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70 Terra e Vita [ SPECIALE DIFESA ORTIVE ] n. <strong>24</strong>/2012<br />
16 giugno 2012<br />
dita di produzione. Su melone si<br />
possono avere anche effetti negativi<br />
sull’aroma dei frutti.<br />
STRATEGIE DI DIFESA<br />
<strong>Il</strong> controllo della malattia potrebbe<br />
essere aiutato da:<br />
– impiego di varietà resistenti,<br />
Una specie, cinque razze.<br />
– limitazione, per quanto Ramo conidioforo<br />
possibile, delle piante infestan- di Podosphaera xanthii.<br />
ti (Sonchus arvensis è in genere<br />
molto suscettibile alle infezioni oidiche),<br />
– adozione di più ampi sesti di impianto colturali,<br />
– razionalizzazione della concimazione azotata.<br />
Per quanto concerne Podosphaera xanthii, sono note almeno 5<br />
razze fisiologiche (in particolare 1,2e5)ingrado di causare sintomi<br />
diversi su melone il quale sembra avere principalmente due diverse<br />
risposte di ipersensibilità: la prima legata alla velocità di formazione<br />
dell’austorio e del tubetto germinativo e a una rallentata sporulazione,<br />
la seconda caratterizzata da un accumulo di callosio nelle cellule<br />
vegetali a rischio di infezione. Caratteri genetici di tolleranza alle<br />
infezioni oidiche sono state inserite, per esempio, in alcune varietà di<br />
melone consigliate sia per colture semiforzate che per colture in<br />
ambiente protetto (tabelle1e2).<br />
Anche se l’utilizzo di varietà resistenti all’oidio rappresenta un<br />
valido strumento di prevenzione della malattia, la difesa chimica, è<br />
ancora estremamente importante, soprattutto nella protezione delle<br />
TAB. 1 - ANTIOIDICI REGISTRATI SULLE CUCURBITACEE IN ITALIA<br />
Cleistoteci.<br />
Corpi fruttiferi di P. xanthii<br />
(foto Luc Bailly).<br />
PRINCIPIO ATTIVO MELONE ANGURIA CETRIOLO ZUCCHINO ZUCCA<br />
TEMPO<br />
DI CARENZA<br />
Zolfo * * * * * 5<br />
Ciflufenamid * * * * * 1<br />
Meptyldinocap * * * * 3<br />
Fenbuconazolo * * * * 7<br />
Myclobutanil * * * * * 3<br />
Bitertanolo * * 14<br />
Penconazolo * * * * * 14<br />
Propiconazolo * 14<br />
Difenconazolo * 7<br />
Tebuconazolo * * * * * 7 (3 zucchino)<br />
Tetraconazolo * * * * 7<br />
Triadimenol * * 14<br />
Triadimenol+zolfo * * 14<br />
Bupirimate * * * * * 3<br />
Azoxistrobin * * * * * 3<br />
Trifloxystrobin * * * * 3<br />
Tryflox+tebuconazolo * * * * * 3<br />
K.methyl+boscalid * * * * * 3<br />
Quinoxifen+zolfo * * * 7 (3 zucchino)<br />
Quinoxyfen * * * 7<br />
A.quisqualis * * * * * -<br />
varietà di cucurbitacee economicamente<br />
importanti, ma prive<br />
del carattere di resistenza all’oidio.<br />
I fungicidi attualmente autorizzati<br />
per le cucurbitacee in<br />
Italia, anche a seguito della recente<br />
introduzione di nuove famiglie<br />
chimiche, sono abbastanza<br />
numerosi (tab. 1). Tuttavia,<br />
dato che non tutte le sostanze<br />
attive sono registrate per tutte le<br />
colture di questa famiglia bota-<br />
nica, è opportuno verificare di volta in volta le etichette dei formulati<br />
prima del loro impiego in campo.<br />
Fra gli antioidici tradizionali, quelli a base di zolfo conservano<br />
tutt’ora un’attività soddisfacente anche se, su alcune colture come il<br />
cetriolo, soprattutto se in coltura protetta, essi possono causare fenomeni<br />
di fitotossicità. La maggior parte degli antioidici di sintesi attualmente<br />
impiegati appartengono alle famiglie dei triazoli e delle pirimidine<br />
(bitertanolo, difenoconazolo, fenbuconazolo, miclobutanil, penconazolo,<br />
propiconazolo, tebuconazolo, tetraconazolo, triadimenol e fenarimol),<br />
delle idrossipirimidine (bupirimate), fenossichinoline (quinoxyfen)<br />
e, infine, delle strobilurine (azoxystrobin, tryfloxistrobin e kresoxim-methyl+boscalid),<br />
queste ultime particolarmente interessanti<br />
per il breve periodo di sicurezza. Infatti, poiché le cucurbitacee sono<br />
caratterizzate da raccolte scalari che si protraggono spesso per periodi<br />
particolarmente prolungati, il rispetto del tempo di carenza è un aspetto<br />
critico della difesa. L’utilizzo di questi nuovi formulati caratterizzati da<br />
un breve periodo di carenza (tre<br />
giorni), ha permesso, almeno in<br />
parte, di superare questa criticità.<br />
Purtroppo l’uso spesso ripetuto<br />
di triazoli e, soprattutto, di<br />
strobilurine porta a selezionare<br />
ceppi dei due agenti patogeni<br />
tolleranti, se non resistenti a queste<br />
famiglie chimiche. Nei confronti<br />
dei triazoli il fungo manifesta<br />
un tipo di resistenza poligenico<br />
ed è necessaria la<br />
mutazione di più geni del fungo<br />
perché si osservi una progressiva<br />
perdita di efficacia. Nel caso<br />
delle strobilurine, invece, la resistenza<br />
è di tipo monogenico e<br />
può manifestarsi nel giro di poco<br />
tempo grazie alla mutazione di<br />
un solo singolo gene. Per questi<br />
motivi vi è la necessità di sviluppare<br />
nuove e più efficaci molecole<br />
in grado di sostituire, nelle<br />
aziende con manifesta resistenza,<br />
i principi attivi che hanno<br />
perso la loro efficacia. A questo<br />
proposito è da sottolineare positivamente<br />
la recente autorizza-