Scarica la pubblicazione - Parco di Veio
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Flora floRa e VegetazIone<br />
e vegetazione<br />
<strong>la</strong> vegetazione del <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Veio</strong> è<br />
fortemente influenzata dalle<br />
vicende storiche che hanno con<strong>di</strong>zionato<br />
l’uso del territorio nel tempo e<br />
che hanno prodotto come risultato<br />
un’alternanza armoniosa tra spazi<br />
ancora naturali e spazi destinati all’uso<br />
agricolo e abitativo. Oggi il <strong>Parco</strong> è<br />
caratterizzato da estesi pianori coltivati<br />
o destinati all’allevamento estensivo,<br />
generalmente interrotti dalle forre,<br />
ovvero valli strette scavate dall’azione<br />
erosiva dei fiumi, dove permangono i<br />
boschi, un tempo molto più estesi.<br />
Questi spazi ancora naturali sono<br />
costituiti in prevalenza da bosco misto <strong>di</strong> caducifoglie ma, dove emergono affioramenti tufacei, possiamo<br />
trovare anche il leccio (Quercus ilex) sempreverde. Specie principe dei boschi del <strong>Parco</strong> è il cerro<br />
(Quercus cerris): una quercia caducifoglia, con corteccia <strong>di</strong> colore bruno e foglie verde scuro, con i margini<br />
lobati. Si riconosce facilmente per il suo profilo alto ed espanso; avvicinandosi è possibile osservare<br />
i suoi frutti (ghiande allungate) e, nel periodo <strong>di</strong> fioritura, le spighe pendule<br />
giallo-ver<strong>di</strong>. I boschi si trovano principalmente nel settore settentrionale del<br />
<strong>Parco</strong>, fra i rilievi vulcanici esterni al cratere <strong>di</strong> Sacrofano come <strong>la</strong> Macchia<br />
<strong>di</strong> Roncigliano, ad ovest <strong>di</strong> Campagnano, Monte Musino - Monte<br />
Broccoleto - Monte Bruciato tra Sacrofano e Formello e lungo le valli,<br />
quali ad esempio le Valli del Sorbo.<br />
Le specie più <strong>di</strong>ffuse sono, oltre al già citato cerro, l’acero campestre (Acer<br />
campestre), il nocciolo (Corylus avel<strong>la</strong>na), il<br />
ligustro (Ligustrum vulgare), il pungitopo<br />
(Ruscus aculeatus) e l’edera (Hedera helix). In<br />
funzione dell’esposizione, dell’intensità e<br />
frequenza dei tagli boschivi e del suolo,<br />
sono presenti altre specie arboree come<br />
<strong>la</strong> roverel<strong>la</strong> (Quercus pubescens), <strong>la</strong> farnia (Quercus<br />
robur), l’orniello (Fraxinus ornus), il bago<strong>la</strong>ro (Celtis australis), l’acero <strong>di</strong><br />
Montpellier (Acer monspessu<strong>la</strong>num) che localmente possono <strong>di</strong>venire<br />
dominanti rispetto al cerro.<br />
Il <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Veio</strong> si <strong>di</strong>stingue per <strong>la</strong> ricchezza e l’importanza delle specie<br />
floristiche presenti. Le specie censite sono 787 ed alcune meritano<br />
una partico<strong>la</strong>re attenzione per l’importante ruolo ecologico.<br />
All’interno delle forre, le partico<strong>la</strong>ri con<strong>di</strong>zioni microclimatiche consentono lo<br />
sviluppo <strong>di</strong> specie vegetali tipiche <strong>di</strong> ambienti freschi ed umi<strong>di</strong> (mesofile), come<br />
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<strong>Veio</strong>