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16 Terra e Vita [ ATTUALITÀ ] n. <strong>24</strong>/2012<br />
16 giugno 2012<br />
ESTERI Per commercializzare prodotti e offrire servizi. <strong>Il</strong> problema dei rapporti con professionali e op<br />
Coop spagnole, futuro concentrato<br />
DI VIDAL MATÈ <br />
Redazione Agronegocios<br />
Pochi giorni fa le Cooperative<br />
agroalimentari e le tre<br />
organizzazioni agricole<br />
spagnole Upa, Asaja e Coag (Unione<br />
dei piccoli agricoltori, Associazione<br />
dei giovani agricoltori, Coordinamento<br />
delle organizzazioni di<br />
agricoltori e allevatori), hanno sottoscritto<br />
una dichiarazione nella<br />
quale le tre sigle appoggiano lo sviluppo<br />
di una politica che dia impulso<br />
all’integrazione cooperativa per<br />
concentrare la commercializzazione<br />
dei prodotti agricoli.<br />
I rapporti tra le cooperative e le<br />
organizzazioni agricole non sono<br />
sempre stati dei migliori, a volte<br />
sono sorti problemi per la ripartizione<br />
delle competenze, perciò la sigla<br />
di questo impegno ad appoggiare<br />
le entità associative rappresenta<br />
un elemento positivo per l’intero<br />
settore agricolo. Tutte le parti sono<br />
d’accordo sul fatto che le cooperative<br />
debbano concentrarsi sull’acquisto<br />
di mezzi di produzione e sulla<br />
RIFORMA PAC<br />
Più op<br />
anche nel vino<br />
POMODORO<br />
Cirio negli Usa<br />
con Colavita<br />
commercializzazione dei loro prodotti.<br />
Quel che non è chiaro è come<br />
si intendano distribuire le rimanenti<br />
competenze per ciascuna sigla<br />
che gravitano nell’ambito agricolo.<br />
Nell’ottica di sostenere l’interesse<br />
generale di agricoltori e allevatori,<br />
le cooperative o le società<br />
agricole di trasformazione avrebbero<br />
sostanzialmente come priorità<br />
quella della commercializzazione in<br />
entrambe le direzioni, oltre ad offrire<br />
ai propri soci una gamma di servizi,<br />
oggi senza limiti.<br />
Le organizzazioni agricole “generaliste”<br />
sono nate fondamental-<br />
«I<br />
C irio<br />
(Gruppo Conserve Italia) punta sul mercato Usa siglando un<br />
accordo commerciale in esclusiva con la Colavita Usa, controllata<br />
americana della Colavita Spa, società italiana che opera nella produzione e<br />
distribuzione dell’olio extra vergine di oliva di alta qualità in oltre 70 Paesi.<br />
Da oltre 30 anni Colavita Usa è tra i più grandi importatori nel nord America<br />
di prodotti italiani e distribuisce oltre ai prodotti Colavita i marchi Motta,Perugina,<br />
San Benedetto e altre unicità italiane.<br />
L’accordo prevede la distribuzione e la vendita del pomodoro Cirio sia nel retail sia nell’horeca in tutti i<br />
50 stati Usa. «Malgrado l’indubbia rilevanza del mercato Usa – sottolinea Cesare Concilio, direttore<br />
commerciale estero di Conserve Italia – finora non era presente e attivo in nord America alcun brand di<br />
spicco e di primaria importanza nelle conserve di pomodoro ‘autenticamente’ italiano». T.V.<br />
mente per rivendicare dei diritti,<br />
ma anche per offrire servizi ai propri<br />
membri, come del resto quelle di<br />
settore.<br />
Le organizzazioni di produttori<br />
sono sorte anch’esse per organizzare,<br />
concentrare e commercializzare<br />
l’offerta e quelle interprofessionali<br />
come punto di incontro tra il mondo<br />
della produzione e quello dell’industria,<br />
a difesa dei comuni interessi.<br />
In linea di principio, tutte le sigle<br />
nascono con un medesimo obiettivo<br />
generale, offrire servizi al settore<br />
agricolo pur se da prospettive<br />
diverse. Ma i processi di cambia-<br />
l problema principale anche nel comparto vinicolo resta l’eccessiva<br />
frammentazione della produzione, a fronte di una concentrazione della<br />
domanda, soprattutto nella distribuzione». Così Angelo Villafranca, rappresentante<br />
delle cooperative spagnole, ha sintetizzato uno dei principali problemi cui la<br />
riforma della Pac dovrebbe dare risposte secondo le cooperative di Italia, Francia<br />
e Spagna, riunitesi a Parigi.<br />
Ribadita la necessità di sostenere la creazione e lo sviluppo delle op di vino (Op), di concentrare<br />
l’offerta, aumentando di conseguenza il potere contrattuale dei produttori. «Le prospettive per lo<br />
sviluppo di mercato – ha spiegato il francese Denis Verdier (Ccvf) – sono principalmente nell’export<br />
e ciò richiede strutture aziendali assolutamente più forti ed organizzate».<br />
Si attendono ora le proposte di riforma: «Le prime anticipazioni vanno nella giusta direzione – ha<br />
dichiarato Adriano Orsi a nome delle cantine italiane – anche se le cooperative europee invitano a<br />
rafforzare la definizione e i compiti delle op affinché vengano costituite su iniziativa dei produttori, abbiano<br />
una dimensione minima e dispongano di sufficienti risorse tecniche e umane. Fondamentale che abbiano<br />
come compito principale la commercializzazione dei vini dei loro associati per garantire la concentrazione<br />
dell’offerta. T.V.<br />
mento nella politica agricola han<br />
fatto sì che alcuni obiettivi, come gli<br />
aspetti rivendicativi, abbiano perduto<br />
forza, mentre guadagna peso,<br />
o dovrebbe guadagnarlo, la collaborazione<br />
con le amministrazioni per<br />
lo sviluppo della politica agricola e,<br />
soprattutto, quando il settore necessita<br />
e richiede servizi di vario<br />
tipo, consulenza, divulgazione, organizzazione,<br />
formazione, ma anche<br />
supporto per la gestione della<br />
Pac o la contrattazione delle polizze<br />
assicurative.<br />
È necessario definire delle premesse<br />
chiare, cosa che in passato<br />
non è stata fatta; è per questo che<br />
oggi il settore agricolo ha bisogno di<br />
una ripartizione delle competenze<br />
tra le varie sigle in base a degli<br />
accordi, e non certo di una battaglia.<br />
Occorre definire gli spazi, soprattutto<br />
per quel che riguarda i<br />
servizi, e in certi casi, anche per<br />
mantenere una ragion d’essere.<br />
Questo non dovrebbe oscurare<br />
quanto fatto in passato: è sintomatico<br />
che in tutti questi anni sono<br />
diminuite le iscrizioni e calato l’interesse<br />
per le organizzazioni agricole,<br />
ma non dove esse offrono servizi,<br />
oltre ad accorrere al tavolo della politica<br />
e a emettere comunicati stampa,<br />
che pure è una cosa positiva. <br />
(Traduzione di Maria Schiavoni)