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Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei ...

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quattro cifre, talora con le stesse etichette diagnostiche, che apparivano sotto entrambi gli assi. Inoltre, molti<br />

consideravano il sistema non sufficientemente esauriente. Per superare questi problemi, nella bozza della Decima<br />

Revisione, l‟informazione con asterisco fu limitata a 82 categorie omogenee a tre caratteri per uso facoltativo. Tale<br />

approccio consentiva l‟assegnazione di due codici a quelle etichette diagnostiche contenenti informazioni relative sia<br />

ad un processo patologico di base generalizzato che ad una manifestazione o complicanza a carico di un particolare<br />

organo o sede, consentendo il recupero <strong>dei</strong> dati o la tabulazione secondo entrambi gli assi.<br />

Queste caratteristiche della proposta per la Decima Revisione furono accettate dalla Conferenza.<br />

Ciascuno <strong>dei</strong> settori fu presentato alla Conferenza con una descrizione <strong>dei</strong> cambiamenti rispetto alla Nona Revisione<br />

ad alcune informazioni indispensabili per comprendere alcune innovazioni. Alcune questioni relative a modificazioni<br />

nella struttura <strong>dei</strong> settori furono discusse dalla Conferenza e fu raggiunto un accordo in seguito a modificazioni<br />

effettuate dagli addetti alla Segreteria.<br />

4. Criteri e definizioni relativi alla salute materna e infantile<br />

La conferenza considerò con interesse le definizioni raccomandate, i criteri e i requisiti relativi alla mortalità materna<br />

e alla mortalità fetale, perinatale, neonatale ed infantile per la Decima Revisione. Tali raccomandazioni erano il<br />

risultato di una serie di riunioni e consultazioni speciali e avevano come obiettivo il miglioramento della comparabilità<br />

<strong>dei</strong> dati.<br />

La Conferenza concordò sull‟opportunità di mantenere le definizioni di nato vivo e morte fetale così come erano<br />

riportate nella Nona Revisione.<br />

Dopo qualche discussione, la Conferenza organizzò un gruppo di lavoro sulla mortalità materna e, in base alle<br />

raccomandazioni di questo, concordò di mantenere anche la definizione di morte materna così come era riportata nella<br />

Nona Revisione.<br />

Al fine di migliorare la qualità <strong>dei</strong> dati sulla mortalità materna e fornire metodi alternativi di raccolta <strong>dei</strong> dati sui<br />

decessi avvenuti durante la gravidanza o correlati ad essa, e anche per incoraggiare la registrazione <strong>dei</strong> decessi da<br />

cause ostetriche avvenuti dopo più di 42 giorni dal termine della gravidanza, furono formulate dal gruppo di lavoro<br />

due ulteriori definizioni, “morte correlata alla gravidanza” e “morte materna tardiva”. [Esse sono riportate alla pagina<br />

1090]<br />

La Conferenza<br />

RACCOMANDO‟ che i Paesi valutassero l‟opportunità dell‟inserimento nelle schede di morte di quesiti<br />

relativi ad una gravidanza in atto o nell‟ultimo anno precedente il decesso.<br />

La Conferenza concordò sul fatto che, essendo il numero di nati vivi più universalmente disponibili rispetto al numero<br />

totale <strong>dei</strong> nati (nati vivi più morti fetali), esso dovrebbe essere utilizzato come denominatore nei tassi associati alla<br />

mortalità materna [come specificato nel volume 2]<br />

Riguardo alla mortalità perinatale, neonatale e infantile, fu fortemente raccomandato che i tassi pubblicati basati su<br />

coorti di nati fossero identificati e differenziati.<br />

La Conferenza confermò la pratica di esprimere l‟età in unità temporali finite e, in tal modo, designò il primo giorno<br />

di vita come giorno zero.<br />

La Conferenza<br />

RACCOMANDO‟ l‟inclusione, nel manuale della Decima Revisione del „ICD, di definizioni, criteri e<br />

requisiti per la pubblicazione <strong>dei</strong> dati relativi alla mortalità materna, fetale, perinatale, neonatale e infantile.<br />

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