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SALUTE<br />
luppo degli steroidi anabolizzanti negli Stati<br />
Uniti e al loro uso incentivato nelle truppe<br />
tedesche per incrementarne l’aggressività e<br />
resistenza muscolare<br />
durante la seconda<br />
I biologi possono sostenere<br />
gli atleti nel percorso<br />
di crescita, correggendo<br />
i loro regimi alimentari<br />
© Love solutions/www.shutterstock.com<br />
guerra mondiale. <strong>Il</strong><br />
loro primo uso nello<br />
sport però lo si ritrova<br />
ufficialmente su di un<br />
gruppo di atlete della<br />
Germania dell’est e<br />
della Russia degli anni<br />
sessanta proprio allo<br />
scopo di incrementarne la forza e il peso<br />
corporeo e averne un vantaggio sportivo. Da<br />
li il passo anche se graduale è stato breve.<br />
Sono state sviluppate sempre più molecole<br />
da utilizzare in numerose patologie debilitanti<br />
o nel periodo menopausale o durante<br />
alcune terapie post chirurgiche o tumorali.<br />
Aumentando la loro efficacia aumentava<br />
anche però l’interesse<br />
da parte di<br />
preparatori e atletici<br />
desiderosi di incrementare<br />
la propria forza<br />
e diventare i numeri<br />
uno nello sport, spesso<br />
a qualunque costo<br />
sia economico che di<br />
salute. Parallelamente<br />
alla corsa che c’è stata nella ricerca di una<br />
ottimizzazione molecolare, c’è stata una<br />
corsa a trovare metodi di rilevazione sempre<br />
più precisi per poter contrastare il doping<br />
con test mirati volti a limitarne il loro utilizzo<br />
alterando la prestazione artificialmente.<br />
Non si capisce bene la strada da percorrere<br />
poiché se a livello professionale la richiesta<br />
di performance esclusive spinte da un forte<br />
interesse economico porta a cercare un miglioramento<br />
sempre e il più veloce possibile,<br />
dall’altro si è sviluppato assieme all’uso professionale<br />
anche un sempre più dilagante<br />
uso amatoriale che vede coinvolti giovanissimi<br />
atleti a volte anche adolescenti.<br />
<strong>Il</strong> fisiologico effetto del testosterone e<br />
degli steroidi anabolizzanti da lui derivati è<br />
dovuto all’azione che questi hanno su specifici<br />
recettori steroi<strong>dei</strong> all’interno della cellula.<br />
La forma ridotta, il <strong>dei</strong>drotestosterone,<br />
è il principale mediatore intracellulare. Una<br />
volta che questo si è legato al suo recettore<br />
intracellulare subisce una trasformazione e<br />
grazie ad esso traslocato a livello nucleare<br />
dove potrà esercitare i suoi effetti genetici<br />
legandosi a specifici siti della cromatina. <strong>Il</strong><br />
limite che si trova nell’azione dell’ormone<br />
sui suoi recettori è proprio dato dalla limitata<br />
disponibilità recettoriale nel muscolo<br />
scheletrico, e quindi esistono in tal senso<br />
persone che rispondono meglio a una elevata<br />
concentrazione di ormoni steroi<strong>dei</strong> ed<br />
altri che rispondono meno bene, ma si tratta<br />
in questi casi di caratteristiche genetiche<br />
ben precise. L’azione degli ormoni non è<br />
quindi solo legata alla sua quantità, ma anche<br />
all’entità di recettori disponibili che è in<br />
qualche modo prestabilito geneticamente.<br />
Esercitando il suo effetto non solo sul muscolo,<br />
una introduzione esogena di testosterone<br />
causa importanti effetti collaterali, tra<br />
cui anche un’ alterazione del comportamento<br />
e una maggiore aggressività come si manifesta<br />
in molti atleti agonisti.<br />
Ma ricordiamo un po’ di chimica legata<br />
al testosterone. Non può essere preso<br />
per via orale in quanto subirebbe una trasformazione<br />
digestiva che lo renderebbe<br />
inattivo. Ecco che gli scienziati lo hanno<br />
modificato chimicamente con una alchi-<br />
<strong>Il</strong> <strong>Giornale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Biologi</strong> | Luglio/agosto 2020<br />
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