Quaderno didattico (pdf 8.8 MB) - Comune di Modena
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26<br />
LE TERME<br />
Nei pressi delle aree pubbliche, ogni città romana possedeva almeno un impianto termale<br />
che svolgeva all’incirca le funzioni degli attuali “centri benessere”: alle terme era possibile<br />
lavarsi e rilassarsi, fare ginnastica, giocare e chiacchierare con gli amici.<br />
Le terme erano frequentate da tutti: uomini e donne, anziani e bambini, schiavi e padroni.<br />
I prezzi erano assolutamente accessibili e alcune categorie <strong>di</strong> frequentatori, tra cui gli<br />
anziani, i giovanissimi e i militari, avevano <strong>di</strong>ritto all’ingresso gratuito.<br />
Gli impianti termali comprendevano <strong>di</strong>versi ambienti, spesso separati per uomini e<br />
donne: spogliatoi, palestre, vasche con acqua calda (calidaria), tiepida (tepidaria) e fredda<br />
(frigidaria), sale per massaggi e per la depilazione.<br />
Un centro vivace come Mutina doveva possedere certamente più <strong>di</strong> un impianto: uno <strong>di</strong><br />
questi si trovava molto probabilmente nei pressi del foro, lungo l’attuale viale Martiri della<br />
Libertà, dove uno scavo ottocentesco ha messo in luce alcuni ambienti <strong>di</strong> epoca romana<br />
con la caratteristica pavimentazione dotata <strong>di</strong> ipocausto (qualcosa <strong>di</strong> molto simile al nostro<br />
“riscaldamento a pavimento”), in<strong>di</strong>spensabile per aumentare la temperatura negli ambienti<br />
destinati al bagno caldo.<br />
Calidarium con pavimentazione<br />
a ipocausto (tratto da<br />
J.P.Adam, La construction<br />
Romaine, Paris, 1984).<br />
Pavimento con ipocausto.<br />
Rimini, palazzo tardoantico.