allegati - Pro Loco San Damiano

Madonnina” 17 . L’acquisizione del terreno risiede nel fatto che
Carlevaris possiede già un terzo dell’isolato. Nell’elenco dei beni del
casato dei conti di San Damiano in data 3 settembre 1730 l’area viene
in questo modo descritta: “Cascina con aera, orto e pertinenze, tutta
cinta di muraglie, denominato della Madonnina per causa della
capella che si trova nel recinto di detta muraglia” 18 .
La cappella viene descritta in buone condizioni da Icardi in occasione
della sua visita nel 1737, ma il vescovo astense ordina che siano
sostituiti i cancelli di legno che la chiudono (“…ut loco cancellorum
ligneorum, quid hec capella in anteriori parteclausa est, construatur
murus cum opportuna ianua…”) 19 .
Nel 1742 Felizzano la trova anche dotata di una campanella che ha lo
scopo di richiamare i fedeli e richiede la realizzazione di una croce
posta alla sommità dell’edificio (“Erigatur crux ferrea in summitate
prospectis; ad est Campanula pro Populo convocando.”) 20 . Afferma
che non gode di un reddito, ma ciò di cui necessita viene acquistato
attraverso quanto donato come elemosina (“Nullius habet onus, nec
redditum, et provideatur ex piorum eleemosinis.”) 21 .
Nel 1747 il pittore Blan riceve otto mila lire per il “travalio della
Madonnina”, ma il passaggio dei Savoia diretti a Govone costringe a
ridurre le dimensioni della cappella. I pilastri che sostenevano la
struttura vengono demoliti e ricostruiti in posizione arretrata dal
mastro luganese Andrea Trivelli.
17 A.C.C., Mazzo 52, ordinato 3 agosto 1710.
18 A.C.C., Mazzo 192. Nel catasto figurato del 1823 l’area risulta appartenente ai
Pozzo.
19 A.C.V.A., Visite pastorali, Icardi 1737, f. 203.
20 A.C.V.A., Visite pastorali, Felizzano 1742, f. 522.
21 Vedi nota 21.
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