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Neri (“ibi habitat in domo attigua Carolus Joannes Cappelletto huius oppidi eremita sub amictu Sancti Philippi Nerii…”) 60 . La visita Caisotti del 1768 dichiara che “bene se habet”, ma un documento catastale di fine ‘700 rivela a Mombirone la presenza di un “sito di cappella rovinata” che la parrocchia si contende con la Comunità 61 . Il 22 luglio del 1808 viene adottato un progetto che ipotizzava la demolizione dell’ “église champetre et maison contigue” 62 , composta da una cantina, una camera al piano terreno e una al primo piano, nel quartiere di Mombirone; l’obiettivo era quello di ottenere 24 mila mattoni, tremila tegole e trenta travi. Tali elementi dovevano essere adibiti alla realizzazione del cimitero; ma l’intento non venne a compiersi in quanto la chiesa venne restaurata. La cascina, a cui il progetto comunale fa riferimento, è probabilmente quella sottostante di Valle della Vezza, e questo fin dall’epoca in cui la chiesa faceva parte del feudo di Anterisio. Quando nel 1620 si assiste all’unificazione del territorio canalese, i possedimenti e i privilegi passarono alla chiesa di Santo Stefano. Vi è inoltre la possibilità che la chiesa avesse il diritto di sepoltura per la sua indubbia importanza; ma alcuni documenti attestano che la collina sia stata spianata in epoca ignota e lo spazio attorno alla chiesa fu sempre coltivato e quindi ogni probabile traccia è stata cancellata. 60 A.C.V.A., Visite pastorali, Felizzano 1742, f.521. 61 A.C.C., Mazzo 233. 62 A.C.C., Mazzo 91. 52
BIBLIOGRAFIA P. F. MACCONO, La Chiesa e il Convento di Santa Croce dei Frati Minori in Canale d’Alba, Casale Monferrato 1937, p.5-6. C. GIORDANO, Idilli Canadesi, Pinerolo 1945, p. 23-25, 31-33, 69- 72. 53
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