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sentimenti, di tutte le volontà. Giù in Italia si dormiva a quell'ora custoditi dalla<br />
nostra veglia. Sul Piave soldati d'Italia o si vince o si muore. E si stava mantenendo<br />
la parola di fede lanciata da un ignoto. Monte Grappa tu sei la mia patria!<br />
E l'estremo baluardo della patria resisteva incrollabile alla tormenta. «Meglio<br />
vivere un giorno da leone che cento anni da pecora» ammoniva la frase ripetutamente<br />
scritta da uno sconosciuto sulla stazione di Fagarè, lungo le trincee,<br />
sui baracchini, sui sacchetti a terra. Aveva letto il nemico la frase bella ed indomita?<br />
La gloria, la fortuna, l'onore d'Italia, lungo un reticolato sanguinoso.<br />
Chi avrebbe potuto rifi utarsi? Chi avrebbe voluto opporsi? Chi avrebbe osato<br />
arrestare l'opera santa? E' lì la piaga sanguinosa, pulsante, cacciante <strong>sangue</strong> ad<br />
ogni istante. Soldato d'Italia, qui si vince o si muore. E si sapeva morire. Ad<br />
ogni istante il sacrifi cio si rinnovava per la patria. Non era una vana parola, non<br />
era solamente un simbolo, era qualche cosa di profondamente radicato in noi<br />
che ci dava forza, vita o morte.<br />
Un alzarsi più violento di razzi illuminanti. Poi uno sgranare rapido e convulso<br />
di mitragliatrici. La linea riprende il suo nervosismo. Per poco però. Di nuovo<br />
tace. Di nuovo la calma. Ed ecco una raffi ca di artiglieria: è la muta del 75 che<br />
si risveglia. Qualche 149, grosso mastino, proteso nell'ombra contro il nemico.<br />
Un improvviso concentramento lungo il fi ume e al di là del fi ume. Quanti cadaveri<br />
aveva fi nora rotolato sul suo fondo il Piave? Li portava a Venezia [ma]<br />
non come avevano desiderato... Ed altri ancora ne avrebbe travolti e pochi sarebbero<br />
ritornati al di là. Erano venuti verso di noi e ci sarebbero rimasti.<br />
- Ricorderete con terrore il Piave - pensai - che vedevate scendere scintillante<br />
sotto il plenilunio, fra una sponda e l'altra per segnare un limite invalicabile.<br />
Avete voluto essere i più forti, sarete i più deboli. La vostra brama non sarà<br />
saziata, ripasserete scherniti per quei nostri poveri piccoli, santi paesi dove<br />
eravate entrati con la frode, dove avevate usata tutta la violenza. L'ultima parola<br />
saremo noi a dirla.<br />
Mi rinfi lai sotto la tenda mi avvoltolai, seduto, in una coperta per non lasciarmi<br />
penetrare dall'umido. Pensavo però che stavo sempre meglio di quei fanti eroi<br />
sconosciuti che stavano in piedi nel fango e nell'acqua di un fosso con gli occhi e<br />
le orecchie sbarrate nel buio fra il puzzo dei cadaveri. Ci è sempre chi sta peggio<br />
di noi... Su per l'aria si sentiva passare uno stormo di aeroplani. Si capiva che<br />
erano nostri da bombardamento. Andavano a compiere la loro missione di ogni<br />
notte sui principali obiettivi nemici. Aeroplani loro invece, fi nora se n'erano visti<br />
pochissimi ad eccezione del 15, quando accompagnarono le ondate di fanteria<br />
attaccanti, mitragliando a bassa quota. E poi, in seguito, quasi niente. Per aria<br />
eravamo noi a tenere il predominio. Ed anche per terra l'avremmo ottenuto...<br />
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