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I sommergibili italiani dal settembre 1943 al dicembre - Marina Militare

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G. Manzari - I <strong>sommergibili</strong> <strong>it<strong>al</strong>iani</strong> <strong>d<strong>al</strong></strong> <strong>settembre</strong> <strong>1943</strong> <strong>al</strong> <strong>dicembre</strong> 1945<br />

I giapponesi cercarono di far rientrare le due navi it<strong>al</strong>iane a Singapore, ma esse<br />

proseguirono, giungendo a Sabang il 24 agosto, dove, il giorno dopo, arrivò il<br />

Luigi Torelli (ten. vasc. Enrico Grop<strong>al</strong>lo). Il 27, Eritrea e Torelli partirono per<br />

Singapore, dove giunsero il 1° <strong>settembre</strong>.<br />

Il 9 <strong>settembre</strong> (per la differenza di fuso orario), <strong>al</strong>l’atto della dichiarazione<br />

di armistizio, la situazione delle navi it<strong>al</strong>iane era la seguente:<br />

Eritrea in navigazione nello Stretto di M<strong>al</strong>acca, diretta a Sabang per<br />

scortare indietro il Comandante Cappellini, che i giapponesi avevano deciso di<br />

far rientrare a Singapore;<br />

Comandante Cappellini a Sabang;<br />

Torelli affiancato <strong>al</strong>la banchina, scarico e senza nafta, con lavori di revisione<br />

in corso, a Keppel Harbour (Singapore); Giuliani pronto con carico<br />

completo, affiancato <strong>al</strong> Torelli. Il person<strong>al</strong>e dei due <strong>sommergibili</strong> <strong>al</strong>loggiava<br />

a Pasir Panjang, a circa 9 km di distanza <strong>d<strong>al</strong></strong>la banchina. A bordo dei<br />

battelli vi era il solo person<strong>al</strong>e di guardia (un uffici<strong>al</strong>e e due marinai).<br />

- L’Eritrea, ricevuto l’ordine di Supermarina diretto <strong>al</strong> Comando Nav<strong>al</strong>e in<br />

Estremo Oriente (“... Unità nav<strong>al</strong>i dirigano per un porto neutr<strong>al</strong>e o si autoaffondino<br />

...”), lo ricifrò inviandolo ai <strong>sommergibili</strong>, e diresse verso la parte settentrion<strong>al</strong>e<br />

di Sumatra. Favorita <strong>d<strong>al</strong></strong>le condizioni meteorologiche (vi erano frequenti piovaschi)<br />

la nave riuscì a eludere la caccia delle navi giapponesi; nella notte fra il<br />

10 e l’11 passò fra Sabang e le Isole Nicobare e, entrata nell’Oceano Indiano,<br />

giunse il mattino del 14 <strong>settembre</strong> a Colombo (Ceylon).<br />

- A Sabang la mattina del 9 il Cappellini ricevette il messaggio ricifrato<br />

<strong>d<strong>al</strong></strong>l’Eritrea. Il molo d’ormeggio terminava, dopo circa 20 m, su una spiaggia; in<br />

rada vi erano <strong>al</strong>cune navi da guerra giapponesi che bloccavano parzi<strong>al</strong>mente<br />

l’uscita; poco lontano era ormeggiato un mercantile con sentinelle armate rivolte<br />

verso il sommergibile it<strong>al</strong>iano, che disponeva di sole due mitragliere antiaeree<br />

da 13,2 mm. Alle 8 il comandante convocò un consiglio di guerra, che<br />

giudicò impossibili sia l’auto affondamento sia il forzamento dell’uscita. Il comandante<br />

avanzò <strong>al</strong>le autorità giapponesi una richiesta di “uscire per effettuare<br />

esercitazioni”, ma i giapponesi la respinsero. Auconi fece recapitare <strong>al</strong> comando<br />

giapponese una dichiarazione di non belligeranza, mise a disposizione il carico<br />

(di proprietà tedesca) e chiese di essere internato. Subito dopo si recò a incontrare<br />

l’ammiraglio di divisione Kumeichi Hiraoka, comandante del 9° Corpo di<br />

Spedizione Nav<strong>al</strong>e in M<strong>al</strong>esia, che gli intimò di sbarcare immediatamente assieme<br />

<strong>al</strong>l’equipaggio. Il comandante Auconi minacciò di far s<strong>al</strong>tare in aria il<br />

battello, con gravi conseguenze per la base. Mentre egli era a colloquio, i giapponesi<br />

misero in atto un m<strong>al</strong>destro tentativo per impadronirsi del battello, ma<br />

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