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Fino all'ultimo sangue - istrit.org

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no mi buttò a terra altri due soldati. Mi rialzai tutto sporco di [fango]. Ma gli altri<br />

due erano rimasti lì fulminati. E con un ultimo slancio, urlando mi buttai nel<br />

fosso avversario giusto in tempo per evitare le schegge di una bomba a mano<br />

che per fortuna mi era passata di lato. Dei miei soldati, parte mi avevan preceduto,<br />

parte mi avevan seguito. Allora cominciò la caccia al nemico nella trincea.<br />

Un diavolone biondo mi si spianò davanti con la baionetta inastata, mi puntò,<br />

ma fui più svelto di lui a far partire il colpo. Il continuo allenamento di tiro con<br />

la pistola che avevo fatto in batteria mi giovò. Gli piantai la pallottola nel collo.<br />

Si appoggiò un momento al parapetto della trincea e poi rotolò giù rantolando<br />

sillabe e <strong>sangue</strong>. Lo oltrepassai dandogli con la baionetta un colpo di grazia<br />

al petto. Ero invasato dal furore di uccidere: vedevo <strong>sangue</strong>, ero in delirio. Ne<br />

buttai giù un altro che stava alzando le mani in segno di resa. Capitai addosso<br />

ad un terzo. Feci appena in tempo ad acc<strong>org</strong>ermi che era uno dei nostri. [...].<br />

[Il soldato], un bruno ardente mi fece cenno di fermarmi. Ma mentre mi stava<br />

spiegando che dietro di lui non c'erano più nemici una bomba a mano tiratagli<br />

addosso a tradimento lo sfracassò. Attraverso il fumo vidi un graduato austriaco<br />

con la faccia selvaggia. Non pensavo più al pericolo e scavalcando il morto mi<br />

ci buttai addosso. Aveva in mano un pugnale. Gli spianai addosso la pistola ma<br />

il colpo fece cilecca. L'udii che sghignazzava. Ma era troppo tardi per fermarmi.<br />

A testa bassa gli fui sopra, l'elmetto mi evitò la pugnalata, ma feci a tempo a<br />

buttargli la baionetta nel ventre. Diede un «ach!» di stupore e poi andò giù. Mi<br />

fermai. Dietro di me venivano altri nostri: era la seconda ondata che ci aveva<br />

raggiunto attraverso il fuoco di sbarramento. Ma ne avevo abbastanza. L'entusiasmo<br />

era sbollito e dietro di me sentivo il fuoco nemico che ancora tirava<br />

sullo sbarramento. Mi misi affannosamente alla ricerca del capitano. Lo trovai e<br />

gli gridai in faccia che avevo avuto l'ordine di tornare in batteria. Alzò le spalle<br />

e mi disse di si. Da me non voleva altro. Attesi che il fuoco nemico si calmasse<br />

e ne approfi ttai per scappare al punto dove mi attendeva Savelli. Ripassai per il<br />

no man's land 38 che avevo superato pochi minuti prima. In terra diversi morti<br />

e feriti. I più leggeri arrancavano indietro lasciando [...] una striscia di <strong>sangue</strong>.<br />

Finalmente raggiunsi la Callaltella e trovai insieme a Savelli un uffi ciale del 35°<br />

che era giunto da pochi minuti. Lo informai di tutto e lo lasciai senza perdere<br />

tempo. Facemmo di corsa, sotto il tiro nemico, la strada fi no ai cavalli che trovammo<br />

tutti, per fortuna, sani e salvi ed al galoppo ci allontanammo. Ripassammo<br />

il fosso prodotto dal colpo nemico. L'uomo pendeva sempre miserabile! E<br />

fi nalmente si fu sulla strada di San Biagio ed in un quarto d'ora si giungemmo<br />

in batteria. Cacciai un gran respiro..<br />

38 Terra di nessuno.<br />

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