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SALUTE<br />
È<br />
da tempo ormai considerato il “secondo<br />
cervello” dell’organismo<br />
umano, in grado di influenzare persino<br />
umore e psiche. È l’intestino,<br />
popolato dal microbioma, una complessa<br />
raccolta di microbi che costituisce un indicatore<br />
primario della salute: ed è da qui che ha<br />
origine uno strumento diagnostico innovativo<br />
che un team di ricercatori del Salk Institute<br />
e della University of California San Diego<br />
ha creato per individuare in modo rapido ed<br />
economico alcune tra le più gravi malattie al<br />
fegato come fibrosi e cirrosi. Una scoperta<br />
dalle potenzialità enormi, se si tiene conto<br />
che la malattia epatica cronica colpisce circa<br />
844 milioni di persone (dati dell’Organizzazione<br />
Mondiale della Sanità), rappresentando<br />
una delle principali cause di mortalità in<br />
Australia, Regno Unito e Stati Uniti.<br />
Lo strumento individuato in California,<br />
basato proprio sul microbioma, potrebbe<br />
rappresentare una vera svolta che, con l’accuratezza<br />
<strong>dei</strong> migliori medici, identifica in<br />
modo rapido ed economico fibrosi e cirrosi<br />
nel 90% <strong>dei</strong> casi. <strong>Il</strong> metodo, progettato a<br />
monte come non invasivo, si basa su un algoritmo<br />
che analizza i campioni di feci <strong>dei</strong><br />
pazienti - che contengono tracce di ciò che<br />
vive nell’intestino - e potrebbe portare a un<br />
miglioramento delle cure e <strong>dei</strong> loro risultati.<br />
«<strong>Il</strong> microbioma è un rilevatore vivente<br />
dinamico di piccoli cambiamenti nella salute<br />
e nelle malattie del corpo e, in quanto tale,<br />
fornisce una lettura accurata della salute – ha<br />
spiegato il professor Ronald Evans, autore<br />
della ricerca (pubblicata sulla rivista Cell Metabolism)<br />
e membro della March of Dimes,<br />
organizzazione non profit che lavora per migliorare<br />
la salute di mamme e bambini -. Poiché<br />
questa diagnostica è veloce e a basso costo,<br />
potrebbe essere ampiamente utilizzata,<br />
soprattutto nelle molte aree in cui mancano<br />
cliniche e medici specializzati. In poche parole,<br />
potrebbe essere un vero punto di svolta,<br />
con implicazioni a livello mondiale».<br />
MALATTIE DEL FEGATO<br />
DIAGNOSI ATTRAVERSO<br />
IL MICROBIOMA<br />
Dalla California uno studio che parte<br />
dall’intestino per individuare<br />
i pazienti a rischio<br />
La steatosi epatica non alcolica (Nonalcoholic<br />
Fatty Liver Disease, in sigla<br />
NAFLD) è la principale causa di malattia<br />
epatica cronica a livello globale e può progredire<br />
fino a sfociare in fibrosi epatica,<br />
cirrosi e potenzialmente cancro, poiché il<br />
fegato inizia a subire<br />
cicatrici e morte cellulare.<br />
Ma, al momento,<br />
mancano strumenti<br />
diagnostici per la fibrosi<br />
epatica e la cirrosi.<br />
Le biopsie sono<br />
invasive e può accadere<br />
che non riescano<br />
a individuare con precisione le regioni<br />
danneggiate; le risonanze magnetiche sono<br />
costose e spesso non sono disponibili nelle<br />
aree rurali. Per affrontare queste sfide, il<br />
team di ricerca ha esplorato il microbioma<br />
come strumento per soddisfare l’urgente<br />
necessità di un nuovo test per identificare i<br />
pazienti a rischio.<br />
Ne sono affetti 844 milioni di<br />
individui e rappresentano le<br />
principali cause di morte in<br />
Australia, Regno Unito e Usa<br />
«Abbiamo cercato di sviluppare un test<br />
universale e non invasivo per la fibrosi epatica<br />
e la cirrosi basato sulla “firma batterica”<br />
della malattia», afferma Michael Downes,<br />
scienziato senior del Salk Institute e coautore<br />
dello studio. In collaborazione con gli scienziati<br />
del Dipartimento<br />
di Medicina della UC<br />
San Diego, il team ha<br />
ottimizzato un metodo<br />
computazionale chiamato<br />
machine learning<br />
per scoprire la firma<br />
di malattie complesse<br />
basata su 19 specie<br />
batteriche presenti nei campioni di feci di un<br />
gruppo di pazienti. La firma è composta dalle<br />
diverse quantità di batteri, che creano un’impronta<br />
digitale universale per identificare la<br />
fibrosi epatica e la cirrosi. Lo studio ha incluso<br />
163 campioni clinici di familiari sia sani sia<br />
malati per identificare variabili indicative di<br />
malattia epatica.<br />
36 <strong>Il</strong> <strong>Giornale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Biologi</strong> | Luglio/agosto 2020