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Journal of Italian Translation

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Angela Jeannet<br />

traditions. and translators cannot obviate the gain in their translating,<br />

the construction <strong>of</strong> different meanings, structures, figures<br />

and traditions and thereby the creation <strong>of</strong> textual effects that go<br />

far beyond the establishment <strong>of</strong> a lexicographic equivalence” (TS<br />

219). Gli esempi e le analisi che Venuti presenta sono molto meno<br />

convincenti delle sue premesse (chi si basa su un metodo specifico<br />

spesso lo usa in modo troppo meccanico), ma il suo contributo—<br />

per me—porta la discussione nella direzione giusta.<br />

Mi sono divertita a pensare a un titolo per queste mie poche<br />

parole sulla traduzione. Prima ho scritto: “La traduzione in corpore<br />

vivi”. Mi piaceva l’allusione alla vivisezione. Poi mi è venuta<br />

in mente un’espressione più leggera e magari sensuale ”La doppia<br />

infedeltà” che sottolinea la “duplicità” del tradurre (Cees Koster,<br />

<strong>Translation</strong> Studies 26). E dirò qualcosa proprio su questo, cioè<br />

parlerò della traduzione in quanto ricerca di una fedeltà<br />

impossibile.<br />

Alla base di ogni infedeltà c’è l’amore e la traduzione è un<br />

atto d’amore. Ma è un amore dalle cento facce. Per appassionarsi<br />

alla traduzione infatti bisogna amare pr<strong>of</strong>ondamente non solo delle<br />

lingue specifiche ma proprio quello strumento multiforme della<br />

nostra umanità che è il linguaggio. Nel tradurre si attinge anche,<br />

coscientemente o no, alla conoscenza che il corpo ha raccolto e<br />

elaborato durante tutta la sua vita. L’amore viene dalla scoperta<br />

di un’opera, scoperta che si vuole condividere con chi è al di fuori<br />

dei confini del nostro universo. Per esempio, è la passione che prese<br />

i giovani americani, come un William Weaver, quando arrivarono<br />

a Roma nel 1945 e scoprirono gli scrittori italiani, i Pavese, i<br />

Vittorini, i Silone. È la passione delle donne negli ultimi trent’anni<br />

che le ha portate a valorizzare de Cespedes, Ginzburg, Morante,<br />

Bianchini, Cutrufelli, Maraini. È l’aprirsi e il rivelarsi di paesi di<br />

antica civiltà come l’India e la Cina al nostro mondo che era rimasto<br />

chiuso nella propria ignoranza e senso di superiorità. Tradurre è<br />

la sfida all’incomunicabilità. È una forma di fiducia nell’altro,<br />

accompagnata dalla paura di non trovare le parole giuste per<br />

raggiungerlo<br />

Come si arriva a tradurre? A chi sogna di costruire la macchina<br />

traduttrice perfetta ricordo che essa esiste già in miliardi di copie<br />

da migliaia di anni. Di piccole dimensioni, fa il suo lavoro senza<br />

neanche accorgersene a cominciare dal momento in cui esce<br />

dall’antro in cui è stata costruita. È ogni persona. Odori, suoni,<br />

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