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NN. 69/70 LUGLIO-AGOSTO/SETTEMBRE-OTTOBRE 2009 - EPA

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macchiato di sangue e dalle ali le mancavano già molte<br />

piume. In quel momento la gru guardò verso la porta,<br />

scorse la mia madre che la spiava attraverso la fessura<br />

e mandò un grido acuto. Poi volò via attraverso la<br />

finestra aperta. Quando mi sentii quel grido mi<br />

precipitai nella stanza, pallido di terrore. Mi accorsi di<br />

mia madre che mi raccontò quello che era accaduto.<br />

Allora io corsi nel giardino e mi misi ad esplorare tutti<br />

gli alberi. Su uno di essi trovai una gru bianca, a cui le<br />

ali mutilate non avevano permesso di volare più<br />

lontano. Se ne stava lassù a morire di sfinimento. Piansi<br />

dal dispiacere, mi arrampicai sull’albero e la presi fra le<br />

braccia per accarezzare la gru morente. In quel<br />

momento la gru mi mormorò spirando: «Ti ricordi,<br />

Kotaro, della gru bianca alla quale un giorno salvasti la<br />

vita? Io venni da te per ricompensarti del tuo buon<br />

cuore. Ora la mia ultima ora è venuta. Abbi cura di<br />

nostro figlio.»<br />

Ornella Fiorini — Ostiglia (MN)<br />

SARES STA BEL<br />

Che bèl<br />

sarés a stà<br />

esar insiem<br />

par la stagiun<br />

dla mél<br />

quand ancora<br />

gh’éam da catàr sü<br />

tüti i fior<br />

longa li rii<br />

dal cör.<br />

*<br />

Ho caminà<br />

déntar<br />

al sogno<br />

n’ho catà sü<br />

al curşìn<br />

e da dir<br />

an gh’éra<br />

pü gnént<br />

ho scaldà<br />

li mé man<br />

e la mé ca’.<br />

Fui disperato… La seppellii nel giardino… Poi mutai il<br />

mio nome e da allora mi chiamo l’Umile Kotaro. Da quel<br />

momento tutti i giorni scendo in giardino con mio figlio,<br />

ed entrambi restiamo a lungo presso la tomba, a<br />

piangere mia moglie, l’Umile Komachi… Eh, quindi è<br />

questa la mia triste storia… Sarebbe proprio ora di<br />

prendere mio figlio per andare a trovare la sua tomba…<br />

Ma noi abbiamo fatto tanta confusione che ora faccio<br />

fatica a ritrovare il mio posto…» Kotaro concluse la sua<br />

lunga, triste storia.<br />

Sandy venne in suo aiuto indicando il volume dei<br />

«Racconti giapponesi» nel frattempo faticosamente<br />

ritrovato in quel gran disordine caotica causata dalla<br />

rivolta.<br />

Dal libro inedito scritto nel 1997. A quei tempi questo brano<br />

è già stato pubblicato sulla nostra rivista.<br />

13) Continua<br />

TRADURRE – TRADIRE – INTERPRETARE – TRAMANDARE<br />

– A cura di Meta Tabon –<br />

Ornella Fiorini — Ostiglia (MN)<br />

SAREBBE STATO BELLO<br />

Che bello<br />

sarebbe stato<br />

essere insieme<br />

nella stagione<br />

del miele/<br />

quando ancora<br />

dovevamo raccogliere<br />

tutti i fiori<br />

lungo le rive<br />

del cuore.<br />

42<br />

OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l’Altrove A<strong>NN</strong>O XIII – <strong>NN</strong>. <strong>69</strong>/<strong>70</strong> <strong>LUGLIO</strong>-<strong>AGOSTO</strong>/<strong>SETTEMBRE</strong>-<strong>OTTOBRE</strong> <strong>2009</strong><br />

*<br />

Ho camminato<br />

Dentro<br />

al sogno<br />

ne ho raccolto<br />

l’essenza<br />

e da dire<br />

non c’era<br />

più niente<br />

ho scaldato<br />

le mie mani<br />

e la mia casa.<br />

Traduzione © della stessa Autrice<br />

Nota: Le traduzioni ungheresi delle poesie Li paroli diti / Le parole dette e Na caminada diferenta /Una camminata<br />

differente - pubblicate sul ns. fascicolo precedente (v. pp. 43-44) - si leggono sulla rubrica «Appendice/Függelék».

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