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Fino all'ultimo sangue - istrit.org

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La sorte degli austriaci…<br />

Nonostante l'enormità dello sforzo che continuano a profondere, gli attaccanti<br />

non riescono ad ottenere risultati apprezzabili. «Il nemico - scrive ancora Baroni -<br />

dopo aver gettato nella battaglia ben 40 divisioni si trova ad aver potuto concludere<br />

poco; le linee generali della manovra immaginata dal maresciallo Boroevic si sono<br />

ridotte a due brevi tratti di relativa importanza perché né dal Montello né da San<br />

Donà di Piave, l'azione del nemico ha potuto produrre un turbamento nelle grandi<br />

linee difensive italiane…» Aggiunge Fraccaroli: «La battaglia lungo il Piave continua<br />

con furore di tempesta. Ma su tre zone arde con più implacabile veemenza. Sono i<br />

tre punti dai quali il Comando austriaco credeva di poter invadere subito la pianura<br />

trevisana: il Montello, la zona Candelù-Fagarè, la zona occidentale di San Donà.<br />

Sul Montello […] abbiamo intrapreso un'azione sistematica […] che ormai non è più<br />

solo difensiva […] ma è diventata offensiva. Le divisioni della VI armata […] sono ora<br />

costrette a difendersi sull'angusta zona di terreno ove le nostre truppe le stringono<br />

d'appresso. [Fra Candelù e San Biagio] i nemici, premuti verso il Piave, si trovano<br />

nelle stesse condizioni di quelli del Montello. Non han ponti, non han collegamenti.<br />

[…] Più giù, nella zona Fossalta-Palude del Sile, altre riconquiste. Il saliente verso<br />

Meolo è ridotto.. L'osteria di Fossalta, le case di Capo d'Argine, la linea della Fossetta<br />

sono tornati a noi. L'occupazione del nemico si restringe».<br />

Il Montello<br />

Sui combattimenti che sono in corso lungo le pendici del Montello Baroni scrive:<br />

«Per il magnifi co impeto delle nostre fanterie […], l'intera fronte d'attacco nemico<br />

ha dovuto arretrare ed il nemico ha tentato invano di allargare le sue occupazioni,<br />

invano tentando di operare un collegamento. Arginato ovunque, il nemico logora le<br />

sue truppe in staccati combattimenti che mettono la sua resistenza a dura prova e lo<br />

costringono a lasciare il terreno seminato di cadaveri. Sembra quasi che i combattimenti<br />

che si svolgono sulle groppe del Montello siano l'espressione di uno sforzo<br />

disperato, non più per raggiungere gli obiettivi prima della battaglia fi ssati dalla tracotanza<br />

del maresciallo, bensì per mantenere l'occupazione». Anche sul Montello<br />

dunque, la capacità di penetrazione austriaca, si è esaurita. Ora non resta altro da<br />

fare che tentare di proteggere i magri risultati ottenuti. Arnaldo Fraccaroli invece,<br />

propone un epico riassunto degli ultimi giorni di battaglia che, più simile ad un romanzo<br />

d'appendice che a un resoconto giornalistico, è destinato a lasciare col fi ato<br />

sospeso i lettori del Corriere della Sera: «La nostra azione di contrattacco è ancora<br />

in corso - esordisce - e mentre il combattimento continua, non è prudente anticipare<br />

giudizi». Fraccaroli racconta che il primo giorno di battaglia «con una vasto [lancio]<br />

di gas e creando cortine fumogene la VI armata austriaca aveva gettato sul Montello<br />

un'intera divisione». Nel giro di due giorni, le divisioni impiegate erano salite<br />

addirittura a tre. Ma l'invasione nemica «trovò subito nell'ostinata difesa delle linee<br />

successive ostacoli continui al suo progredire. Episodi meravigliosi dell'ardimento<br />

italiano ne intralciavano la marcia». Volendo unire alla forza della prosa anche la<br />

potenza della suggestione per immagini, l'inviato del Corriere fa ampio ricorso allo<br />

strumento della similitudine. Ecco allora che «i nostri nuclei rimasti nelle linee sorpassate»<br />

diventano «isolotti nella marea nemica». Essi continuano a combattere<br />

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