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Tecnologie Alimentari 5 Giugno e Luglio 2018

Tecnologie Alimentari da oltre 20 anni è una testata di riferimento per manager, tecnologi dell’industria alimentare ed imprenditori che operano nel settore.

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sicurezza<br />

denziare comunque gli allergeni.<br />

Infine anche per gli alimenti non<br />

preconfezionati occorre rendere<br />

chiaramente visibili gli allergeni in<br />

forma scritta.<br />

Sono quattordici le sostanze che,<br />

considerate potenziali fattori scatenanti,<br />

devono essere sempre<br />

inclusi nell’elenco degli ingredienti:<br />

cereali contenenti glutine (per<br />

esempio grano, segale), latte e latticini,<br />

uova, frutta a guscio e frutta<br />

secca (come mandorle, nocciole e<br />

pistacchi), sedano, senape, sesamo<br />

e lupini e tutti i prodotti contenenti<br />

questi alimenti.<br />

In Italia, all’avanguardia sotto<br />

questo punto di vista, esiste un<br />

laboratorio specializzato, pH, di<br />

proprietà di TÜV Italia - Gruppo<br />

TÜV SÜD, specializzato nella salvaguardia<br />

della sicurezza in ambito<br />

food, food contact e ambientale.<br />

I Laboratori pH dispongono di un<br />

reparto biomolecolare che adotta<br />

metodi analitici accreditati da<br />

Accredia nella ricerca degli allergeni<br />

eseguita sulla base di una lista in<br />

continuo sviluppo e aggiornamento,<br />

che comprende anche ulteriori<br />

allergeni rispetto ai quattordici<br />

individuati dalla normativa. Inoltre<br />

i Laboratori pH sono riconosciuti<br />

dall’AiC (Associazione Italiana<br />

Celiachia) per effettuare test su<br />

prodotti per celiaci.<br />

“La ricerca degli allergeni” – afferma<br />

Elena Ciofi, Service Line Food<br />

Manager di TÜV Italia, Laboratori<br />

pH – “necessita di metodi affidabili<br />

per individuarli e quantificarli,<br />

al fine di garantire la sicurezza e<br />

la qualità dei prodotti alimentari e<br />

dei processi produttivi. Il nostro laboratorio<br />

fornisce servizi di testing<br />

qualitativi e quantitativi utilizzando<br />

tecnologie all’avanguardia quali<br />

PCR ed Elisa”.<br />

Elisa è il test specifico, che presenta<br />

un’elevata sensibilità e rapidità;<br />

tuttavia può essere soggetto a<br />

falsi negativi nel caso dei trattamenti<br />

termici o enzimatici a cui gli<br />

La normativa<br />

Il Regolamento Europeo 1169/2011 stabilisce che<br />

gli ingredienti o coadiuvanti che provochino allergie<br />

devono figurare nell’elenco degli ingredienti<br />

con un riferimento chiaro alla denominazione<br />

della sostanza definita come allergene.<br />

Inoltre, l’allergene deve essere evidenziato<br />

attraverso un tipo di carattere chiaramente distinto<br />

dagli altri, per dimensioni, stile o colore di sfondo.<br />

Per i prodotti alimentari non preimballati,<br />

venduti al dettaglio e nei punti di ristoro collettivo,<br />

occorre riportare le indicazioni sugli ingredienti<br />

allergenici.<br />

alimenti possono essere sottoposti<br />

o falsi positivi a causa degli anticorpi<br />

utilizzati nei test. La tecnologia<br />

PCR Real-time (qPCR) permette di<br />

misurare, in tempo reale, sequenze<br />

di DNA presenti anche in minime<br />

quantità all’interno di un alimento,<br />

riducendo notevolmente il problema<br />

dei falsi negativi e falsi positivi<br />

rispetto all’Elisa, dato che amplifica<br />

sequenze specie-specifiche<br />

presenti solo in quel tipo d’ingrediente<br />

ricercato.<br />

In Italia sarebbero<br />

305.000 gli allergici<br />

al latte (un milione<br />

gli intolleranti al<br />

lattosio) e 600.000<br />

gli allergici al glutine<br />

(3 milioni<br />

gli intolleranti)<br />

“La rilevazione e la quantificazione<br />

degli allergeni” – spiega<br />

Monica Filippini, Life Science<br />

Manager di TÜV Italia, Laboratori<br />

pH – “può avvenire in due modi:<br />

ricercando direttamente la proteina<br />

allergizzante con la tecnica<br />

Elisa o indirettamente tramite<br />

PCR (Polymerase Chain Reaction)<br />

Real Time, che rileva la presenza<br />

di DNA dell’alimento allergizzante.<br />

L’uso alternativo o combinato<br />

di queste due tecniche può dipendere<br />

anche dal tipo di allergene<br />

da analizzare, o dal risultato che<br />

si vuole ottenere”.<br />

Quando in etichetta viene indicata<br />

la frase di avviso “Contiene<br />

tracce di...” o “Può contenere<br />

tracce di...” ci si riferisce alla<br />

eventuale presenza involontaria<br />

di un allergene, la cui inclusione<br />

può verificarsi durante la produzione<br />

e che può essere presente<br />

in tracce (quantità tra il limite di rilevazione<br />

e alcuni milligrammi per<br />

chilogrammo). Ad esempio, una<br />

fabbrica di cioccolato che produce<br />

due tipi di cioccolato, con e senza<br />

frutta a guscio, dove la “contaminazione”<br />

del cioccolato senza frutta<br />

a guscio non può essere esclusa<br />

al 100%. Il produttore, segnalando<br />

preventivamente il fatto tramite<br />

questa dicitura, si tutela informando<br />

prontamente i consumatori.<br />

Come le allergie, anche le intolleranze<br />

alimentari sono notevolmente<br />

diffuse e possono comportare<br />

disturbi non gravi ma fastidiosi.<br />

Nell’ambito delle sue procedure di<br />

certificazione, il Gruppo TÜV SÜD<br />

effettua valutazioni in base a standard<br />

riconosciuti di sicurezza alimentare<br />

(come l’International<br />

Food Standard, FSSC 22000), verificando<br />

che le aziende implementino<br />

le misure necessarie per evitare<br />

la contaminazione da allergeni<br />

e che gestiscano correttamente<br />

l’identificazione di ingredienti allergenici<br />

e l’etichettatura degli allergeni.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2018</strong><br />

www.interprogettied.com<br />

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