SALUTE © ustas7777777/www.shutterstock.com Un monoclonale per la sindrome di Clouston Può manifestarsi in ogni gruppo etnico, ma predilige quello caucasico di Pasquale Santilio La sindrome di Clouston, conosciuta anche come displasia ectodermica idrotica, non è esattamente una singola malattia, bensì un insieme di problematiche generate da anomalie strutturali dell’ectoderma. Attualmente si contano oltre 150 tipologie e venne descritta per la prima volta nella popolazione franco- canadese. Poiché si tratta di una patologia ereditaria, la sindrome di Clouston viene trasmessa come carattere autosomico dominante; tuttavia, la sua espressione è abbastanza variabile anche tra soggetti del medesimo nucleo familiare che ne sono affetti. Pertanto, come è facile immaginare, questo aspetto incide sulla sua individuazione e, spesso, la malattia è sottodiagnosticata. La sindrome di Clouston è causata da una mutazione del gene GJB6 (13q 12) che codifica per la connessina 30 (Cx30). Le connessine sono glicoproteine transmembrana, che si associano in gruppi di 6 a formare un emicanale che prende rapporto con l’emicanale della cellula adiacente, formando in tal modo una struttura denominata connessone. Quest’ultimo presenta un poro centrale per il passaggio selezionato di sostanze tra le cellule, il quale si apre in seguito a rotazione in senso orario delle subunità. L’alterazione provoca un cambiamento <strong>dei</strong> blocchi costitutivi di singole proteine, gli amminoacidi, nella Cx30. Nonostante gli effetti di queste mutazioni non siano stati ancora pienamente compresi, è noto che essi portano ad anomalie nella crescita, nella divisione e nella maturazione delle cellule nei follicoli piliferi, nelle unghie e nella pelle. Cosa caratterizza la sindrome di Clouston? Una triade clinica, in cui distinguiamo la distrofia delle unghie, alopecia e ipercheratosi palmo-plantare. I soggetti affetti da DE presentano spesso anomalie <strong>dei</strong> follicoli piliferi e, pertanto, i peli appaiono Non è una singola malattia, ma un insieme di problematiche generate da anomalie dell’ectoderma esili, radi e di colore molto chiaro. I capelli, che possono essere molto fragili, ricci o anche annodati, crescono molto lentamente. Se sono, invece, le unghie ad essere interessate, esse si riconoscono per la forma anomala e la fragilità. Sulla pelle, in particolare sopra le articolazioni, si evidenzia una pigmentazione rossa o marrone. Talvolta, sulla pianta del piede o sul dorso della mano compaiono eruzioni ed infezioni. Coloro i quali sono affetti da questa patologia, spesso presentano tipici tratti somatici cranio- facciali quali la fronte prominente e il mento più lungo e pronunciato. Un recente studio dell’Istituto di biochimica e biologia cellulare del Consiglio nazionale delle ricerche di Monterotondo, coordinato da Fabio Mammano e co- finanziato dalla Fondazione Telethon, ha permesso di individuare un anticorpo monoclonale, denominato abEC1.1, che legandosi ad una proteina chiamata connessina 30 (Cx30), è in grado di ripristinare il normale funzionamento in presenza di mutazioni che causano la sindrome di Clouston. I risultati della ricerca, svolta in collaborazione con il Dipartimento di fisica e astronomia “G. Galilei” dell’Università di Padova e lo Shanghai Institute for Advanced Immunochemical Studies della ShanghaiTech University, sono stati pubblicati su EBioMedicine, del gruppo Lancet. Fabio Mammano ha spiegato: «Le mutazioni del gene GJB6 che causano la sindrome cambiano i blocchi costitutivi di singole proteine, gli amminoacidi, nella Cx30. Sebbene gli effetti di queste mutazioni non siano completamente compresi, determinano anomalie nella crescita, divisione e maturazione delle cellule nei follicoli piliferi, unghie e pelle. Al momento non esiste un trattamento per la malattia, ma gli studi condotti dal Cnr- Ibbc con l’anticorpo monoclonale abEC1.1 indicano che il trattamento, sia topico che sistemico, è in grado di ripristinare la normale omeostasi nei tessuti della pelle affetti dalle mutazioni di Cx30 che causano la sindrome di Clouston». 44 <strong>Il</strong> <strong>Giornale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Biologi</strong> | Luglio/agosto 2020
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