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Tecnologie Alimentari 5 Giugno e Luglio 2018

Tecnologie Alimentari da oltre 20 anni è una testata di riferimento per manager, tecnologi dell’industria alimentare ed imprenditori che operano nel settore.

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packaging<br />

plastica entro il 2030: un altro aspetto<br />

che spinge le aziende a ricercare<br />

nuovi materiali e lavorazioni per essere<br />

competitive e allo stesso tempo<br />

sostenibili.<br />

I MATERIALI<br />

Quali sono i materiali più utilizzati, e i<br />

macchinari che trovano più frequente<br />

impiego, nel settore del packaging<br />

alimentare in plastica?<br />

Come accennato in precedenza,<br />

le pellicole polimeriche utilizzate in<br />

ambito alimentare hanno lo scopo di<br />

costituire una barriera tra l’alimento<br />

e gli agenti esterni come lo sporco,<br />

i batteri e le sostanze nocive, siano<br />

esse sia in forma liquida sia gassosa.<br />

Il mercato delle materie plastiche per<br />

il packaging alimentare è dominato<br />

da due polimeri: il polietilene (PE) e il<br />

polipropilene (PP). Un recente studio<br />

sui trend di mercato relativi al 2017,<br />

pubblicato da Smithers Pira, authority<br />

mondiale del settore packaging, stima<br />

l’utilizzo annuo dei due materiali<br />

in 4,7 milioni di tonnellate per il PP e<br />

4,8 milioni per il PE.<br />

La figura 1 mostra un tipico diagramma<br />

tensione - deformazione per tali<br />

materiali.<br />

Tale caratteristica è alla base del crescente<br />

impiego di tali materiali nei<br />

processi di imbottigliamento e inscatolamento.<br />

Un’altra esigenza alla base dell’utilizzo<br />

del packaging flessibile è determinata<br />

dalla necessaria coesistenza dei<br />

requisiti di biodegradabilità, sostenibilità<br />

e riciclabilità.<br />

Il polipropilene è uno dei materiali<br />

impiegati nel packaging alimentare di<br />

maggior diffusione. È economico, in<br />

quanto è caratterizzato da una bassa<br />

densità. Sta inoltre efficacemente sostituendo<br />

materiali come il polietilene,<br />

il cloruro di polivinile, il poliestere e il<br />

cellophane (idrato di cellulosa). Risulta<br />

quindi interessante confrontare le caratteristiche<br />

meccaniche dei fogli in<br />

PP ad orientamento monoassiale con<br />

quelli a orientamento biassiale.<br />

I requisiti meccanici del packaging<br />

flessibile prevedono, per il polietilene,<br />

il ricorso a strutture multistrato, al<br />

fine di realizzare involucri in composito<br />

capaci di far fronte alle esigenze<br />

funzionali, protettive e di presentazione<br />

del prodotto.<br />

Le tipologie di PE maggiormente in<br />

uso nel settore del packaging flessibile<br />

alimentare sono PET, HDPE e LDPE.<br />

Figura 1<br />

Figura 2<br />

Figura 1 -<br />

Diagramma σ - ε<br />

tipico dei polimeri<br />

termoplastici per uso<br />

alimentare<br />

Figura 2 -<br />

Funzionamento di un<br />

riempitore a pistone<br />

Figura 3 - Funzionamento di un riempitore a diaframma<br />

LE MACCHINE<br />

Per le industrie alimentari moderne,<br />

il packaging rappresenta il fattore<br />

fondamentale che ne caratterizza sia<br />

le modalità di produzione che i tassi<br />

di produttività. Di seguito si passano<br />

in rassegna le principali tipologie di<br />

macchinario che compongono una<br />

tipica linea di packaging.<br />

Il riempitore costituisce, di solito,<br />

la macchina più importante all’interno<br />

di una linea di packaging alimentare.<br />

Questa macchina svolge<br />

due funzioni critiche: misura una<br />

determinata quantità di prodotto;<br />

posiziona la quantità di prodotto<br />

misurata nella confezione. I riempitori<br />

volumetrici possono essere del<br />

tipo a pistone, a diaframma, a flusso<br />

temporizzato e a coclea. I riempitori<br />

a pistone misurano e distribuiscono<br />

il prodotto tramite l’azione di un pistone<br />

singolo, come mostrato nella<br />

figura 2.<br />

I riempitori a diaframma sono molto<br />

simili a quelli a pistone. Il vantaggio<br />

nell’utilizzo di tali riempitori è dato<br />

dalla presenza di un diaframma che<br />

può essere distorto per consentire<br />

la misurazione di diverse quantità di<br />

prodotto, senza procedere alla sostituzione<br />

della camera di misurazione,<br />

come richiesto nei riempitori a pistone.<br />

Lo schema di un riempitore a diaframma<br />

è mostrato nella figura 3.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2018</strong><br />

www.interprogettied.com<br />

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