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vate da parte degli stessi austriaci non mancò di produrre la sua parte di danni.<br />
Commenta Peter Fiala: «…nel giugno del 1918 il ministro della guerra, barone<br />
von Störger-Steiner, aveva dichiarato che era impossibile mantenere un<br />
segreto nell'ambito del suo ministero». 67 In Austria insomma, non c'era nessuno<br />
che non fosse a conoscenza dell'imminente offensiva: la notizia aveva anzi<br />
prodotto enormi aspettative nella pubblica opinione. Come sperare dunque<br />
che l'avversario italiano la ignorasse?<br />
Un piano d'attacco mal congegnato<br />
I nostri comandi erano a conoscenza delle bellicose intenzioni austriache.<br />
Ignoravano però un elemento di vitale importanza. Qual era il punto dell'attacco<br />
principale? La spiegazione del fatto che, nonostante le ripetute fughe<br />
di notizie, tale dato ci era ancora ignoto, è molto semplice: quel punto non<br />
esisteva… Tra il 18 e il 19 giugno, fra le truppe combattenti era stato fatto<br />
circolare un comunicato, ripreso dopo la battaglia anche dalla stampa italiana.<br />
68 Diffuso tra le truppe nell'imminenza dell'offensiva, esso esaltava il<br />
gigantismo dello sforzo che le armate della duplice monarchia si apprestavano<br />
a compiere, sottolineando il fatto che per gli italiani sarebbe stato inutile<br />
cercare di riconoscere il punto dell'attacco principale, per farvi accorrere in<br />
tempo le riserve. L'intero fronte infatti sarebbe stato sottoposto a una tale<br />
pressione che qualsiasi riserva si sarebbe rivelata insuffi ciente. Questi proponimenti<br />
celavano però una realtà diversa. Il piano austriaco è il frutto di<br />
una complicata quanto mal riuscita mediazione tra le richieste dei maggiori<br />
protagonisti della guerra sul nostro fronte: Conrad, Boroevic, l'Arciduca Giuseppe,<br />
il barone Waldstätten e il generale Krauss. A tali richieste, il Comando<br />
Supremo sembra incapace di opporsi, fi nendo così per spalmare le sue forze<br />
lungo tutto il fronte… Conrad vuole un attacco sull'altipiano dei Sette Comuni<br />
e sul monte Grappa, a cavallo del fi ume Brenta, cosicché la fanteria, una<br />
volta annientate le nostre difese, possa dilagare in pianura e raggiungere la<br />
linea del Bacchiglione. L'obiettivo è quello di prendere alle spalle gli italiani<br />
sul Piave e di impedire loro la fuga. L'Alto Comando non si oppone, ma fa<br />
mancare l'apporto di forze necessario a porre l'operazione Radetzky in condizioni<br />
di riuscire. Il barone Waldstätten, è invece il creatore dell'operazione<br />
Lawine. Egli vuole attaccare dal Trentino, dal passo del Tonale e dalla val Camonica,<br />
per puntare su Milano. Anche a lui non si può dire di no. Durante la<br />
Strafexpedition è stato a fi anco dell'imperatore Carlo, allora inesperto comandante<br />
del XX corpo d'Armata... Boroevic dal canto suo, chiamato ad operare<br />
67 Fiala, Peter, 1918. Il Piave..., op cit., p. 14.<br />
68 Cfr. infra, p. 150.<br />
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