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La Toscana nuova Aprile 2022

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Tokyo

luppare un proprio metodo. Inoltre, spiego loro l’importanza

degli aspetti tecnici e della previsualizzazione del processo

fotografico per prepararli all’inaspettato.

Le campagne pubblicitarie ti permettono di esprimerti liberamente

oppure no?

Quando lavoro per il mercato pubblicitario non sono totalmente

libero di esprimermi perché ci sono dei paletti molto

ferrei da rispettare per rispondere alle richieste dell’agenzia

che ha commissionato la campagna. In queste occasioni lavoro

con il mio staff perché sono necessari numerosi professionisti

ed assistenti. Qui entra in gioco la mia capacità

artigianale di costruire il contenuto, spesso superando difficoltà

come quelle dovute ad un budget basso.

Cosa hai imparato da maestri come Steve McCurry, Elliott

Erwitt ed altri mostri sacri incontrati durante la tua vita?

Sono state esperienze straordinarie grazie alle quali ho potuto

collaborare a progetti importanti come il calendario Pirelli,

il calendario Lavazza e a molti altri assignment in giro per il

mondo. È stato un modo per acquisire le competenze necessarie

anche a superare le tante difficoltà che possono presentarsi

in questo lavoro. Ancora oggi mi capita di collaborare

con McCurry, ci vogliamo bene e ci stimiamo; la sua energia

e la sua passione lasciano davvero senza fiato.

Clownville

Com’è nato il progetto Clownville?

È nato più di dieci anni fa come un progetto personale e nel

tempo è diventato qualcosa di importante. Il clown è una maschera

come quella del super eroe ma può essere utilizzata

anche per nascondersi. Attraverso la maschera l’uomo fa

emergere i lati più oscuri della propria personalità, quelli più

animaleschi, le follie e le contraddizioni. Il punto quindi è riflettere

sui meccanismi di camuffamento dell’individuo e su

ciò che invece lo rende libero. È un progetto che ho deciso di

lasciare aperto per aggiungere sempre nuovi scatti vista la

densità del tema affrontato.

Secondo te la fotografia va spiegata oppure deve essere di

immediata comprensione?

Ci sono immagini che ti arrivano come un pugno allo stomaco

perché veicolano un tipo di messaggio che necessita di

quel linguaggio, altre invece hanno bisogno di essere raccontate

per stimolare in chi le guarda un approfondimento. Non

è detto che la visione istintiva ti restituisca qualcosa, talvolta

occorre il mistero delle fotografie che non capisci. Se fosse

sempre immediatamente comprensibile, la fotografia sarebbe

già morta, mentre invece a volte c’è bisogno di sentirsi

un passo indietro rispetto all’immagine che si ha davanti. È

anche questo che rende la fotografia un linguaggio capace

sempre di rinnovarsi.

EOLO PERFIDO

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