell’artista<br />
sudafricano sono state esposte nella<br />
sala dei grandi Arazzi di Avalos, narrazioni<br />
sublimi, celebrative e propagandistiche<br />
dell’imperial vittoria di Carlo V<br />
nel 1525 su Francesco I, il re di Francia.<br />
Al loro posto, durante la mostra ecco<br />
farsi avanti a parodiare l’alto senso della<br />
Storia, il naso equestre dell’ispettore Kovaliov,<br />
più impertinente dell’allungata<br />
proboscide di Pinocchio, a cavalcioni sul<br />
brocco cervantino dall’altisonante nome<br />
di Ronzinante, formato da un collage<br />
di brandelli che richiamano le forme<br />
costruttiviste di El Lissitzky (un’avanguardia<br />
sicuramente finita male). Ronzinante<br />
scalcia e la protuberanza elefantina<br />
si mette in una sfasciata e ridicola<br />
posa imitando l’impennata del Napoleone<br />
di David o si produce nell’imperativa<br />
alzata di braccio della statua di Lenin.<br />
Si è difronte a uno dei moderni antesignani<br />
dell’impossibile, afferma in catalogo<br />
Lia Rumma. «Dando forma alle ombre<br />
di queste antieroiche figure equestri,<br />
mostrandole sullo sfondo di inattuali<br />
mappe geografiche» prosegue la gallerista,<br />
«Kentridge continua così a creare<br />
delle immagini in cui le realtà della storia<br />
si piegano in tempo curvilineo e<br />
FUOR ASSE<br />
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Riflessi Metropolitani