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Il Giornale dei Biologi - N. 7

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SALUTE<br />

luppo degli steroidi anabolizzanti negli Stati<br />

Uniti e al loro uso incentivato nelle truppe<br />

tedesche per incrementarne l’aggressività e<br />

resistenza muscolare<br />

durante la seconda<br />

I biologi possono sostenere<br />

gli atleti nel percorso<br />

di crescita, correggendo<br />

i loro regimi alimentari<br />

© Love solutions/www.shutterstock.com<br />

guerra mondiale. <strong>Il</strong><br />

loro primo uso nello<br />

sport però lo si ritrova<br />

ufficialmente su di un<br />

gruppo di atlete della<br />

Germania dell’est e<br />

della Russia degli anni<br />

sessanta proprio allo<br />

scopo di incrementarne la forza e il peso<br />

corporeo e averne un vantaggio sportivo. Da<br />

li il passo anche se graduale è stato breve.<br />

Sono state sviluppate sempre più molecole<br />

da utilizzare in numerose patologie debilitanti<br />

o nel periodo menopausale o durante<br />

alcune terapie post chirurgiche o tumorali.<br />

Aumentando la loro efficacia aumentava<br />

anche però l’interesse<br />

da parte di<br />

preparatori e atletici<br />

desiderosi di incrementare<br />

la propria forza<br />

e diventare i numeri<br />

uno nello sport, spesso<br />

a qualunque costo<br />

sia economico che di<br />

salute. Parallelamente<br />

alla corsa che c’è stata nella ricerca di una<br />

ottimizzazione molecolare, c’è stata una<br />

corsa a trovare metodi di rilevazione sempre<br />

più precisi per poter contrastare il doping<br />

con test mirati volti a limitarne il loro utilizzo<br />

alterando la prestazione artificialmente.<br />

Non si capisce bene la strada da percorrere<br />

poiché se a livello professionale la richiesta<br />

di performance esclusive spinte da un forte<br />

interesse economico porta a cercare un miglioramento<br />

sempre e il più veloce possibile,<br />

dall’altro si è sviluppato assieme all’uso professionale<br />

anche un sempre più dilagante<br />

uso amatoriale che vede coinvolti giovanissimi<br />

atleti a volte anche adolescenti.<br />

<strong>Il</strong> fisiologico effetto del testosterone e<br />

degli steroidi anabolizzanti da lui derivati è<br />

dovuto all’azione che questi hanno su specifici<br />

recettori steroi<strong>dei</strong> all’interno della cellula.<br />

La forma ridotta, il <strong>dei</strong>drotestosterone,<br />

è il principale mediatore intracellulare. Una<br />

volta che questo si è legato al suo recettore<br />

intracellulare subisce una trasformazione e<br />

grazie ad esso traslocato a livello nucleare<br />

dove potrà esercitare i suoi effetti genetici<br />

legandosi a specifici siti della cromatina. <strong>Il</strong><br />

limite che si trova nell’azione dell’ormone<br />

sui suoi recettori è proprio dato dalla limitata<br />

disponibilità recettoriale nel muscolo<br />

scheletrico, e quindi esistono in tal senso<br />

persone che rispondono meglio a una elevata<br />

concentrazione di ormoni steroi<strong>dei</strong> ed<br />

altri che rispondono meno bene, ma si tratta<br />

in questi casi di caratteristiche genetiche<br />

ben precise. L’azione degli ormoni non è<br />

quindi solo legata alla sua quantità, ma anche<br />

all’entità di recettori disponibili che è in<br />

qualche modo prestabilito geneticamente.<br />

Esercitando il suo effetto non solo sul muscolo,<br />

una introduzione esogena di testosterone<br />

causa importanti effetti collaterali, tra<br />

cui anche un’ alterazione del comportamento<br />

e una maggiore aggressività come si manifesta<br />

in molti atleti agonisti.<br />

Ma ricordiamo un po’ di chimica legata<br />

al testosterone. Non può essere preso<br />

per via orale in quanto subirebbe una trasformazione<br />

digestiva che lo renderebbe<br />

inattivo. Ecco che gli scienziati lo hanno<br />

modificato chimicamente con una alchi-<br />

<strong>Il</strong> <strong>Giornale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Biologi</strong> | Luglio/agosto 2020<br />

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