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Il Giornale dei Biologi - N. 7

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RICERCA<br />

Bari, messa a punto la tecnica per censire i batteri<br />

Quanti batteri ci sono nell’organismo? Una nuova tecnica di<br />

biologia molecolare denominata “droplet digital Pcr”, in<br />

grado di misurare con eccezionale precisione la concentrazione<br />

batterica all’interno di un campione, è stata sviluppata da studiosi<br />

del Cnr-Ibiom di Bari e dell’Università Aldo Moro del capoluogo<br />

pugliese, coordinati da Graziano Pesole. Una sorta di metodo<br />

per effettuare un rapido censimento <strong>dei</strong> batteri dell’organismo e<br />

in particolare del microbioma intestinale, dalla notevole importanza.<br />

La nuova tecnica, infatti, consente di quantificare il numero<br />

assoluto di copie di un particolare gene batterico, 16S rRna,<br />

essenziale alla produzione delle proteine, e può essere utilizzata<br />

per migliorare lo studio del microbioma umano, con rilevanti applicazioni<br />

sulla ricerca legata ad alcune malattie come il diabete,<br />

l’obesità, tumori e varie malattie autoimmuni.<br />

© Wongymark1/www.shutterstock.com<br />

ALIMENTI<br />

Dispositivo raddoppia i tempi di conservazione del cibo<br />

Un dispositivo capace di far respirare i prodotti alimentari<br />

imballati al suo interno, favorendo gli scambi gassosi con<br />

l’atmosfera e prolungando la stessa conservazione <strong>dei</strong> cibi confezionati,<br />

fino a raddoppiarla. Si chiama “BlowDevice”, si applica<br />

sui film plastici tradizionali o biodegradabili utilizzati per<br />

il confezionamento di alimenti freschi come frutta o verdura ed<br />

è il risultato del progetto MyPack, partito nel novembre 2017<br />

e finanziato dalla Commissione Europea. A svilupparlo ventun<br />

aziende private ed enti di ricerca tra cui Unibas, l’Università della<br />

Basilicata. Sono state proprio le ricerche e gli sviluppi effettuati<br />

presso il laboratorio MacLab1 di Potenza a consentire la caratterizzazione<br />

del comportamento del dispositivo, che può essere applicato<br />

su vari prodotti ortofrutticoli come insalate pronte, uva,<br />

rucola, fragole, ciliegie e numerosi altri tipi di frutta e verdura.<br />

BREVI<br />

© Kateryna Kon/www.shutterstock.com<br />

AMBIENTE<br />

In Italia una balena su quattro muore a causa dell’uomo<br />

Negli ultimi anni nel Mediterraneo una balena su quattro è<br />

morta per cause imputabili all’uomo. Nessuna caccia diretta,<br />

come ancora accade purtroppo in Giappone o in alcuni paesi<br />

del Nord Europa, eppure gli esseri umani con il loro comportamento<br />

sono delle vere e proprie minacce per i grossi cetacei. Reti<br />

abbandonate o illegali come le spadare, rifiuti pericolosi, plastica:<br />

sono questi i principali pericoli per le balene, secondo uno<br />

studio commissionato da Greenpeace all’Università di Padova.<br />

Nello stomaco di una femmina rimasta spiaggiata a Olbia a inizio<br />

2019, ad esempio, sono stati ritrovati 22 chili di plastica. Tra le<br />

cause naturali, invece, rientra un’epidemia di morbillo, virus che<br />

aveva già mietuto molte vittime nel 1990 e nel 2008 e che negli<br />

ultimi tempi ha fatto la sua ricomparsa: cinque <strong>dei</strong> sei capodogli<br />

spiaggiati in Italia nel 2019 ne erano affetti.<br />

© Bondar <strong>Il</strong>lia/www.shutterstock.com<br />

<strong>Il</strong> <strong>Giornale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Biologi</strong> | Luglio/agosto 2020<br />

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