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BIOLOGIA DEL PALAZZO<br />
© MikeDotta/www.shutterstock.com<br />
Autostrade, Alitalia, ex <strong>Il</strong>va: torna lo Stato gestore<br />
Si torna alle partecipazioni statali. I costi e i risultati delle proprietà pubbliche<br />
Siamo al ritorno in grande stile dello Stato gestore? <strong>Il</strong> Senato<br />
ha approvato la mozione di maggioranza su Autostrade<br />
che approva “l’uscita di Atlantia in favore di Cassa Depositi<br />
e Prestiti e impegna il governo a chiarire le tempistiche<br />
della transazione, “fermo restando la risoluzione unilaterale della<br />
convenzione con Aspi in caso di mancato completamento dell’accordo<br />
transattivo”. Via libera dunque alla nazionalizzazione di<br />
Aspi, con l’opposizione che ha parlato esplicitamente di “deriva<br />
venezuelana” e di un’operazione contraria all’interesse pubblico,<br />
visto che rischia di allontanare gli investitori stranieri, con un altro<br />
colpo alla credibilità del Paese dopo lo scudo penale negato<br />
per <strong>Il</strong>va ad Arcelor Mittal.<br />
Le zone d’ombra in effetti restano molte: non sappiamo quale<br />
sarà il costo di acquisto della maggioranza delle azioni ora in capo<br />
alla famiglia Benetton, e inoltre si sono persi due lunghi anni per la<br />
revoca della concessione, un’incertezza che ha pesato sul titolo in<br />
Borsa penalizzando soprattutto i piccoli azionisti.<br />
Certo, la concessione prevedeva clausole troppo favorevoli ai<br />
Benetton, ma è lecito chiedersi se, al di là della vicenda Autostrade,<br />
la restaurazione dello Stato<br />
padrone e tendenzialmente<br />
monopolista in campo economico<br />
sia quella giusta. La logica<br />
statalista ha infatti creato<br />
nel tempo una selva di imprese<br />
decotte, che in nome dell’interesse<br />
pubblico hanno accumulato<br />
perdite miliardarie, accrescendo<br />
così il debito ripagato<br />
in tasse dai contribuenti.<br />
Per non parlare delle diecimila<br />
aziende controllate o<br />
partecipate da Stato ed enti locali,<br />
che sono servite a moltiplicare i consigli d’amministrazione in<br />
cui sistemare in modo clientelare il sottobosco <strong>dei</strong> partiti. Ecco: con<br />
Autostrade, Alitalia ed <strong>Il</strong>va il governo sta riportando l’Italia all’epoca<br />
delle partecipazioni statali, ma basterebbe un breve ripasso degli<br />
ultimi cinquant’anni per scoprire che la proprietà pubblica ha sempre<br />
generato inefficienze ed extracosti. <strong>Il</strong> ministro Patuanelli, ad<br />
esempio, sostiene che è stato un errore privatizzare l’acciaio, e che<br />
solo l’intervento pubblico riuscirà a garantire insieme produzione<br />
e tutela ambientale. Ma fu proprio la gestione Italsider all’origine<br />
dell’inquinamento ambientale nell’area di Taranto di cui stiamo ancora<br />
pagando le conseguenze.<br />
Per non parlare di Alitalia: il piano presentato all’Antitrust<br />
europeo prevedrebbe infatti una compagnia con 70 aerei e 4mila<br />
esuberi, in linea con le analisi di mercato che prevedono una forte<br />
riduzione del traffico aereo almeno fino al 2022. Ma il governo ha<br />
subito smentito: sì alla riduzione degli aerei, ma niente esuberi. Su<br />
quali basi, però, si potrà reggere questo improbabile e improvvisato<br />
piano industriale? La risposta è una sola: con un’altra immissione<br />
di denaro pubblico a spese, ancora una volta, <strong>dei</strong> contribuenti. La<br />
conclusione non è confortante:<br />
ipotizzare che dove lo Stato ha<br />
fallito da controllore, funzioni<br />
invece da imprenditore è infatti<br />
un’equazione che non può<br />
reggere. La strada imboccata<br />
però è esattamente quella, visto<br />
che lo Stato è appena entrato<br />
anche nella moda con il<br />
salvataggio del marchio Corneliani,<br />
e si appresta alla stessa<br />
soluzione per risolvere la crisi<br />
Embraco, per cui s’invoca l’intervento<br />
di Invitalia. (R. M.).<br />
28 <strong>Il</strong> <strong>Giornale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Biologi</strong> | Luglio/agosto 2020