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NN. 69/70 LUGLIO-AGOSTO/SETTEMBRE-OTTOBRE 2009 - EPA

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Ora è il tempo di osservare minuziosamente quei<br />

capelli, che lei ha sempre ammirato nel loro stretto<br />

ripiegarsi all’indietro, lisci di brillantina, e che adesso<br />

cascano, pur pettinati, sulla fronte pallida.<br />

E’ sorpresa Anna. Anche la fronte di Benny somiglia ad<br />

una piana senza solchi, come quella dell’uomo che ha<br />

visto prima. Anzi emana un senso di pace maggiore.<br />

Aveva creduto di trovarla corrugata nell’espressione del<br />

dolore. Forse hanno usato delle droghe, per lenire la<br />

sofferenza? Forse non godrò della sua attenzione lucida<br />

in questi attimi od ore che siano?<br />

La risposta le arriva dagli occhi di Benny. Si accorge<br />

solo adesso che sono sempre stati aperti. Che l’hanno<br />

osservata fin da quando è entrata nella camera. Un<br />

lieve rossore colora le guance di Anna, quando<br />

l’accarezza il pensiero che Benny l’abbia vista distrarsi<br />

così facilmente. Quando ha guardato addirittura un<br />

altro. Forse avrò stuzzicato ancora la sua gelosia.<br />

Forse…<br />

Di nuovo il richiamo della vita sposta il baricentro della<br />

sua coscienza. Di nuovo Anna si rimprovera di perdersi,<br />

proprio ora, proprio quando dovrebbe solo immergere i<br />

suoi occhi azzurri in quelli di Benny, ed allagarli,<br />

rendere impossibile separarne gli elementi.<br />

Benny la guarda. È lui. Non vi sono dubbi. Non vi è<br />

alcuna sostanza nel suo corpo, che li allontana.<br />

“Anna…”<br />

La sua voce, forse un po’ stanca.<br />

Mi avvicino. Le sue mani si alzano. Mi invitano. Le<br />

tocco. Le sue mani, sono certa. Quelle che mi<br />

sollevavano e adesso devo tenere su nel loro peso.<br />

Un rumore fastidioso. Una sedia strascicata. È quella su<br />

cui mi trovo seduta senza sapere come. La mia mano<br />

calda stempera il gelido riverbero di quella di Benny.<br />

Perché ho atteso tanto? Quanti giorni, quante notti ho<br />

perso per la mia paura? Perché non ho chinato il mio<br />

capo su questa coperta bagnandola di lacrime e<br />

sentirmi dire da te di non fare così, durante i giorni che<br />

sono volati fissando il muro del corridoio?<br />

Per sempre. Sempre. Ho avuto paura che finisse il<br />

sempre.<br />

Ho dimenticato, questo il mio peggior peccato.<br />

Perdonami Benny, ho dimenticato il sempre. Ho<br />

dimenticato che abbiamo già vissuto tanti sempre. Che<br />

sempre non è qualcosa senza fine, ma qualcosa di cui<br />

non si scorge l’inizio e che dunque non avrà mai fine.<br />

Come l’attimo.<br />

Ma sono ancora in tempo vero Benny ? Lo leggo dai<br />

tuoi occhi.<br />

Non avremo lo stesso sempre dei miei nonni. I loro<br />

sessant’anni. Che poi sono finiti, ma sono stati sempre.<br />

Non avremo altri tramonti rosei da guardare, che poi<br />

finiscono nel buio della notte, ma sono stati sempre.<br />

Ed ora che ho capito, tempo, fai anche tu la tua parte,<br />

rallenta le lancette. Prenditi una pausa. Fa che questo<br />

sempre, la mia mano e i miei occhi in quelli di Benny,<br />

sia un po’ più sempre del sempre. Per te in fondo non<br />

fa gran differenza.<br />

Una mosca ronza e non trova libertà nel vetro. Anna e<br />

Benny sono fermi, nella stessa posizione. Una statua<br />

attorno alla quale si è formata la giusta solitudine.<br />

Ora a parlare è soprattutto Anna. Benny muove appena<br />

la testa, a volte apre gli occhi. Anna sembra cantare più<br />

che parlare. Un canto sommesso. Le parole più intime.<br />

Quelle che provengono dal magma dell’amore. Quelle<br />

che non si possono scrivere o raccontare. Un fluire<br />

continuo che non avrebbe senso spezzettare in frasi,<br />

sintagmi, parole, sillabe. Un pezzo di senso<br />

indivisibilmente autosufficiente.<br />

Quando il bicchiere del tè tintinna sul vetro del<br />

mobiletto, il fluire di parole di Anna cambia ritmo. Ora<br />

racconta altri anni della sua vita. Alcuni molto<br />

drammatici. Altri lieti. Come la compagnia del cane<br />

Iruccia.<br />

Ma si capisce che siamo usciti da quel nucleo. Il<br />

tintinnio del bicchiere è servito a svegliarci da uno stato<br />

ipnotico. Da quel fluire di parole indivisibilmente<br />

autosufficienti, che è stato in fondo, l’intero racconto di<br />

Anna. Del suo amore per Benny. E della sua felicità.<br />

Un racconto che vanamente può essere snocciolato nei<br />

grani di un rosario. Un racconto che andrebbe insufflato<br />

occupando un solo attimo. Li dove si cela il mistero di<br />

un sempre che attendiamo, senza accorgerci di averlo<br />

superato, sbadati, vivendo.<br />

Sara Durantini — Mantova /Parma<br />

CAFFÈ MODÌ<br />

So che mi sta guardando mentre con tutta l’indecisione<br />

del momento ordino uno spritz e una bruschetta.<br />

“Semplice? Pomodoro e mozzarella?” mi domanda la<br />

proprietaria del locale.<br />

Annuisco. “Semplice”.<br />

Mi volto verso Susanna e vedo che sorride<br />

nascondendosi la bocca con la mano.<br />

“Che c’è?” chiedo.<br />

“Niente. E’ che ormai fai così tutti i giorni, dici che<br />

prendi la cioccolata calda e poi cambi idea all’ultimo<br />

momento”.<br />

Già, cambio idea all’ultimo momento. Sembra essere<br />

diventata una prerogativa della mia vita.<br />

Susanna si fa seria. “Come va?”<br />

Non lo so come va, sono single da cinque giorni dopo<br />

tre anni.<br />

Le telefono una sera, mentre sono in macchina. Amo<br />

stare al telefono quando guido. Piove che Dio la manda,<br />

tira vento e gli alberi sembrano potersi spezzare da un<br />

momento all’altro. Non appena lei mi risponde, io<br />

scoppio in lacrime. Non era proprio così che avevo<br />

immaginato di raccontarle tutto. Mi ha dato<br />

appuntamento da Modì, per le sette.<br />

L’ho aspettata sedendomi allo stesso tavolo al quale,<br />

alcuni anni prima, le avevo presentato Cristiano. Cerco<br />

di stare tranquilla, di inspirare e respirare come dice<br />

12<br />

OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l’Altrove A<strong>NN</strong>O XIII – <strong>NN</strong>. <strong>69</strong>/<strong>70</strong> <strong>LUGLIO</strong>-<strong>AGOSTO</strong>/<strong>SETTEMBRE</strong>-<strong>OTTOBRE</strong> <strong>2009</strong>

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