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n. <strong>24</strong>/2012 [ TECNICA E TECNOLOGIA ] Terra e Vita 33<br />
16 giugno 2012<br />
1-L’integrazione dei<br />
comandi nel trattore è uno<br />
dei vantaggi dei caricatori<br />
prodotti dai trattoristi stessi.<br />
2-3 - I caricatori forniti<br />
dal costruttore di trattori<br />
vengono studiati e realizzati<br />
pensando alle caratteristiche<br />
della macchina su cui<br />
saranno montati.<br />
più osteggiata è quella sulla adattabilità<br />
del caricatore al trattore.<br />
Gli attrezzi davvero adattabili, dicono,<br />
sono proprio i multimarca:<br />
non soltanto perché esiste un attacco<br />
specifico per ogni modello<br />
di trattore, ma soprattutto perché<br />
in officina si studia la soluzione<br />
più adatta alle caratteristiche della<br />
macchina su cui sarà montato il<br />
caricatore. Si pensi, per esempio, a<br />
un mezzo che monta ruote larghe<br />
oppure a uno molto vecchio e che<br />
quindi ha dimensioni e bilanciamento<br />
diversi rispetto ai nuovi<br />
modelli: i grossi costruttori, lavorando<br />
in modo standardizzato,<br />
non possono dare risposte “su misura”<br />
ai problemi di un agricoltore,<br />
mentre le officine in cui si fabbricano<br />
i caricatori multimarca<br />
IBRIDI<br />
Di fabbrica<br />
ma non originali<br />
3<br />
hanno questa possibilità. Anche i<br />
comandi non sono sempre così<br />
alieni dal design del trattore. Anzi,<br />
sui mezzi più recenti è possibile<br />
integrare i controlli del caricatore<br />
nei comandi del bracciolo, proprio<br />
come accade per quelli<br />
montati in fabbrica.<br />
Altro vantaggio dei caricatori<br />
generici è la versatilità. Per esempio,<br />
è possibile montare gli attacchi<br />
di un caricatore su più trattori,<br />
anche di marche diverse, e dunque<br />
usare lo stesso attrezzo su due<br />
o tre mezzi. Infine – ma questo<br />
riguarda soltanto i costruttori italiani<br />
– si fa notare da più parti che i<br />
caricatori costruiti nel nostro paese<br />
non hanno nulla da invidiare a<br />
quelli che nascono Oltralpe o in<br />
terra teutonica.<br />
C ome<br />
abbiamo scritto sopra, soltanto<br />
una minoranza di costruttori di trattori<br />
fabbrica in proprio anche i caricatori frontali.<br />
Altri, come New Holland, hanno preferito<br />
stringere accordi con ditte specializzate in<br />
questo settore. Ha ancora senso parlare di<br />
perfetta integrazione tra macchina e attrezzo, in casi come questo? A<br />
sentire Andrea Castelli, agricoltore di Castelnuovo Bozzente (Co),<br />
certamente sì. Castelli usa da ormai diversi anni un T 5060 con<br />
caricatore fornito dalla stessa concessionaria, sebbene non realizzato<br />
da New Holland. «Non fatto da New Holland, ma fatto per questo<br />
trattore, tuttavia. Tant’è vero che l’integrazione con la macchina è<br />
perfetta. Per esempio, quando lo stacchi non resta quasi niente,<br />
certamente non ci sono piastre o bracci che ostacolino la visibilità, cosa<br />
che ho visto accadere con alcuni caricatori di marchi indipendenti».<br />
Castelli usa il caricatore soprattutto per la movimentazione di<br />
legname: sia tronchi sia materiale già spaccato e pronto per la<br />
GLI AGRICOLTORI<br />
“MONOCOLORE”<br />
Sentiamo ora qualche opinione<br />
degli utilizzatori finali, come si dice,<br />
ovvero agricoltori e allevatori.<br />
Cominciamo da chi ha acquistato<br />
trattore e caricatore dello stesso<br />
marchio, scegliendo tra i costruttori<br />
che realizzano totalmente in<br />
proprio i caricatori frontali. Alessandro<br />
Cassi vive e lavora sulle<br />
colline di Piacenza e da un anno<br />
usa un Kubota 8540 con annesso<br />
caricatore, sia per la pulizia della<br />
stalla sia per la fienagione. «Al<br />
momento di cambiare trattore ci<br />
hanno proposto Kubota e abbiamo<br />
voluto provarlo. Visto che dovevamo<br />
cambiare anche il caricatore<br />
e Kubota lo monta in fabbrica,<br />
abbiamo preso il pacchetto<br />
vendita. «Non mi serviva<br />
un attrezzo particolarmente<br />
grande e questo mi ha<br />
fatto scartare alcuni modelli,<br />
troppo ingombranti<br />
per le mie esigenze. Altri<br />
non mi sono piaciuti per la<br />
qualità dei materiali. Inoltre,<br />
ho la tendenza, quando<br />
compero una macchina,<br />
a tenerla come esce<br />
dalla fabbrica e quindi non<br />
mi piaceva l’idea di dover<br />
intervenire ancora per<br />
completo, anche perché Kubota è<br />
un’autorità nel movimento terra»<br />
ci spiega l’allevatore.<br />
«Ci troviamo molto bene: il caricatore<br />
– continua Cassi –ècostruito<br />
apposta per questo trattore<br />
e si vede. Per esempio, il joystick è<br />
integrato nella consolle della macchina<br />
e anche molto comodo, essendo<br />
vicino al bracciolo. Inoltre,<br />
l’impianto è ben bilanciato sulla<br />
macchina: anche quando si alza<br />
un carico pesante, non si hanno<br />
conseguenze. Naturalmente l’altezza<br />
massima non è molto elevata,<br />
perché il trattore è piccolo. Comunque<br />
la velocità di lavoro è<br />
buona e si trasportano tranquillamente<br />
due rotoballe per volta. Altro<br />
aspetto importante è la maneggevolezza,<br />
molto alta e che<br />
non è compromessa dal peso del<br />
carico trasportato. Infine, mi piace<br />
molto il sistema di aggancio: è veloce<br />
e quando stacco il caricatore,<br />
praticamente viene via tutto:<br />
quindi non ho nessun intralcio alla<br />
visibilità».<br />
Altra testimonianza interessante<br />
è quella di Adolfo Bonzani,<br />
agricoltore e contoterzista di Canonica<br />
d’Adda (Bg), che usa sia<br />
un caricatore originale sia uno<br />
multimarca: «Abbiamo un vecchio<br />
Stoll e poi un John Deere, acquistato<br />
in contemporanea e<br />
Alcune case di trattori hanno<br />
preferito stringere accordi<br />
con ditte specializzate nella<br />
costruzione di caricatori frontali.<br />
modifiche e adattamenti. Con il caricatore fornito da New Holland mi<br />
trovo bene, il joystick è stato aggiunto dopo ma funziona a dovere e<br />
come ho detto l’abbinamento è davvero ben studiato». O.R.