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Vado e Torno 2023-07

In questo numero di Vado e Torno: Zerogradi. Il convegno, i workshop, l’esposizione. Cronaca del giorno perfetto Scoop. Quantron in Italia, Yutong in arrivo Freetime. Renault Trafic Space Nomad Prove. Renault Trucks Trafic Red Edition e T480 TC Evolution Dakar. 2024 Edition Politica. Cambio della guardia

In questo numero di Vado e Torno:

Zerogradi. Il convegno, i workshop, l’esposizione. Cronaca del giorno perfetto
Scoop. Quantron in Italia, Yutong in arrivo
Freetime. Renault Trafic Space Nomad
Prove. Renault Trucks Trafic Red Edition e T480 TC Evolution
Dakar. 2024 Edition
Politica. Cambio della guardia

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Dakar Classic<br />

che passione<br />

Nei suoi quasi<br />

cinquant’anni<br />

di vita la Dakar ha<br />

raccontato tante<br />

storie, di piloti e di<br />

macchine (intese<br />

come moto, auto<br />

e camion). Un<br />

patrimonio che<br />

gli organizzatori<br />

di Aso hanno<br />

giustamente voluto<br />

non disperdere,<br />

riportandolo<br />

alla memoria e<br />

valorizzandolo al<br />

meglio. Nel 2021 è<br />

così nata la Dakar<br />

Classic. Più che<br />

una competizione<br />

in senso stretto,<br />

si tratta di una<br />

gara di regolarità<br />

riservata appunto<br />

ai veicoli che in<br />

passato hanno<br />

calcato le piste<br />

della Dakar<br />

africana (e non<br />

soltanto). Per i<br />

dakariani puri,<br />

quelli della prima<br />

ora, è soprattutto<br />

un gioioso modo<br />

di ritrovarsi, una<br />

festosa passerella<br />

(comunque<br />

impegnativa e<br />

non certo priva<br />

di imprevisti) in<br />

scena negli stessi<br />

giorni della gara<br />

vera e propria. E<br />

in soli tre anni<br />

la Dakar Classic<br />

ha fatto il botto,<br />

in special modo<br />

tra gli italiani.<br />

Che non a caso,<br />

nell’ultima edizione<br />

svoltasi a gennaio,<br />

costituivano circa<br />

la metà degli<br />

iscritti. Tra questi<br />

c’era anche (e<br />

ci sarà pure nel<br />

2024), il veicolo<br />

nella foto, ovvero<br />

il musone Iveco<br />

Magirus Anw<br />

150.16 di Beppe<br />

Simonato, col<br />

quale lo stesso<br />

pilota ha corso la<br />

Dakar nei favolosi<br />

Anni 80.<br />

AL TIMONE DELLA<br />

DAKAR DAL 2019<br />

Francese, 52 anni,<br />

un passato nelle<br />

moto, con le quali<br />

ha partecipato<br />

naturalmente a<br />

numerose Dakar<br />

(oltre che ai<br />

maggiori raid<br />

africani), David<br />

Castera è direttore<br />

della corsa dal 2019,<br />

quando è subentrato<br />

a Etienne Lavigne.<br />

La Dakar è il rally raid per<br />

definizione. Una corsa dal<br />

fascino impareggiabile, che<br />

conquista al primo colpo<br />

quasi fosse una sirena ammaliatrice.<br />

D’altronde, sentiamo<br />

spesso ripetere che chi la corre<br />

anche una sola volta nella<br />

vita ne rimane stregato, letteralmente<br />

catturato dalla sua<br />

atmosfera e dal prestigio che<br />

negli anni è diventato un mito.<br />

Una corsa per la quale vale<br />

la pena affrontare sacrifici<br />

come per nessun’altra competizione,<br />

mettendosi in gioco e,<br />

non dimentichiamolo, anche<br />

rischiando sulla propria pelle.<br />

La Dakar è una magia che<br />

si spiega soltanto con il fascino<br />

che emana e la passione di chi<br />

la corre. Ecco perchè all’Industrial<br />

village di Torino, il 7<br />

giugno, pare quasi di trovarsi a<br />

un bivacco della corsa. Anche<br />

se in realtà i motori ancora tacciono.<br />

Qui, a casa Iveco, David<br />

Castera, che della Dakar è<br />

dal 2019 il direttore di gara, è<br />

arrivato per cominciare a svelare<br />

l’edizione 2024 della gara.<br />

Per la quinta volta<br />

in Arabia Saudita<br />

Ci sarà tempo per approfondire<br />

i dettagli (in fondo siamo<br />

appena in estate), ma una cosa<br />

appare ben chiara al foltissimo<br />

pubblico (in pratica piloti<br />

e team di ogni categoria) che<br />

affollano al limite del sold out<br />

la sala blu dell’Industrial village:<br />

quella che li aspetta sarà<br />

una Dakar difficile e impegnativa,<br />

forse ancor più rispetto<br />

a quella andata in archivio lo<br />

scorso mese di gennaio.<br />

Si correrà dal 5 al 19 gennaio.<br />

Naturalmente in Arabia<br />

Saudita, paese che ospita la<br />

corsa, emigrata dal Sudamerica,<br />

già da quattro anni. Partenza<br />

da Alula e arrivo a Yanbu,<br />

dopo aver attraversato, a<br />

sud-est, il temutissimo Empty<br />

quarter, il deserto più grande<br />

al mondo.<br />

Ebbene, Castera e il suo<br />

staff hanno disegnato un tracciato<br />

che spalmato in un prologo<br />

e 12 tappe per un totale<br />

di quattordici giorni di gara (sì,<br />

quest’anno alla Dakar uno più<br />

dodici fa quattordici: più avanti<br />

spieghiamo perchè), con due<br />

sole tappe ad anello (dunque ci<br />

saranno più trasferimenti) sarà<br />

per il 60 per cento inedito. E<br />

gli ingredienti saranno i soliti:<br />

tanta sabbia da farne indigestione<br />

e tanta navigazione,<br />

col solito corollario di insidie<br />

proposte a ogni metro del<br />

percorso.<br />

Piuttosto, la novità sta in<br />

quell’addizione bislacca, ma<br />

non errata: sì, perchè una tappa,<br />

tutta dune, della lunghezza<br />

di 600 chilometri, si correrà<br />

in due giorni. Non a caso è<br />

stata battezzata 48H Chrono.<br />

La frazione, che sarà probabilmente<br />

nell’Empty quarter,<br />

imporrà in pratica un tempo<br />

di percorrenza limite con sosta<br />

obbligata alle ore 16 (in<br />

una delle dieci break zone<br />

allestite lungo il percorso),<br />

prima di riprendere il cammino<br />

la mattina seguente.<br />

Alberto Gimmelli<br />

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