allegati - Pro Loco San Damiano
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locali, o cappelle alle cui celebrazioni partecipavano anche forestieri<br />
oppure venivano gestite da persone esterne alla comunità o da ordini<br />
religiosi esterni al paese.<br />
Sino al primo Novecento la religiosità popolare considerava queste<br />
cappelle come centri di cultura e di vita. Numerosi erano i fenomeni di<br />
aggregazione legati a questi edifici: si pensi ai Rosari di maggio, le<br />
processioni per allontanare le calamità naturali e le feste in onore del<br />
santo patrono. <strong>Pro</strong>prio quest’ultime rappresentano uno dei momenti in<br />
cui viene rilevata la contrapposizione tra sacro e profano; oltre alla<br />
tradizionale componente religiosa tali manifestazioni erano<br />
caratterizzate da elementi trasgressivi come balli, giochi e vino, che<br />
trovano le loro radici nella cultura popolare. Tali pratiche vengono<br />
viste con diffidenza e in alcuni casi osteggiate dalla Chiesa; la causa di<br />
tale atteggiamento risiede nel fatto che possono cadere nell’idolatria.<br />
In questo ambito possiamo fare riferimento alla veglia notturna<br />
svoltasi nel santuario di Mombirone nel 1584, che portò il vescovo<br />
Scarampi ad adottare una seri di provvedimenti:<br />
“et quia dictum fuit, valdem dubitari, ne ecclesia ipsa sit polputa, cum<br />
de anno preferito in festo Assumptionis Gloriose Virginia in ea de<br />
nocte facta fuerint vigilia, propterea adhibuit ipsam ad cautelam<br />
debere benedici, cum decreto quod nullatenus de coetero in ea vigilia<br />
fieri debeant sub pena excommunicationis, sed tunc ecclesia ipsa<br />
debeat statimpost signum Ave Maria claudi, et eam continue clausam<br />
retineri usque ad solis ortum”. 1<br />
1 Archivio della Curia Vescovile di Asti (A.C.V.A.), Visite Pastorali, Scarampi 1584.<br />
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