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ARIA ACQUA TERRA FUOCO

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Il Vesuvio: Sir William Hamilton (1730-1803)<br />

DAI RACCONTI E IMPRESSIONI DI VIAGGIO ALLE IMMAGINI IN GOUACHES<br />

“Napoli, 10 giugno 1766<br />

… dal mese di novembre fino al 28 marzo 1766,<br />

giorno in cui iniziò l’eruzione, il fumo aumentò e<br />

fu accompagnato da ceneri che si diffusero e<br />

danneggiarono i vigneti. Pochi giorni prima<br />

dell’eruzione vidi il fenomeno descritto da Plinio<br />

il giovane e che fu fatale al Naturalista: cioè il<br />

fumo nero prese la forma di un pino. Il fumo, che<br />

da due dì sembrava nero durante il giorno,<br />

all’avvicinarsi dell’eruzione assumeva di notte<br />

l’aspetto di fiamme. Il 28 marzo, venerdì santo,<br />

alle sette di sera, la lava cominciò a traboccare<br />

dagli orli del cratere e a scorrere, formando<br />

dapprima una sola corrente che poi si divideva in<br />

due, dirigendosi verso Portici.<br />

Ciò fu preceduto da una violenta esplosione che<br />

fece tremar la terra intorno alla montagna e da<br />

una grandine di pietre rosse infuocate e ceneri<br />

spinte a una grande altezza.<br />

Appena vidi la lava partii da Napoli insieme a un<br />

gruppo di miei compatriotti che erano come me<br />

impazienti di soddisfare la loro curiosità per un<br />

così bel fenomeno naturale. Passai tutta la notte<br />

sulla montagna e … mi avvicinai alla bocca del<br />

vulcano quanto me lo permise la prudenza: la lava<br />

era un fiume di metallo liquido rosso infuocato<br />

come la materia liquida delle fabbriche di vetro,<br />

sopra la quale galleggiavano grandi scorie mezzo<br />

infuocate, che rotolavano l’una sull’altra lungo il<br />

fianco della montagna, e formavano una cascata<br />

bella e straordinaria … le pietre infuocate erano<br />

perfettamente trasparenti, la bocca aveva quasi<br />

mezzo miglio di circonferenza e lanciava pietre in<br />

tutte le direzioni. Alcuni inglesi, che si erano<br />

avvicinati troppo, erano stati colpiti. È impossibile<br />

descrivere il magnifico spettacolo offerto da<br />

queste girandole di pietre ardenti, che non può<br />

essere paragonato ad alcun fuoco artificiale …<br />

Passai tutto il giorno e tutta la notte del 12 sul<br />

Vesuvio e seguii il corso della lava fino alla sua<br />

sorgente. Essa usciva come un torrente dal fianco<br />

della montagna accompagnata da violente<br />

esplosioni che lanciavano la materia infiammata<br />

ad altezza considerevole; mentre la terra vibrava<br />

come il legname d’un mulino d’acqua …<br />

Nonostante la sua consistenza, la lava scorreva<br />

con una velocità sorprendente, e sono sicuro che,<br />

nel primo miglio, la sua velocità era pari a quella<br />

del fiume Severn presso Bristol … L’effetto di<br />

questo spettacolo supera ogni descrizione …<br />

Napoli 3 febbraio 1767<br />

… da tre giorni è ricomparso il fuoco alla cima<br />

del Vesuvio, e intorno alla montagna si sono<br />

sentiti dei terremoti. Vi son salito lo scorso<br />

sabato con mio nipote, Lord Greville. Abbiamo<br />

udito muggiti interni, fischi, colpi di pietre, e<br />

fummo obbligati ad allontanarci rapidamente dal<br />

cratere a causa delle pietre che lanciava. Si<br />

alzava del fumo nero come prima dell’ultima<br />

eruzione. Riconobbi tutti i sintomi precursori di<br />

una nuova eruzione di cui non mancherò<br />

d’inviarvi una relazione”.<br />

Da: Sir William Hamilton, An Account of the<br />

Eruption of Mount Vesuvius in 1766: in a<br />

Letter to the Earl of Morton President of The<br />

Royal Society (philos. Trans. Royal Society,<br />

London, 56, 1766)..., in Un viaggio al Vesuvio:<br />

W. Hamilton - Il Vesuvio visto attraverso diari,<br />

lettere e resoconti di viaggiatori, a cura di Paolo<br />

Gasparini e Silvana Musella, Napoli 1981.<br />

“Napoli, martedì 20 marzo 1787<br />

La notizia che un torrente di lava, or ora aperto<br />

ma invisibile per Napoli, stava per precipitarsi<br />

sopra Ottaiano mi ha indotto a visitare il Vesuvio<br />

per la terza volta … Arrivati al cono … quindi,<br />

costeggiando il cono, discendemmo lievemente<br />

finchè sotto il cielo rischiarato vedemmo<br />

zampillare la lava dalla nuvolaglia selvaggia dei<br />

vapori … La lava formava una striscia forse non<br />

più larga di dieci piedi; ma il modo come scorreva<br />

per quel declivio non rapido e piuttosto uniforme<br />

era ben sorprendente … La massa rovente<br />

sembrava come offuscata dallo splendore vivo del<br />

sole; un tenue fumo soltanto saliva nell’aria. Io<br />

desideravo accostarmi al punto in cui la lava<br />

scaturisce dal vivo della montagna, per vedere e<br />

provar da vicino anche questo spettacolo …<br />

Il terreno ci scottava sempre più sotto i piedi,<br />

mentre nell’aria sbuffava un vapore<br />

insopportabile, che ci soffocava ed oscurava il<br />

sole. La guida, che mi precedeva, ritornò ben<br />

presto indietro, mi afferrò per la cintura e così ci<br />

strappammo da quella bolgia infernale. Dopo aver<br />

ricreato gli occhi al bel panorama e le fauci con<br />

un po’ di vino, girammo un po’ intorno, per<br />

osservare altri particolari di questa bocca<br />

d’inferno che si erge nel mezzo di un paradiso.<br />

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