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Scarica la pubblicazione - Parco di Veio

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<strong>Veio</strong><br />

<strong>la</strong> testuggine<br />

Tra i rettili presenti nel <strong>Parco</strong> una menzione partico<strong>la</strong>re merita <strong>la</strong> testuggine <strong>di</strong> Hermann, partico<strong>la</strong>rmen-<br />

te protetta dal<strong>la</strong> Comunità Europea, <strong>di</strong>ffusa nel<strong>la</strong> nostra peniso<strong>la</strong> lungo <strong>la</strong> costa tirrenica e nelle isole.<br />

Questa specie con abitu<strong>di</strong>ni terricole è facilmente riconoscibile per <strong>la</strong> corazza a p<strong>la</strong>cche colorate. La lun-<br />

ghezza massima è <strong>di</strong> 30 cm. comprensiva <strong>di</strong> 6 cm. spettanti al<strong>la</strong> coda, mentre il peso può raggiungere<br />

anche i 2 kg.<br />

Si tratta <strong>di</strong> una specie <strong>di</strong>urna, vegetariana e molto longeva che in cattività può superare facilmente il seco-<br />

lo <strong>di</strong> vita. In genere è attiva da marzo ad ottobre, ma si osserva con più facilità nei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> aprile-mag-<br />

26<br />

gio. Il letargo invernale è<br />

legato al<strong>la</strong> temperatura<br />

ambientale e <strong>di</strong> rego<strong>la</strong><br />

inizia al<strong>la</strong> metà dell’autunno.<br />

La specie, legata alle aree<br />

con presenza <strong>di</strong> arbusteti<br />

e prati, un tempo era<br />

comune in tutta l’area<br />

veientana e, pertanto,<br />

frequentemente ‘usata’<br />

come animale da giar<strong>di</strong>no.<br />

Purtroppo, attualmente,<br />

appare rarissima e<br />

in serio pericolo <strong>di</strong> estinzione,<br />

in quanto a seguito<br />

del<strong>la</strong> riduzione dell’ambiente,<br />

risulta ormai<br />

limitata a piccole e frammentate<br />

popo<strong>la</strong>zioni che<br />

vivono sui pen<strong>di</strong>i coperti dal<strong>la</strong> macchia me<strong>di</strong>terranea rimasti tra le ampie aree coltivate nell’area <strong>di</strong> Iso<strong>la</strong><br />

Farnese. Oltre al<strong>la</strong> frammentazione delle popo<strong>la</strong>zioni, che ha determinato una seria <strong>di</strong>fficoltà d’incontro<br />

tra i maschi e le femmine, un serio fattore <strong>di</strong> minaccia è rappresentato dagli incen<strong>di</strong> che causano <strong>la</strong> morte<br />

<strong>di</strong> questa specie nota per <strong>la</strong> sua lentezza.<br />

Ricerche finanziate dal <strong>Parco</strong> e realizzate in col<strong>la</strong>borazione con l’Università degli Stu<strong>di</strong> Roma Tre, hanno<br />

evidenziato che le piccole macchie, gli arbusteti e i frammenti boschivi presenti in partico<strong>la</strong>re nell’area <strong>di</strong><br />

Iso<strong>la</strong> Farnese, insieme alle zone ruderali dell’antico abitato <strong>di</strong> <strong>Veio</strong>, sono aree <strong>di</strong> notevole interesse dal<br />

punto <strong>di</strong> vista erpetologico, dal momento che oltre alle ultime popo<strong>la</strong>zioni <strong>di</strong> Testudo hermanni, ancora<br />

ospitano composite popo<strong>la</strong>zioni <strong>di</strong> rettili (biacchi, vipere, saettoni, bisce dal col<strong>la</strong>re e <strong>di</strong>verse specie <strong>di</strong><br />

lucertole).

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