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Scarica la pubblicazione - Parco di Veio

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<strong>la</strong> città e <strong>la</strong> cittadel<strong>la</strong> <strong>di</strong> Piazza d’armi<br />

L’area urbana era cinta da mura (V sec. d.C.) realizzate in blocchi <strong>di</strong> tufo, lungo le quali si aprivano numerose<br />

porte (almeno <strong>di</strong>eci): sono ancora visibili i resti del<strong>la</strong> porta nord-est detta <strong>di</strong> Capena. Sul<strong>la</strong> sommità del<br />

pianoro, in località Campetti si trovano i resti <strong>di</strong> un complesso archeologico occupato in età romana a partire<br />

dal I sec. d.C., che recenti ricerche interpretano come luogo con funzione termale-terapeutica e cultuale<br />

per <strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> numerose strutture collegate con l’acqua: cisterne vasche, piscine; da qui proviene il celebre<br />

“mosaico del drago”, trasferito a Vil<strong>la</strong> Giulia. Procedendo lungo il pianoro si può vedere un tratto dell’asse<br />

stradale principale del<strong>la</strong> città <strong>la</strong>stricato dai romani, mentre sull’altura in località Piano <strong>di</strong> Comunità,<br />

forse in origine l’Acropoli del centro etrusco, si trovano le strutture <strong>di</strong> una vil<strong>la</strong> romana. Ma l’area centrale<br />

del<strong>la</strong> città è a Macchiagrande dove accanto ad alcune case etrusche si trovano i resti del foro del municipio<br />

romano, da dove provengono preziose sculture oggi conservate ai Musei Vaticani a Roma.<br />

Al limite sud del pianoro è <strong>la</strong> collina <strong>di</strong> Piazza d’Armi dove si trova una “cittadel<strong>la</strong>” etrusca fortificata con<br />

imponenti mura ed una porta monumentale; all’interno si trovano i resti dell’impianto urbanistico <strong>di</strong>viso in<br />

iso<strong>la</strong>ti da un reticolo <strong>di</strong> strade, una piazza con al centro una grande cisterna, i resti dell’impianto <strong>di</strong> un tempio<br />

da cui proviene una bel<strong>la</strong> <strong>la</strong>stra in terracotta con <strong>la</strong> rappresentazione <strong>di</strong> una processione <strong>di</strong> carri, oggi<br />

conservata nel Museo Nazionale Etrusco <strong>di</strong> Vil<strong>la</strong> Giulia a Roma.<br />

<strong>Veio</strong> è nota anche per <strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> cunicoli sotterranei realizzati già al tempo degli etruschi<br />

che furono abili ingegneri idraulici. All’estremità nord-ovest del<strong>la</strong> città, lungo il fosso del<strong>la</strong> Valchetta si raggiunge<br />

Ponte Sodo, una suggestiva galleria scavata nel tufo, lunga oltre 70 m, entro <strong>la</strong> quale venivano canalizzate<br />

le acque per contenere le piene del fiume. La costruzione secondo alcuni risalirebbe al periodo etrusco,<br />

secondo altri sarebbe posteriore al<strong>la</strong> conquista romana. In località La Selvotta, (Comune <strong>di</strong> Formello) si<br />

trova invece il cunicolo del Fosso degli Olmetti, un sistema costituito da un condotto che alimentava un<br />

<strong>la</strong>ghetto artificiale ed una <strong>di</strong>ga <strong>di</strong> sbarramento.<br />

<strong>Veio</strong><br />

L’antica città <strong>di</strong> <strong>Veio</strong>- Mappa<br />

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