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iNet Touring 2021 03

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DOSSIER<br />

FOTO ALD<br />

Quando ci si può aspettare<br />

un ritorno alla normalità?<br />

Dovremmo poter ritrovare le previsioni<br />

precedenti la crisi entro il 2022–2023.<br />

Non dimentichiamo che c’è sempre una<br />

latenza tra la ripartenza della produzione<br />

e quella della domanda.<br />

A che punto siamo con gli<br />

investimenti nelle varie tecnologie?<br />

Non si sono registrate delle vere e proprie<br />

riduzioni. La pandemia è però servita<br />

come scusa al rallentamento delle<br />

ricerche sulla guida autonoma, già in<br />

atto dal 2018. I costruttori continueranno<br />

soprattutto a sviluppare gli aiuti<br />

alla guida. I livelli 2 e 3 d’autonomia<br />

non dovrebbero essere superati. Per<br />

passare ad uno stadio più avanzato, i<br />

veicoli devono poter comunicare tra di<br />

loro. Dunque, il livello 4 non dovrebbe<br />

essere raggiunto prima del 2<strong>03</strong>0. Per il<br />

momento si resta in una fase esplorativa.<br />

In materia di vetture elettriche,<br />

alcuni osservatori ritengono che<br />

l’attuale mercato norvegese dia<br />

un esempio del parco veicoli<br />

del futuro. È verosimile?<br />

È poco probabile, poiché ogni paese fa<br />

un uso differente dell’auto. Inoltre, la<br />

Norvegia è un piccolo mercato che non<br />

può essere trasporto ad altre nazioni.<br />

Di fatto, la diffusione delle auto elettriche<br />

avviene soprattutto sotto la pressione<br />

delle norme e non dalla domanda<br />

reale. Il prodotto da solo non può creare<br />

il mercato. Ciò presuppone un sostegno<br />

dei poteri pubblici a livello delle<br />

infrastrutture di ricarica e della produzione<br />

d’elettricità. Comunque si assisterà<br />

ad una forte elettrificazione del<br />

parco veicoli europeo.<br />

«Un ritorno<br />

alla normalità non<br />

dovrebbe avvenire<br />

prima del 2022–2023»<br />

Bertrand Rakoto,<br />

analista automobilistico<br />

indipendente<br />

In definitiva, la cella a combustibile<br />

(idrogeno) resta la panacea?<br />

Attualmente sono concessi degli investimenti<br />

importanti in questa tecnologia.<br />

Essa risolve parzialmente i problemi<br />

inerenti all’auto elettrica, ossia<br />

i tempi di ricarica e la fabbricazione<br />

delle batterie. A questo proposito, il<br />

ricorso alla cella a combustibile ridurrebbe<br />

le tensioni geopolitiche con i paesi<br />

che forniscono le materie prime,<br />

ad esempio il litio o le terre rare. È una<br />

soluzione a medio lungo termine – orizzonte<br />

2<strong>03</strong>5 –, certamente più facile<br />

d’applicare in paesi come la Svizzera.<br />

La Cina accresce la sua potenza.<br />

Quando arriverà un’offensiva delle<br />

vetture cinesi sul mercato europeo?<br />

L’Europa ha emanato delle norme complesse,<br />

dunque difficili da rispettare<br />

per i costruttori cinesi. Inoltre, questo<br />

mercato molto maturo è caratterizzato<br />

da una debole crescita e una concorrenza<br />

esacerbata. Le fabbricazioni cinesi<br />

rischiano tutt’al più d’arrivare<br />

sotto forma di prodotti di marche occidentali,<br />

come le DS9, Polestar, o perfino<br />

le Smart elettriche.<br />

Per concludere, l’avvento al potere<br />

di Joe Biden modererà la politica<br />

protezionistica americana nei<br />

confronti dei costruttori esteri?<br />

Di certo s’assisterà ad un addolcimento<br />

nei toni e su certe regole. Ma non ci<br />

sarà d’aspettarsi una rivoluzione di<br />

fronte alle tendenze politiche isolazioniste<br />

di Donald Trump. Ricordiamoci<br />

che c’erano già dei conflitti e delle rappresaglie<br />

commerciali sotto Barack<br />

Obama. In ogni caso sarà più facile trovare<br />

dei consensi tra gli Stati Uniti e<br />

l’Europa. ◆<br />

marzo <strong>2021</strong> | touring 17

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