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A cura di
Luciano e Ricciardo Artusi
Curiosità storiche
fiorentine
L’antico capodanno fiorentino
Una festa civile, religiosa e primaverile
di Luciano e Ricciardo Artusi
L’inizio dell’anno è da sempre tradizionalmente festeggiato
da tutti, in quanto ritenuto una festa propiziatoria con
la quale il vecchio anno dovrebbe portar via tutto il male,
la carestia, i dolori e le preoccupazioni, lasciando a quello nuovo
l’apporto del bene, della prosperità, della salute e della fortuna.
Naturalmente adesso lo associamo tutti alla data del 1° gennaio
da quando il 226º papa della Chiesa cattolica Gregorio XIII promosse
la riforma del calendario con la quale stabiliva che l’anno
dovesse iniziare universalmente il primo gennaio. La riforma fu
decisa col consiglio di una commissione di astronomi e teologi,
basata anche sullo studio del movimento dei corpi celesti, al fine
di mettere ordine nello svolgimento della vita civile dei vari Stati.
Un’importante azione simile era stata svolta precedentemente
anche da Giovanni de’ Medici quando, nel 1513, divenuto papa
col nome di Leone X, inviò a tutti i capi di Stato un “breve” (lettera
ufficiale) con la sintesi della questione, invitando di darne divulgazione.
Anche a Firenze il breve papale fu fatto affiggere ai
canti della città, dei vicariati, delle capitanerie e delle podesterie.
L’invito del pontefice ebbe risonanza in tutto il mondo e fu
il preludio della definitiva attuazione del successivo calendario
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Luciano Artusi, a sinistra, con il figlio Ricciardo
gregoriano. Ma a Firenze e nel granducato
non fu così, seppure tanti contenuti
scientifici erano partiti proprio
da Firenze, da menti come quelle del
frate eremitano del convento di San
Gallo Antonio Dolciati, dal domenicano
Giovanni Tosolani, dal matematico
Basilio Lapi e dall’insigne Antonio Albizzi,
la città continuò a portare avanti
la propria usanza, tralasciando di attuare la riforma che offriva
vantaggi di rapporti nel mondo. Infatti, da antichissimo tempo
in Toscana si festeggiava l’annuncio dell’Incarnazione del Verbo
dato a Maria Vergine dell’Arcangelo Gabriele il 25 marzo, in cui
cade l’equinozio di primavera, esattamente nove mesi prima del
Natale, giorno della nascita di Gesù Cristo. Proprio a tale importante
avvenimento, dal Medioevo fino al 1750, a Firenze e nelle
terre del granducato, l’anno civile iniziava il 25 marzo per la festività
dell’Annunciazione. Fu necessario un decreto del granduca
Francesco II di Lorena, datato 20 novembre 1749, perché negli
usi commerciali e nelle scritture pubbliche i fiorentini si uniformassero
al calendario gregoriano a partire dal primo gennaio
1750. L’avvenimento fu considerato così eccezionale e rivoluzionario
che a immortalarlo fu posta una iscrizione marmorea,
dettata da Giovanni Lami, sotto la Loggia dell’Orcagna in Piazza
della Signoria, dov’è tuttora visibile. Il giorno dell’Annunziata fu
dunque per la Toscana una festa civile, religiosa e primaverile i
cui aspetti sono tuttora sentiti e ricordati.
Loggia dell’Orcagna in Piazza della Signoria: la lapide marmorea di Giovanni Lami per ricordare il capodanno fiorentino
L’ANTICO CAPODANNO FIORENTINO
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