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I sommergibili italiani dal settembre 1943 al dicembre - Marina Militare

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G. Manzari - I <strong>sommergibili</strong> <strong>it<strong>al</strong>iani</strong> <strong>d<strong>al</strong></strong> <strong>settembre</strong> <strong>1943</strong> <strong>al</strong> <strong>dicembre</strong> 1945<br />

da parte dei giapponesi) o la cessione ai tedeschi, proprietari del carico, necessitavano<br />

di un ordine specifico; rimaneva la soluzione internamento, che non<br />

avvantaggiava i belligeranti e preservava l’unità. Durante un’ispezione a bordo<br />

i due comandanti constatarono che le micce che collegavano le bombe di profondità,<br />

cedute <strong>d<strong>al</strong></strong>l’Eritrea dopo il 25 luglio per accelerare un eventu<strong>al</strong>e autoaffondamento,<br />

erano state rimosse. Alle 15 vi fu il primo intervento giapponese:<br />

il cap. freg. Michio Hara, capo di stato maggiore dell’ammiraglio Enomoto, accompagnato<br />

<strong>d<strong>al</strong></strong>l’uffici<strong>al</strong>e di collegamento, ten. Komatzuki, comunicò che, essendo<br />

in corso un’esercitazione di sbarco, la franchigia era sospesa. La sera<br />

l’ammiraglio Enomoto comunicò la conferma dell’avvenuta resa dell’It<strong>al</strong>ia e le<br />

conseguenti condizioni restrittive per <strong>sommergibili</strong> e person<strong>al</strong>e (che era consegnato<br />

negli <strong>al</strong>loggi). Impose la riduzione del person<strong>al</strong>e di guardia a bordo, la<br />

consegna degli otturatori delle armi, l’inutilizzazione delle radio e delle antenne,<br />

lo sbarco della nafta e delle munizioni. In effetti il person<strong>al</strong>e di guardia fu<br />

subito sopraffatto e portato dapprima a bordo di una cannoniera e, il giorno<br />

dopo, in una baracca del porto.<br />

Già <strong>d<strong>al</strong></strong> 12 erano cominciate le discussioni fra il person<strong>al</strong>e it<strong>al</strong>iano, confinato<br />

nei propri <strong>al</strong>loggiamenti; in particolare i sottuffici<strong>al</strong>i e gli operai militarizzati<br />

non intendevano rimanere in mano ai giapponesi, dei qu<strong>al</strong>i temevano la<br />

reazione e conoscevano la brut<strong>al</strong>ità, e volevano a ogni costo e con ogni mezzo<br />

rientrare in Europa, non escludendo nemmeno l’arruolamento in reparti tedeschi.<br />

Si verificarono incidenti fra le opposte tendenze, grazie anche <strong>al</strong>le notizie<br />

ad arte prop<strong>al</strong>ate dai giapponesi (fuga del re in Svizzera, liberazione di Mussolini<br />

ad opera dei tedeschi) e <strong>al</strong>la propaganda di elementi filo-fascisti. Il 23 <strong>settembre</strong><br />

il person<strong>al</strong>e fu trasferito nel campo di concentramento di Sime Road.<br />

La maggior parte degli uomini accettò di continuare a combattere a fianco dei<br />

tedeschi; 28 tra uffici<strong>al</strong>i e marinai non accettarono di collaborare e furono trattati<br />

come prigionieri dai giapponesi. (28)<br />

Dopo la costituzione della Repubblica Soci<strong>al</strong>e vi fu una suddivisione con<br />

scelte contrastanti. Il 28 ottobre gli aderenti giurarono solennemente fedeltà a<br />

Mussolini, e il 31 uscirono <strong>d<strong>al</strong></strong> campo, nel qu<strong>al</strong>e rimasero 15 uffici<strong>al</strong>i e 9 sottocapi<br />

e comuni. Il 24 novembre il capitano delle Armi Nav<strong>al</strong>i Matteo Silvestro<br />

cominciò a manifestare problemi di equilibrio ment<strong>al</strong>e. L’arrivo di migliaia di<br />

prigionieri britannici, austr<strong>al</strong>iani e olandesi fece spostare momentaneamente gli<br />

<strong>it<strong>al</strong>iani</strong> nel campo di Kranji, per poi ritornarvi il primo aprile 1944 e quindi an-<br />

(28) Per un racconto dettagliato degli avvenimenti in Estremo Oriente si veda G.<br />

Manzari, Il Ritorno <strong>d<strong>al</strong></strong>l’oblio. Gli internati e i prigionieri di guerra <strong>it<strong>al</strong>iani</strong> in Estremo Oriente, Roma,<br />

Edizioni A.N.R.P., novembre 1998.<br />

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