I sommergibili italiani dal settembre 1943 al dicembre - Marina Militare
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G. Manzari - I <strong>sommergibili</strong> <strong>it<strong>al</strong>iani</strong> <strong>d<strong>al</strong></strong> <strong>settembre</strong> <strong>1943</strong> <strong>al</strong> <strong>dicembre</strong> 1945<br />
- Il sommergibile Serpente (cap. corv. Raffaele Allegri), era in bacino nel Cantiere<br />
di Scoglio Olivi. Fu subito rimesso in efficienza e messo a mare, per essere<br />
approntato <strong>al</strong>la partenza, ciò che avvenne, e il sommergibile diresse per Lussino<br />
e poi Ancona. Alle 23:20, il Goffredo Mameli partì per Pelagosa, dove giunse<br />
il 10 <strong>al</strong>le 17 e, per avaria, vi rimase fino <strong>al</strong> 15. Alle 23:40 fu la volta del Vettor<br />
Pisani (cap. freg. Mario Resio). Alle sei del 10 il sommergibile avvistò, di prora,<br />
la torretta di un sommergibile che navigava per sud, per cui accostò e si <strong>al</strong>lontanò.<br />
Alle 12:15 avvistò di nuovo il sommergibile e, <strong>al</strong>le 13:55, le navi scuola<br />
Vespucci e Colombo, sulla dritta, che dirigevano verso nord. Alle 14:15 avvistò<br />
<strong>al</strong>l’orizzonte, sempre sulla dritta, Scoglio Pomo, ciò che confermò che la bussola<br />
era sfasata di <strong>al</strong>meno 40°; i motori termici ebbero ripetute e continue avarie.<br />
Incerto su dove dirigere, il comandante inviò un messaggio cifrato a Maricosom,<br />
che, <strong>al</strong>le 22:25, rispose di dirigere assolutamente per Taranto. Alle<br />
02:05 dell’11 avvistò una grossa nave che prontamente accostò e scomparve.<br />
Pochi minuti dopo avvistò le Tremiti e rifasò la navigazione, dirigendo per<br />
Brindisi. Alle 15:20 avvistò un sommergibile che si rivelò essere il polacco Sokol;<br />
le unità si avvicinarono e, dopo un breve colloquio, un uffici<strong>al</strong>e polacco<br />
(sub-lt Tritz) e due marinai, uno britannico e uno polacco con i sistemi di riconoscimento,<br />
trasbordarono sul sommergibile it<strong>al</strong>iano. L’avvistamento di tre<br />
velivoli Messerschmitt provocò un <strong>al</strong>lontanamento, e le due unità proseguirono<br />
insieme per Taranto. Alle 21:30, nei pressi di Santa Maria di Leuca, il sommergibile<br />
polacco avvertì di aver avuto ordine di riprendere l’agguato e si <strong>al</strong>lontanò<br />
per sud. Alle 06:40 del 12 il Pisani, giunto sul punto di entrata di Taranto,<br />
fu fermato <strong>d<strong>al</strong></strong> cacciatorpediniere britannico di vigilanza, che inviò a<br />
bordo un uffici<strong>al</strong>e che comunicò <strong>al</strong> comandante di ormeggiarsi in prossimità<br />
del Riboty. Ciò che avvenne entro le otto.<br />
Rimasero a Pola il CB 7 (ai lavori per scoppio degli accumulatori) e <strong>al</strong>meno<br />
<strong>al</strong>tri due non pronti perché senza periscopio e <strong>al</strong>tre apparecchiature.<br />
Probabilmente erano il CB 13 e il CB 14. La squadriglia era comandata <strong>d<strong>al</strong></strong> ten.<br />
vasc. Enrico Lesen Aston d’Aston. Questi, con l’aiuto di tecnici delle ditte Caproni<br />
e San Giorgio, tentò di approntare i battelli; a t<strong>al</strong> fine trattenne 4 uffici<strong>al</strong>i<br />
(fra cui il maggiore del Genio Nav<strong>al</strong>e Mauro Zingarelli e il sottoten. vasc. G<strong>al</strong>linaro)<br />
e 15 marinai, che lavorarono per due giorni e due notti. Non essendo<br />
riusciti nel loro intento, gli uffici<strong>al</strong>i, con una diesel barca, assieme a 8 operai<br />
delle ditte, partirono per Venezia, portando il denaro della cassa. I marinai lasciarono<br />
l’arsen<strong>al</strong>e passando per una porta controllata dai carabinieri; presi abiti<br />
civili <strong>d<strong>al</strong></strong> magazzino delle scuole C.R.E.M., lasciarono Pola.<br />
- Fiume-Sussak. La città di Fiume ospitava la Scuola Sommergibili, con la<br />
nave appoggio Quarnerolo, destinata <strong>al</strong>la Scuola, e tre <strong>sommergibili</strong>. Entro la<br />
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