allegati - Pro Loco San Damiano
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essendo di cultura veterotestamentaria. Secondo Giovanni da<br />
Mantova Maria ebbe il merito di aver ascoltato il verbum vitae e di<br />
averlo portato con sé. Tesi che appariva coerente con la cultura<br />
agostiniana, che vedeva in Maria una santa, ma non esente da<br />
peccato originale in quanto figlia di Eva.<br />
Nel suo libro “Liber de <strong>San</strong>cta Maria” commenta in modo critico il<br />
Vangelo di Luca, il più mariano degli evangelisti. Giovanni presenta<br />
Maria come un essere del tutto estraneo all’ uomo e alla carne, quasi<br />
divino; la sua Maria è “trinitaria: “sposa dello spirito”, “madre del re<br />
dell’ universo” e “regina del cielo”.<br />
La sua Maria era “piena di grazia”, era abitata e posseduta dallo<br />
spirito, troppo celeste per essere imitata, apparteneva più a Dio che<br />
all’ uomo, era più vicina a Dio che all’ uomo. Il termine più usato<br />
da Giovanni per affrontare il tema di Maria è munditia: ella era la<br />
mundata per eccellenza, la sola virgo. L’aspetto innovativo<br />
consiste nell’interpretare la munditia di Maria come il segno di una<br />
sua totale separazione dall’umanità; tesi che trova conferma<br />
nell’espressione Nescio Virum. L’espressione utilizzata indicava<br />
che Maria ignorava l’uomo, nel senso che non sapeva cosa fosse e<br />
neanche avrebbe potuto concepire la carne. Accettava di essere<br />
desposata; trucco che venne ideato da Dio per non permettere al<br />
diavolo di accorgersi della nascita di un divino salvatore, fatto di<br />
carne e quindi evitare che potesse sedurlo.<br />
Non riusciva a riportare in terra Maria, a spiegare a Matilde<br />
perché Maria poteva essere la sua padrona e confidente. Per quanto<br />
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