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La Toscana nuova Aprile 2022

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A cura di

Luciano e Ricciardo Artusi

Curiosità storiche

fiorentine

L’antico capodanno fiorentino

Una festa civile, religiosa e primaverile

di Luciano e Ricciardo Artusi

L’inizio dell’anno è da sempre tradizionalmente festeggiato

da tutti, in quanto ritenuto una festa propiziatoria con

la quale il vecchio anno dovrebbe portar via tutto il male,

la carestia, i dolori e le preoccupazioni, lasciando a quello nuovo

l’apporto del bene, della prosperità, della salute e della fortuna.

Naturalmente adesso lo associamo tutti alla data del 1° gennaio

da quando il 226º papa della Chiesa cattolica Gregorio XIII promosse

la riforma del calendario con la quale stabiliva che l’anno

dovesse iniziare universalmente il primo gennaio. La riforma fu

decisa col consiglio di una commissione di astronomi e teologi,

basata anche sullo studio del movimento dei corpi celesti, al fine

di mettere ordine nello svolgimento della vita civile dei vari Stati.

Un’importante azione simile era stata svolta precedentemente

anche da Giovanni de’ Medici quando, nel 1513, divenuto papa

col nome di Leone X, inviò a tutti i capi di Stato un “breve” (lettera

ufficiale) con la sintesi della questione, invitando di darne divulgazione.

Anche a Firenze il breve papale fu fatto affiggere ai

canti della città, dei vicariati, delle capitanerie e delle podesterie.

L’invito del pontefice ebbe risonanza in tutto il mondo e fu

il preludio della definitiva attuazione del successivo calendario

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Luciano Artusi, a sinistra, con il figlio Ricciardo

gregoriano. Ma a Firenze e nel granducato

non fu così, seppure tanti contenuti

scientifici erano partiti proprio

da Firenze, da menti come quelle del

frate eremitano del convento di San

Gallo Antonio Dolciati, dal domenicano

Giovanni Tosolani, dal matematico

Basilio Lapi e dall’insigne Antonio Albizzi,

la città continuò a portare avanti

la propria usanza, tralasciando di attuare la riforma che offriva

vantaggi di rapporti nel mondo. Infatti, da antichissimo tempo

in Toscana si festeggiava l’annuncio dell’Incarnazione del Verbo

dato a Maria Vergine dell’Arcangelo Gabriele il 25 marzo, in cui

cade l’equinozio di primavera, esattamente nove mesi prima del

Natale, giorno della nascita di Gesù Cristo. Proprio a tale importante

avvenimento, dal Medioevo fino al 1750, a Firenze e nelle

terre del granducato, l’anno civile iniziava il 25 marzo per la festività

dell’Annunciazione. Fu necessario un decreto del granduca

Francesco II di Lorena, datato 20 novembre 1749, perché negli

usi commerciali e nelle scritture pubbliche i fiorentini si uniformassero

al calendario gregoriano a partire dal primo gennaio

1750. L’avvenimento fu considerato così eccezionale e rivoluzionario

che a immortalarlo fu posta una iscrizione marmorea,

dettata da Giovanni Lami, sotto la Loggia dell’Orcagna in Piazza

della Signoria, dov’è tuttora visibile. Il giorno dell’Annunziata fu

dunque per la Toscana una festa civile, religiosa e primaverile i

cui aspetti sono tuttora sentiti e ricordati.

Loggia dell’Orcagna in Piazza della Signoria: la lapide marmorea di Giovanni Lami per ricordare il capodanno fiorentino

L’ANTICO CAPODANNO FIORENTINO

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