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Rapporto finale/ Final Report (ITA-ENG) - Casa di Carità Arti e Mestieri

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sperimentare ai ragazzi un laboratorio <strong>di</strong> ritmica dello “slam”, un modo per approcciare attraverso il<br />

gioco culture e linguaggi <strong>di</strong>fferenti. A questo si è affiancato anche un laboratorio <strong>di</strong> danze africane,<br />

che ha permesso <strong>di</strong> coinvolgere ragazzi e genitori durante un evento pubblico a scuola.<br />

Lo scambio multiculturale può essere fortemente agevolato dal canale del cibo: per questo scambi<br />

culinari sono stati utilizzati in <strong>di</strong>verse occasioni (soprattutto durante eventi pubblici e presentazioni<br />

ufficiali), come modo per far sperimentare alle persone altre culture e praticare il <strong>di</strong>alogo interculturale.<br />

In alcuni casi la raccolta <strong>di</strong> tutti i materiali utilizzati rappresenta, ad esempio in Spagna e in alcune<br />

scuole italiane, un lascito importante a fine progetto, in quanto sono stati selezionati strumenti <strong>di</strong><br />

lavoro sui temi della <strong>di</strong>scriminazione che saranno utilizzabili negli anni a venire. A tal fine in Spagna si<br />

è realizzata un faldone con tutti i materiali raccolti nel corso del progetto, che rimarrà nella Stanza del<br />

Dialogo per il proseguimento del lavoro.<br />

Se questi sono stati gli strumenti utilizzati, ragazzi e insegnanti hanno talora segnalato anche<br />

strumenti potenziali, non utilizzati per <strong>di</strong>fficoltà operative o mancanza <strong>di</strong> tempo, ma che potrebbero<br />

risultare utili per meglio lavorare sui temi del progetto.<br />

In particolare in Italia si è ad esempio sottolineato con forza la necessità <strong>di</strong> investire maggiormente<br />

in esperienze sul campo, visite e uscite sul territorio che permettano ai ragazzi <strong>di</strong> vedere in prima<br />

persona e toccare con mano alcune situazioni. Una modalità <strong>di</strong> approccio fondata su esperienze vissute<br />

potrebbe permettere in effetti <strong>di</strong> saldare il piano delle conoscenze con quello degli atteggiamenti e dei<br />

comportamenti. Se nell’iniziale programmazione (come riportato ad esempio nel Working Paper 1)<br />

l’impostazione <strong>di</strong> attività “dentro/fuori” era stata prevista, in molti casi non è stato possibile procedere<br />

nelle visite e questo ha rappresentato in qualche modo una mancanza. Un esempio citato dai ragazzi<br />

è stato ad esempio il desiderio <strong>di</strong> visitare moschee, sinagoghe, incontrare membri della comunità<br />

rom, cioè esperire in prima persona situazioni e realtà poco conosciute e <strong>di</strong>fficilmente raggiungibili.<br />

La stessa necessità <strong>di</strong> esperienze <strong>di</strong>rette ha spinto i ragazzi anche a suggerire maggiori occasioni <strong>di</strong><br />

incontri con studenti <strong>di</strong> altre scuole e <strong>di</strong> altri contesti nazionali.<br />

Riguardo ai mezzi da implementare maggiorente, gli studenti hanno insistito anche sulla necessità<br />

<strong>di</strong> essere maggiormente coinvolti nella pre<strong>di</strong>sposizione e preparazione <strong>di</strong> alcuni strumenti. Ad<br />

esempio, l’utilizzo della peer education (come già evidenziato in precedenza) potrebbe essere un utile<br />

strumento per cercare <strong>di</strong> coinvolgere maggiormente i ragazzi esterni al percorso e catalizzare la loro<br />

attenzione. In particolare in occasione <strong>di</strong> eventi pubblici <strong>di</strong> presentazione, i ragazzi hanno evidenziato<br />

come l’efficacia sia stata tanto più alta quanto più si sono coinvolti gli studenti nella preparazione e<br />

nella gestione delle attività, essendo i giovani più propensi ad ascoltare i propri coetanei ed essendo<br />

più probabile utilizzare un linguaggio maggiormente idoneo.<br />

Tra gli elementi da sviluppare in futuro, l’esperienza <strong>di</strong> Cross Community Schools ha mostrato la<br />

necessità (e al contempo la <strong>di</strong>fficoltà) a coinvolgere su questi temi anche i genitori e le comunità<br />

territoriali. Questo aspetto appare fondamentale dal momento che il coinvolgimento dei genitori e della<br />

società circostante può essere un mezzo per moltiplicare gli effetti del percorso educativo realizzato<br />

e per mobilitare risorse e idee sull’importanza dell’inclusione e della <strong>di</strong>versità anche al <strong>di</strong> fuori della<br />

scuola. Il coinvolgimento esterno ha riguardato, nell’ambito del progetto, soprattutto il tentativo da<br />

un lato <strong>di</strong> informare dei percorsi attivati (soprattutto attraverso i giornali e le pubblicazioni de<strong>di</strong>cate)<br />

sia attraverso piccoli eventi creati ad hoc per i genitori. Un’esperienza <strong>di</strong>fficile (soprattutto data l’età

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