Scarica la pubblicazione - Parco di Veio
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<strong>Veio</strong><br />
l’ambiente <strong>di</strong> forra<br />
Nelle profon<strong>di</strong>tà delle valli tufacee si può scoprire un mondo straor<strong>di</strong>nario caratterizzato da una<br />
grande <strong>di</strong>versità ambientale e biologica: le forre sono gli ambienti più spettaco<strong>la</strong>ri del <strong>Parco</strong>. Il territorio<br />
è infatti solcato da un significativo sistema <strong>di</strong> incisioni che, scavate dal gran numero <strong>di</strong> torrenti<br />
e fossi che attraversano il <strong>Parco</strong>, rappresentano degli importantissimi corridoi ecologici.<br />
Infatti, a causa del<strong>la</strong> <strong>di</strong>fficile accessibilità, in corrispondenza delle forre si è potuta mantenere una<br />
copertura boschiva densa e continua, che risulta invece rarefatta in gran parte del territorio del<br />
<strong>Parco</strong> dove sono prevalse le attività agro-pastorali. Le partico<strong>la</strong>ri con<strong>di</strong>zioni microclimatiche che si<br />
instaurano all’interno delle forre (elevato ombreggiamento, variazioni <strong>di</strong> temperatura ed umi<strong>di</strong>tà<br />
poco accentuate, ristagno <strong>di</strong> nebbie, assenza <strong>di</strong> vento, inversione termica) fanno sì che queste <strong>di</strong>ventino<br />
siti <strong>di</strong> rifugio per le specie cosiddette “microterme”, legate cioè ad ambienti a clima freddo tipici<br />
<strong>di</strong> quote altimetriche superiori. Tra le specie più significative si ricordano l’agrifoglio (Ilex aquifolium)<br />
e l’Acero opalo (Acer obtusatum), tipiche dei boschi <strong>di</strong> faggio.<br />
L’ambiente delle forre fornisce inoltre le con<strong>di</strong>zioni ottimali per lo sviluppo e <strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> felci,<br />
<strong>di</strong> cui il <strong>Parco</strong> può vantare un numero notevole, che raggiunge le 16 entità tra cui alcune <strong>di</strong> partico<strong>la</strong>re<br />
rarità. Tra le specie <strong>di</strong> maggior interesse si ricordano Athyrium filix-femina Dryopteris filix-mas,<br />
Polystichum setiferum e Polystichum aculeatum.<br />
Molte felci avevano una <strong>di</strong>stribuzione più estesa nel periodo Terziario (da 65 a 2 milioni <strong>di</strong> anni fa)<br />
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Fosso del<strong>la</strong> Citerna – Castelnuovo <strong>di</strong> Porto