Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
torinese, dopo il suo doppio di Ali<br />
Ghiero, si sdoppia in quattro e si fa<br />
gemello di sé stesso? Nasce il duo Alighiero<br />
e Boetti, lui e l’altro sigleranno le<br />
“loro” opere dal 1972. L’uomo Alighiero<br />
smentirà il suo correlativo iconico, cioè<br />
l’artista Boetti? O i percorsi delle loro<br />
vite si scambieranno in un borgesiano<br />
“giardino dei sentieri che si biforcano”?<br />
I due Doppelgänger si duplicano tenendosi<br />
per mano in cartoline postali che<br />
spediscono agli amici da posti immaginari<br />
(forse dall’isola di Atlantide?). Nel<br />
frattempo Alighiero o forse Boetti si sottraggono<br />
completamente al loro ruolo di<br />
artefici d’arte: «Il lavoro della Mappa ricamata<br />
è per me il massimo della bellezza.<br />
Per quel lavoro io non ho fatto niente,<br />
non ho scelto niente, nel senso che: il<br />
mondo è fatto com’è e non l’ho disegnato<br />
io, le bandiere sono quelle che sono e<br />
non le ho disegnate io, insomma non<br />
ho fatto niente assolutamente: quando<br />
emerge l’idea base, il concetto, tutto il<br />
resto non conta».<br />
L’artista Boetti è come il Cavaliere<br />
inesistente di Calvino: ha il piacere dell’inconsistenza<br />
che gioca con il filo delle<br />
favole, incanta come un grande affabulatore<br />
che crea le sue magie dal nulla,<br />
un po’ di fili ricamati da altri; bandierine<br />
e mappe ritagliati da vecchi atlanti, reliquie<br />
irrilevanti abbandonate e combina<br />
questi materiali poveri, poi… «Si abbandona<br />
a proliferazioni di matrici uniche:<br />
a variazioni sul tema – scrive Vincenzo<br />
Trione in un articolo sul «Correre della<br />
Sera» del 7 dicembre 2011. Vuole scorgere<br />
analogie, corrispondenze, interferenze,<br />
instabili equilibri, collisioni circolari,<br />
per portarsi oltre le opacità del quotidiano.<br />
Pensa l’opera come un meccanismo<br />
che deve funzionare. La sua è<br />
un’ars combinatoria densa di assonanze<br />
con gli azzardi letterari di Calvino e di<br />
Perec. Le immagini si collegano tra loro,<br />
preludendo a significati ulteriori».<br />
©Alighiero e Boetti, Gemelli, 1968 Cartolina postale,<br />
14,5 x 10,5 cm. Colleziona privata.<br />
Alla domanda «Qual è l’aspetto magico<br />
del tuo lavoro?». La risposta di Boetti è<br />
stata: «Le felici coincidenze. Le cose se<br />
non sono segrete s’annacquano».<br />
«Boetti lanciava le sue mappe come<br />
le maglie di una rete per una globalizzazione<br />
o mondializzazione» ricorda Hans<br />
Ulrich Obrist, uno dei critici più influenti<br />
nel mondo dell’arte, nel suo intervento<br />
su Classifying: The Thousand Longest<br />
Rivers in the World. Obrist è ancora un<br />
ragazzotto alle prime armi quando conosce<br />
l’artista a Roma, e rimane strangolato<br />
da quella urgenza di agire che bruciava<br />
in Boetti. Alighiero lo pungola a non<br />
essere uno svizzero noioso e il futuro<br />
critico scorge nell’arte di Boetti quella<br />
propulsione a migliorare il mondo con<br />
un’arte meno occidentale-centrica. Vede<br />
come Boetti lo faccia con questi suoi<br />
FUOR ASSE<br />
73<br />
Riflessi Metropolitani