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Occhio
critico
A cura di
Daniela Pronestì
Michela Masini
Il divenire delle emozioni nel paesaggio
di Daniela Pronestì
Un luogo dove rifugiarsi per trovare ristoro dai ritmi
frenetici del vivere quotidiano. Una dimensione di
pace e bellezza sulla quale lo sguardo si posa per
concedersi attimi di meraviglia. È così che la natura viene
rappresentata nelle opere di Michela Masini, pittrice figurativa
con una particolare vocazione all’uso espressivo e libero
del colore. Quest’ultimo le permette infatti di attribuire all’immagine
un’impronta per così dire “emozionale”, di fissare sul
supporto le sensazioni provate alla vista del paesaggio e rivissute
per mezzo della trasposizione pittorica. Le pennellate
procedono agilmente alternando stesure ampie e vaporose
con altre più ritmiche e spezzate; in entrambi i casi, le tonalità
sono accese, vivaci, cariche di luce, a tal punto da conferire
all’insieme un aspetto quasi astratto. È evidente che
l’interesse non è rivolto a riprodurre fedelmente il dato naturale
quanto invece a raggiungere un equilibrio tra l’immagine
reale e l’interpretazione pittorica, attribuendo a quest’ultima
il compito di restituire con immediatezza l’autentico sentire
dell’artista. Ed è proprio in nome di questa autenticità del
sentimento che si spiegano ad esempio certe esasperazioni
cromatiche – dai gialli abbaglianti ai rossi intensi del litorale
al tramonto –, come pure il tramutarsi dei cieli in fantasmagoriche
evoluzioni di luci e colori: il paesaggio diventa così
un simbolo di passione, energia interiore, gioia di vivere. Al
variare delle scelte compositive e delle gamme coloristiche
variano anche le suggestioni offerte all’osservatore: quando
è il cielo ad occupare gran parte della scena lasciando la ter-
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