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Ruggero Bacone frate francescano fra i primi Alchimisti

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01/06/2012 - 18.06 <strong>Ruggero</strong> <strong>Bacone</strong> <strong><strong>fra</strong>te</strong> <strong><strong>fra</strong>ncescano</strong> <strong>fra</strong> i <strong>primi</strong> <strong>Alchimisti</strong><br />

disparati. Alcuni erano interessati dall'aspetto più scientifico o intimamente chimico, altri erano<br />

attratti invece dall'aspetto simbolico o filosofico.<br />

Per altri ancora si poteva aprire la possibilità di produrre farmaci realmente efficaci o una<br />

ricchezza enorme. È per questo motivo che l'Alchimia non può avere una trattazione univoca.<br />

Essa, anche se la sua struttura costitutiva principale non si è modificata, ha subito nel corso dei<br />

secoli varie modificazioni interpretative a seconda della cultura e delle motivazioni di chi l'ha<br />

praticata. Ogni alchimista ha voluto dare del proprio, ha aggiunto immagini non sempre<br />

coincidenti tra loro, e a volte ha detto e scritto tutto e il contrario di tutto, sempre combattuto<br />

dalla necessità di tenere nascosti ai "non iniziati" i segreti della "Grande Opera". Tutto ciò<br />

costituisce un aspetto particolarissimo e importante dell'Alchimia, che io trovo basilare, perché<br />

come gli alchimisti anche gli studiosi di Alchimia descrivono e definiscono la Tradizione<br />

Alchemica in base alle proprie inclinazioni e alle proprie tendenze culturali, ed è inevitabile che<br />

ciò avvenga, perché non esiste un'interpretazione "obbiettiva" dell'Alchimia. È indispensabile,<br />

nell'avvicinarsi ad essa, tener conto, contemporaneamente delle tre dimensioni di cui è composta:<br />

la dimensione scientifica, la dimensione psicologica e quella spirituale. L'Alchimia, infatti, per<br />

molti e forse anche per alcuni alchimisti, è soltanto l'Arte di fare l'oro o tuttalpiù un tentativo<br />

iniziale di una chimica irrazionale e magica. Ma se l'Alchimia non fosse altro che questo, in<br />

accordo con le parole di Mircea Eliade, non potremmo darle credito e, soprattutto,<br />

sottovaluteremmo l'intelligenza di chi per millenni ha vissuto per essa. Se l'oro fosse stato l'unico<br />

fine perseguito dagli <strong>Alchimisti</strong> non sarebbe possibile comprendere la loro pretesa saggezza.<br />

Sebbene, comunque, non sia possibile sapere con certezza quali siano le cause storiche che hanno<br />

determinato la nascita delle pratiche alchemiche, è certo però che l'Alchimia non si è costituita,<br />

come disciplina autonoma, partendo dall'intenzione di fabbricare l'oro. È noto infatti che, fin dal<br />

XIV secolo a. C., i popoli mesopotamici conoscevano le tecniche metallurgiche per raffinare l'oro.<br />

Pensare di collegare a questo una disciplina che ha ossessionato il mondo occidentale per<br />

duemila anni significa non solo dimenticare la straordinaria conoscenza che gli antichi avevano<br />

dei metalli, ma anche non riconoscere la serietà delle loro capacità intellettuali e spirituali. Il<br />

pensiero scientifico greco possedeva, come tutti noi sappiamo, una straordinaria capacità di<br />

sintesi e di analisi razionale, mentre ciò che colpisce di più nei testi alchemici è proprio l'assenza<br />

di spirito scientifico.<br />

Se dunque l'Alchimia non nasceva solo dal desiderio di produrre l'oro, né soltanto dalla ricerca<br />

scientifica, dove dobbiamo cercare le origini e le autentiche motivazioni di questa disciplina<br />

particolare? Essa, secondo un'interpretazione tra le più affascinanti<br />

proposta dallo storico delle religioni Mircea Eliade, sembra costituire<br />

il risultato dell'incontro di una corrente esoterica rappresentata dai<br />

Misteri, come il Neopitagorismo e il Neoorfismo, dall'Astrologia e<br />

dallo Gnosticismo, con le tradizioni delle tecniche metallurgiche più<br />

antiche dei Fabbri, legati magicamente al Cielo e alla Terra da<br />

conoscenze rivelate , e custodi dei segreti dei mestieri come è<br />

avvenuto anche in Cina con il Taoismo e in India con il Tantrismo. È,<br />

presumibilmente, nell'antica concezione della Terra Madre portatrice<br />

dei minerali 'embrioni' e soprattutto con il lavoro dell'uomo<br />

impegnato a estrarre i metalli dalla miniera, alla fusione e alla<br />

forgia che si deve cercare una delle fonti principali dell'Alchimia,<br />

perché l'uomo arcaico modificando con il fuoco la materia si<br />

sostituiva in qualche modo alla Madre Terra o, comunque, ne<br />

continuava l'Opera.<br />

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