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I sommergibili italiani dal settembre 1943 al dicembre - Marina Militare

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G. Manzari - I <strong>sommergibili</strong> <strong>it<strong>al</strong>iani</strong> <strong>d<strong>al</strong></strong> <strong>settembre</strong> <strong>1943</strong> <strong>al</strong> <strong>dicembre</strong> 1945<br />

che da un rapporto datato 2 <strong>settembre</strong> 1944 del membro statunitense della<br />

commissione <strong>al</strong>leata. Il 29 <strong>dicembre</strong> 1944 i <strong>sommergibili</strong> risultavano ancora<br />

presenti in acque romene con bandiera sovietica.<br />

Successivamente i <strong>sommergibili</strong> catturati vennero portati a Sebastopoli e<br />

furono inclusi nella Flotta del Mar Nero, come TM (“Kasponi T<strong>al</strong>iedo Milane”[?]<br />

o “Troife naya M<strong>al</strong>ara”, piccolo sommergibile di preda bellica) 4, 5, 6 e<br />

7. Sembra che il 16 febbraio 1945, il CB 2 sia stato spedito, smontato, per ferrovia<br />

a Leningrado. I battelli furono impiegati per sperimentazioni; <strong>al</strong>cune fonti<br />

dicono che furono anche impiegati in operazioni di spionaggio, cosa che appare<br />

poco probabile dato il veramente precario stato di efficienza dei battelli<br />

<strong>al</strong>l’atto della cattura. In seguito i battelli passarono <strong>al</strong>le dipendenze del ministero<br />

delle Costruzioni nav<strong>al</strong>i per essere smontati, studiati e, poi, demoliti. Probabilmente<br />

essi costituirono utili prototipi per la costruzione dei piccoli <strong>sommergibili</strong><br />

successivamente messi in linea <strong>d<strong>al</strong></strong>la <strong>Marina</strong> sovietica.<br />

Anche il campo di Oesti fu preso in consegna dai sovietici. Seguì un periodo<br />

confuso in cui caddero in mano sovietica sia gli internati, sia person<strong>al</strong>e<br />

it<strong>al</strong>iano che si trovava in Romania con i tedeschi, sia prigionieri e collaboratori<br />

<strong>it<strong>al</strong>iani</strong> in Bulgaria e Iugoslavia, catturati o liberati dai sovietici durante il proseguimento<br />

delle operazioni belliche; 220 di questi furono portati nel campo di<br />

Corbeni, situato a 5 km da Oesti.<br />

Altri <strong>it<strong>al</strong>iani</strong> (non meno di 2300) furono concentrati nei campi di Costanza<br />

e di C<strong>al</strong>afat (sul Danubio). Quelli di C<strong>al</strong>afat furono trasferiti a metà ottobre<br />

1944 nel campo di Ismail e poi in Urss. Cominciarono, quindi, le peregrinazioni<br />

dei prigionieri <strong>it<strong>al</strong>iani</strong> fra i campi dell’Urss, specie in Ucraina, e il loro<br />

rientro in It<strong>al</strong>ia fu tra quelli più lunghi e avventurosi. Il 1° <strong>dicembre</strong> 1945<br />

cessò l’attività militare it<strong>al</strong>iana in Romania, e il 14 <strong>dicembre</strong> una piccola autocolonna,<br />

con i contrassegni della Croce Rossa lasciò Costanza con a bordo 33<br />

persone. Raggiunse l’It<strong>al</strong>ia il 1° gennaio 1946.<br />

VI - Entro la fine di <strong>settembre</strong> <strong>1943</strong> la maggior parte delle navi it<strong>al</strong>iane aveva<br />

raggiunto le basi <strong>al</strong>leate (Sicilia, M<strong>al</strong>ta, Medio Oriente, Colombo, Durban). Poche<br />

furono le navi rimaste in basi it<strong>al</strong>iane (Sardegna e Puglia).<br />

La conclusione dell’accordo Cunningham-De Courten, la firma<br />

dell’Armistizio lungo, la resistenza opposta dai reparti <strong>it<strong>al</strong>iani</strong> nelle Isole Ionie<br />

e nelle isole dell’Egeo, e la partecipazione decisiva <strong>al</strong>la liberazione della Corsica<br />

spinsero le autorità militari <strong>al</strong>leate a cambiare atteggiamento, chiedendo l’attiva<br />

collaborazione delle unità militari. Abbiamo già visto l’invio di sei <strong>sommergibili</strong><br />

a Napoli per fornire energia elettrica.<br />

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