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Rapporto finale/ Final Report (ITA-ENG) - Casa di Carità Arti e Mestieri

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La scuola deve affrontare questi problemi senza tacerli o sottovalutarli.<br />

La complessità del problema del razzismo nella società attuale richiede negli educatori, negli insegnanti<br />

e nei genitori uno sforzo <strong>di</strong> acquisizione <strong>di</strong> competenze, <strong>di</strong> capacità <strong>di</strong> osservazione e soprattutto <strong>di</strong><br />

responsabilità che, a partire dalla conoscenza personale, si concretizzi in progetti.<br />

Innanzitutto l’educazione antirazzista deve <strong>di</strong>venire uno degli obiettivi che si pone l’educazione<br />

all’intercultura, in quanto “educazione alla <strong>di</strong>versità”. La scelta delle strategie deve essere soprattutto<br />

fatta nel senso della “converegenza”, mirando cioè maggiormente alla ricerca dell’inclusione, e <strong>di</strong> ciò<br />

che unisce. Il lavoro sui giovani deve partire dalla premessa che è il contatto tra le <strong>di</strong>verse comunità che<br />

promuove la maggior comprensione e abbatte le barriere. Per incoraggiare la maggiore comprensione<br />

e il rispetto reciproco tra le <strong>di</strong>verse comunità <strong>di</strong> appartenenza occorre partire dalla riflessione sulle<br />

singole identità, sulle speranze e sui timori <strong>di</strong> ciascuno, dove i simboli e gli emblemi, la formazione<br />

dell’identità e delle tra<strong>di</strong>zioni culturali sono <strong>di</strong>scusse apertamente.<br />

Occorre promuovere il rispetto per <strong>di</strong>versità, l’apprezzamento per l’inter<strong>di</strong>pendenza, la comprensione<br />

<strong>di</strong> ciò che è comune e <strong>di</strong> ciò che è <strong>di</strong>verso nelle tra<strong>di</strong>zioni, e i benefici della risoluzione del conflitto<br />

attraverso i mezzi non-violenti.<br />

Occorre intrurre aspetti <strong>di</strong>dattici innovativi con l’attenzione alla <strong>di</strong>mensione relazionale e affettiva,<br />

a partire dalla consapevolezza che nessuno apprende se non si sente accolto e riconosciuto, se non<br />

sente <strong>di</strong> essere parte <strong>di</strong> un gruppo e <strong>di</strong> una classe.<br />

Occorre immaginare un’integrazione dei ragazzi stranieri partendo dal tema più ampio del<br />

riconoscimento e dello scambio interculturale, grazie al reciproco racconto <strong>di</strong> storie, racconti<br />

autobiografici e narrazioni, arrivando ad un’idea <strong>di</strong> comune citta<strong>di</strong>nanza che insegni a stranieri e<br />

auctotoni a vivere insieme in pari <strong>di</strong>gnità.

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