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ARIA ACQUA TERRA FUOCO

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La tecnica della pittura:<br />

la gouache<br />

“La gouache”, il francese di “guazzo”, termine<br />

che già nel cinquecento veniva usato per<br />

indicare una pittura realizzata con pigmenti<br />

stemperati in acqua e agglutinati con gomme<br />

leggere. Il colore, con l'aggiunta della sola<br />

acqua dà luogo all'acquerello, per poter parlare<br />

di gouache o tempera è necessario un ulteriore<br />

elemento rappresentato da un agglutinante<br />

capace di tenere insieme i pigmenti colorici e di<br />

fermarli saldamente sul supporto.<br />

E' proprio il tipo di agglutinante che determina<br />

la differenza tra la tempera e la gouache. Il<br />

guazzo è soltanto una variante della pittura a<br />

tempera, tecnica già ben nota fin dall'epoca dei<br />

Romani e consiste nello sciogliere nell'acqua<br />

invece che nell'olio i colori ricavati dalla<br />

macinazione di alcune terre, e nel farli<br />

agglutinare mediante l'aggiunta di colle di<br />

origine animale. Nella tempera l'agglutinante è<br />

costituito da colle animali (di pesce, di coniglio<br />

o tauro-colla, torlo d'uovo etc.) nella gouache,<br />

invece, di gomme vegetali resinose (arabica,<br />

dragante, del Senegal, gomma lacca) o di altri<br />

preparati come il latte, il lattice di fico, la cera<br />

sciolta in essenze, il miele.<br />

Il particolare tipo di collante conferisce al<br />

guazzo la caratteristica della rapidità di<br />

esecuzione, perché i colori si asciugano<br />

velocemente, la tecnica richiede quindi velocità<br />

e destrezza di pennello, non consente mai<br />

ripensamenti. Proprio questo aspetto, conferisce<br />

alla gouache freschezza, spontaneità.<br />

Dipingere à la gouache non è facile, la tonalità<br />

dei colori al momento dell'applicazione,<br />

allorchè sono bagnati, è assai più forte rispetto<br />

a quella che essi assumono una volta asciutti, è<br />

richiesta l'abilità nel dosare le tinte allo stesso<br />

livello di umidità.<br />

L'opacità delle tinte, conseguenza del collante e<br />

della densità del pigmento, tende a conferire<br />

una particolare vaporosità e morbidezza. I<br />

colori à la gouache non sono mai lucenti, anzi<br />

tendono ad essere opachi, ma questa<br />

caratteristica, lungi da essere un difetto, ne<br />

costituisce una raffinata qualità. Le gouaches,<br />

appena dipinte rivelano effetti vellutati, pastosi<br />

o gradi di opacità e delicatezza dei toni<br />

cromatici che non sempre si trovano nelle<br />

tempere. Ma a distanza di tempo, per<br />

l'inevitabile alterarsi dei colori, specialmente<br />

per la continua esposizione alla luce delle<br />

opere, tempere e gouache appaiono quasi<br />

sempre molto simili tra loro, pur se la maggiore<br />

intensità cromatica delle gouaches risulta<br />

sempre apprezzabile da parte dei più esperti.<br />

Spesso le due tecniche addirittura convivono in<br />

una stessa opera, oppure sono utilizzate<br />

unitamente alla tecnica dell'acquerello che non<br />

usa additivi e che, limitandosi a sciogliere i<br />

colori nella sola acqua, garantisce una perfetta<br />

trasparenza alla coloritura.<br />

Dunque, solo un occhio veramente esperto può<br />

ben distinguere in un dipinto la tecnica del<br />

guazzo da quella della tempera.<br />

Nelle “gouaches napolitaines” confluiscono la<br />

rappresentazione della città, la sua vita<br />

quotidiana popolare, le usanze dei suoi abitanti,<br />

i fenomeni “sublimi” delle eruzioni del Vesuvio.<br />

Esse permettono una fruizione immediata, non<br />

necessariamente accompagnata da mediazioni<br />

culturali o da riferimenti storico-artistici.<br />

Nella rappresentazione del reale esprimono un<br />

fascino che provoca suggestioni dirette ed<br />

immediate. Questa pittura sulla tela o sul<br />

ritaglio di carta è sovente la memoria dei luoghi<br />

visitati e descritti; valevano soprattutto, per<br />

evocazione pittorica e per forza d'arte, a<br />

fermare e poi a restituire nella sua originaria<br />

integrità un'emozione visiva, arricchitasi di<br />

spessore o di suggestioni culturali.<br />

Pittura colta, in genere, prodotta nella seconda<br />

metà del settecento da paesaggisti e “vedutisti”<br />

francesi (Vernet, Manglard, Volaire) o inglesi<br />

(Wright of Derby, Cozens, Jones) tedeschi e<br />

austriaci (Hackert, Wutky) o italiani e napoletani<br />

(Bonavia, Joli, Fabris, Ricciardelli, Della Gatta,<br />

d'Anna, etc) per quei nobili e raffinati<br />

viaggiatori stranieri che in quegli anni fecero di<br />

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