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NN. 69/70 LUGLIO-AGOSTO/SETTEMBRE-OTTOBRE 2009 - EPA

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Tyrell had told me Rachael was special.<br />

No termination date. I didn’t know how<br />

long we’d have together. Who does?<br />

(Scena 35)<br />

Blade Runner mostra di essere costruito sulla base di<br />

una sapiente uniformazione alle regole di produzione<br />

holliwoodiane anche per quanto riguarda il terzo<br />

parametro strutturale che la Kozloff prende in<br />

considerazione, ossia “the kind and degree of<br />

coordination between the first-person narration and the<br />

represented action of the narrative” (Kozloff, 1988: 45).<br />

Mentre in generale la corrispondenza tra i due elementi<br />

può essere allentata e alterata tanto da compromettere<br />

agli occhi dello spettatore lo status del narratore VO,<br />

con effetti di ironia o perfino di aperta messa in<br />

discussione della sua affidabilità (Fink, 1982: 23-26;<br />

Kozloff, 1988: 102-126; Smoodin, 1983: 25-26), nel<br />

cinema holliwoodiano e in Blade Runner gli interventi<br />

del narratore sono perfettamente coordinati con quanto<br />

rappresentato attraverso la colonna visiva e il sonoro<br />

intradiegetico in termini sia di coerenza che di coesione<br />

narrativa, con un effetto di totale armonia di insieme<br />

che mira a coinvolgere e dirigere lo spettatore piuttosto<br />

che ad indurre l’apprezzamento da parte sua degli<br />

specifici contributi all’insieme. Con coerenza narrativa<br />

della narrazione VO indichiamo la sua qualità di<br />

comunicare informazioni che non contraddicono quanto<br />

mostrato e anzi lo avvalorano, eventualmente con<br />

effetti di ridondanza; si consideri in merito, per<br />

esempio, la scena della perquisizione dell’appartamento<br />

di Leon da parte di Deckard, in cui la coincidenza tra<br />

VO e immagini è portata all’estremo della<br />

corrispondenza puntuale tra le azioni mostrate e<br />

raccontate:<br />

I didn’t know whether Leon gave<br />

Holden a legit address but it was the<br />

only lead I had, so I checked it out.<br />

[Deckard entra nell’appartamento<br />

aprendo la porta d’ingresso.]<br />

Whatever was in the bathtub was not<br />

human. Replicants don’t have scales.<br />

[Deckard trova e raccoglie una scaglia<br />

dal fondo della vasca da bagno.]<br />

And family photos? Replicants didn’t<br />

have families either.<br />

[Deckard scopre delle fotografie dentro<br />

un cassetto.] (Scena 8)<br />

Ad un livello più generale nella struttura testuale del<br />

film, costituisce inoltre un’importante ragione di<br />

coerenza narrativa il fatto che la gran parte delle scene<br />

rappresentate presentano una netta focalizzazione<br />

interna (Genette, 1972: 236-242 e Rondolino, Tomasi,<br />

1995: 140-148) centrata sul personaggio di Deckard, a<br />

cui per l’appunto è in capo anche la narrazione<br />

omodiegetica VO.<br />

Con coesione narrativa indichiamo, complementarmente,<br />

la rispondenza degli interventi del narratore VO<br />

alla disposizione sintattica della narrazione complessiva,<br />

per cui, per esempio, internamente alla singola<br />

sequenza appena descritta la narrazione verbale e la<br />

rappresentazione visuale avanzano con lo stesso ritmo<br />

e alla stessa velocità, o ancora, al livello della<br />

successione ordinata delle diverse sequenze del film, è<br />

più probabile che un intervento riflessivo del narratore<br />

verbale si collochi in corrispondenza di una momento di<br />

rilassamento del ritmo diegetico, frapposto ad altri<br />

maggiormente concitati. Così accade quando Deckard,<br />

subito dopo aver drammaticamente confermato a<br />

Rachael i dubbi che essa iniziava a nutrire in merito alla<br />

sua identità di replicante e appena prima di scoprire tra<br />

le foto di Leon l’indizio che lo metterà sulle tracce di<br />

Zhora, riflette:<br />

Tyrell really did a job on Rachael. Right<br />

down to a snapshot of a mother she<br />

never had, a daughter she never was.<br />

Replicants weren’t supposed to have<br />

feelings. Neither were Blade Runners.<br />

What the hell was happening to me?<br />

Leon’s picture had to be as phony as<br />

Rachael’s. I didn’t know why a<br />

Replicant would collect photos. Maybe<br />

they were like Rachael, they needed<br />

memories (Scena 11)<br />

La sapiente convenzionalità delle scelte espressive<br />

che caratterizzano la narrazione VO in Blade Runner,<br />

nel senso di una adesione puntuale al modello canonico<br />

vigente nel sistema artistico culturale di appartenenza,<br />

appare anche ad una sua analisi sotto il profilo<br />

funzionale. Negli studi già citati di Guido Fink e Sarah<br />

Kozloff sono unanimemente indicate in particolare tre<br />

funzioni che tipicamente sono espletate dalla narrazione<br />

VO omodiegetica nei film americani in cui essa è<br />

adottata. Una prima funzione è quella di ricreare o<br />

evocare nel film, eventualmente riferendosi<br />

direttamente a quella effettivamente presente nel<br />

romanzo-source, come è il caso in molteplici<br />

adattamenti, una sorta di voce narrativa di tipo<br />

scritturale, che assecondi la tendenza, generalizzata al<br />

punto da divenire uno standard, secondo la quale<br />

“often audience are supposed to accept the stories as<br />

having been written” (Kozloff, 1988: 51). Le<br />

caratteristiche della narrazione VO, insomma, – lo stile,<br />

il tono, i contenuti – riproducono quelle di un narratore<br />

“per iscritto” romanzesco o, se si vuole, quelle dei<br />

numerosi narratori VO precedentemente manifestatisi<br />

con questa caratterizzazione e assurti a modello<br />

canonico. Il narratore omodiegetico di Blade Runner<br />

non è tratto, come si vedrà più approfonditamente nella<br />

prossima sezione, direttamente da Do Androids Dream<br />

of Electric Sheep? né da alcun altro romanzo, ma è<br />

decisamente, si consideri anche soltanto l’incipit già più<br />

volte citato, informato al modello letterario<br />

chandleresco della narrazione in prima persona tipica<br />

del noir letterario e cinematografico. Si tratta di una<br />

norma effettivamente riscontrabile nel sistema<br />

cinematografico e specificatamente caratterizzante il<br />

sottosistema del noir, così esplicitata dalla Kozloff:<br />

Adaptations of Eric Ambler’s, James M. Cain’s, or<br />

Raymond Chandler’s novels rank among the most well<br />

known voice-over films [...] Even noirs that came from<br />

original screenplays imitated the detective novels’<br />

distinctive narrative style. (Kozloff, 1988: 39-40)<br />

Una seconda importante funzionalità assegnata alla<br />

68<br />

OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l’Altrove A<strong>NN</strong>O XIII – <strong>NN</strong>. <strong>69</strong>/<strong>70</strong> <strong>LUGLIO</strong>-<strong>AGOSTO</strong>/<strong>SETTEMBRE</strong>-<strong>OTTOBRE</strong> <strong>2009</strong>

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