NN. 69/70 LUGLIO-AGOSTO/SETTEMBRE-OTTOBRE 2009 - EPA
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notevole che non accenna il collezionismo di libri, né la<br />
biblioteca reale. Il mecenatismo delle scienze offre una<br />
buona occasione a Carbone per evidenziare – non<br />
senza scopi secondari – una caratteristica molto<br />
preziosa dei monarci: che essi sempre onoravano con<br />
laudi premi e benefici gli studiosi, storici e poeti. Alla<br />
fine del dialogo accenna vagamente il titolo<br />
dell’Imperatore Romano, accentuando quanto desidera<br />
che Mattia lo ottenga, quanto lo ritiene meritevole ad<br />
esso, sia per i propri meriti sia per quelli del padre, e<br />
che grandiosi elogi canterebbe in quest’occasione al Re,<br />
come Imperatore appena incoronato.<br />
Tramite Carbone e Pannonius siamo arrivati a<br />
Ferrara. Fermiamoci un attimo, perché anche in questa<br />
città ci sono alcuni ricordi ungheresi:<br />
Palazzo Paradiso (Foto © Zoltán György Horváth)<br />
Al Palazzo Paradiso – sede della Biblioteca Comunale<br />
Arisotesa in Via delle scienze, 17 – fu una sede antica<br />
dell’Università di Ferrara e parecchi studenti ungheresi<br />
Foto © Zoltán György Horváth<br />
la frequantarono tra loro – come ho già più volte scritto<br />
– Janus Pannonius/Giano Pannonio, allievo della famosa<br />
scuola di Guarino Veronese trascorrendo nella città<br />
degli Estensi lunghi anni. In suo ricordo nell’ottobre del<br />
2002 – in occasione delle manifestazioni del Convegno<br />
su Janus Pannonius (17-19 ottobre 2002) tenuta nella<br />
città presso la Casa dell’Ariosto, in via Ariosto (v.<br />
Osservatoruio Letterario <strong>NN</strong>. 29/30 2002/2003, sull’internet:<br />
http://digilander.libero.it/osservletterdgl1/convegnojanuspannoni<br />
us.htm – hanno inaugurato solennemente una lapide<br />
commemorativa nello scalone d’onore della Biblioteca<br />
Ariostea (v. p. 47).<br />
Nella Chiesa di San cristoforo alla Certosa, nel Castello<br />
Estensa e nella Cattedrale ci sono le tracce magiare.<br />
Nel monastero certosino visse il frate Andrea<br />
Pannonius, l’autore delle opereLibellus de virtutibus (in<br />
omaggio al Re Mattia nel 1476), ed il panegirico<br />
dedicato alla famiglia Estense Ad d. Herculem ducem<br />
civitatis Ferrariensis libri due. Il primo è custodito nella<br />
Biblioteca Vaticana; il secondo si trova nella Biblioteca<br />
Universitaria Estense di Modena.<br />
Cenni storici: Fu Borso d’Este a promuovere, nel<br />
1452, la costruzione di un monastero certosino lontano<br />
dal centro abitato. L'isolamento, come imponeva la<br />
regola d’ordine, fu però breve e già pochi decenni<br />
dopo, con il compiersi dell'Addizione Erculea, il<br />
complesso venne racchiuso nella cerchia delle mura<br />
estensi, perdendo così la caratteristica dì "eremo" ma<br />
entrando nell’immagine della città.<br />
Nel 1498 circa, accanto alla primitiva Chiesa, per volere<br />
di Ercole I d'Este fu avviata la costruzione del nuovo e<br />
attuale Tempio di San Cristoforo che, a croce latina con<br />
una sola navata e sei cappelle laterali, è una delle opere<br />
più originali del Rinascimento ferrarese. La grandiosità<br />
delle proporzioni, che si sposa con la plasticità<br />
dell'architettura modulata dalla luce, ha suggerito<br />
l’attribuzione del progetto a Biagio Rossetti.<br />
Alla fine del Settecento, a seguito delle soppressioni<br />
napoleoniche, i monaci persero il possesso del convento<br />
e della Chiesa, il cui ricco patrimonio artistico fu in parte<br />
disperso. Acquisito dal Comune di Ferrara, il Tempio<br />
venne riaperto al culto nel 1813, mentre l’area adiacente<br />
fu adibita a cimitero pubblico. Le trasformazioni furono<br />
rilevanti, in quanto interessarono l’antica Chiesa e parte<br />
del chiostro, che furono abbattuti, mentre<br />
successivamente fu costruita l’ala sinistra del portico<br />
curvilineo, che segna in modo così caratteristico la piazza<br />
antistante.<br />
Il secondo conflitto mondiale inflisse anche a San<br />
Cristoforo ferite gravissime: nell'estate del 1944 un<br />
bombardamento distrusse parzialmente l’abside, il coro, il<br />
lato destro della Chiesa e il campanile. Nel corso del<br />
dopoguerra e nei decenni successivi seguirono vari<br />
interventi di manuten-zione che, tuttavia, si rivelarono<br />
insufficienti, anche se consentirono la parziale riapertura<br />
dell’edificio al culto.<br />
Oggi, dopo l’opera di recupero (2004-2007/2008), il<br />
Tempio riacquista, accanto alla sua originaria funzione<br />
sacra, anche l’importante ruolo culturale di monumento<br />
fra i più significativi e preziosi del patrimonio storicoartistico<br />
ferrarese.<br />
Troviamo tracce ungheresi anche nel Castello degli<br />
Estensi e nella Cattedrale. Nel primo, visse il pittore<br />
della corte, Mihály Pannóniai (Michele Orango/Michele<br />
Pannonio) che soggiornò a Ferrara tra il 1415 ed il<br />
1465. Sue opere si trovano sia nel Castello che nel<br />
Duomo di Ferrara – però, come si vede sotto,<br />
purtroppo le informazioni destinate al pubblico non ne<br />
fanno cenno. –. Egli creò il ritratto di Borso d’Este<br />
all!entrata della Casa del Capitano. Alla Pinacoteca<br />
Municipale custodiscono due suoi quadri.<br />
Il Castello Estense viene considerato il monumento più<br />
rappresentativo della città, sorto nel 1385 e chiamato<br />
anche "Castello di San Michele" poiché la prima pietra è<br />
stata posata il 29 settembre, giorno appunto dedicato a<br />
San Michele. La costruzione, concepita inizialmente come<br />
fortezza militare, fu commissionata all'architetto Bartolino<br />
da Novara il quale, attorno alla già esistente Torre dei<br />
Leoni, vi costrì la nuova struttura dotata di mura<br />
OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l’Altrove A<strong>NN</strong>O XIII – <strong>NN</strong>. <strong>69</strong>/<strong>70</strong> <strong>LUGLIO</strong>-<strong>AGOSTO</strong>/<strong>SETTEMBRE</strong>-<strong>OTTOBRE</strong> <strong>2009</strong> 49