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Ruggero Bacone frate francescano fra i primi Alchimisti

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01/06/2012 - 18.06 <strong>Ruggero</strong> <strong>Bacone</strong> <strong><strong>fra</strong>te</strong> <strong><strong>fra</strong>ncescano</strong> <strong>fra</strong> i <strong>primi</strong> <strong>Alchimisti</strong><br />

tornare ciò che era prima della corruzione, tramuta ciò che non è in ciò che dovrebbe essere.<br />

L'oro dei filosofi che rende ricchi i Saggi non è certamente l'oro con cui si coniano le monete".<br />

Sono uno studioso dell’alchimia<br />

medioevale.<br />

Mi occupo professionalmente di<br />

storia della filosofia medioevale e il<br />

mio campo dunque è una parte, un<br />

settore, un periodo di questa<br />

tradizione che, come l’introduzione<br />

di Mugnai ha mostrato, è molto<br />

ampia, multiforme e che favorisce<br />

approcci diversi, che quasi – direi -<br />

stimola la presa di posizione<br />

soggettiva dello studioso, della<br />

studiosa che l’affronta, tanto che io<br />

avevo scelto come motto per un mio<br />

libro sull’argomento una <strong>fra</strong>se di<br />

Carl Gustav Jung che dice<br />

"l’oggettività scientifica è il manto<br />

con cui l’occidente vela a se stesso il<br />

proprio cuore".<br />

Dunque non voglio presentarvi una visione ‘oggettiva’ dell’alchimia, ma quello che io ho trovato<br />

dentro a questa sapienza.<br />

Un altro grande psicologo del profondo del nostro tempo, James Hillman, scriveva una ventina di<br />

anni fa: "noi pecchiamo contro l’immaginazione ogni volta che interroghiamo un’immagine per<br />

conoscerne il significato pretendendo che le immagini siano tradotte in concetti".<br />

Tradurre immagine in concetti è una buona definizione per il lavoro filosofico soprattutto è una<br />

buona definizione della filosofia del tempo in cui l’alchimia ha conosciuto, nella nostra civiltà<br />

occidentale, il momento della sua massima fioritura: il Medioevo.<br />

Nell’età scolastica i filosofi, quelli ‘ufficiali’, quelli che stanno nei manuali di filosofia, definivano<br />

la filosofia come la astrazione delle verità universali dimostrabili che formavano il nucleo della<br />

dimostrazione, dalle immagini mentali, da quelli che loro chiamava noi fantasmi.<br />

Dunque definivano la filosofia come un abbandonare il campo delle immagini per approdare al<br />

campo dell’universale.<br />

Ora, anche gli alchimisti si definivano filosofi ma, come vedremo, intendevano questa definizione<br />

in senso molto diverso dai filosofi della Scolastica.<br />

Gli alchimisti cominciano a lasciare traccia di sé nella nostra cultura medioevale a partire dal<br />

XII secolo, quando i <strong>primi</strong> testi tradotti in latino dall’arabo introducono nell’occidente un sapere<br />

che viene recepito come novitas.<br />

Dall’arabo al latino si traducono in quell’epoca molti testi filosofici e scientifici, e quando si<br />

traduce – per esempio - un testo astronomico o astrologico si può risalire ad auctoritates dell’età<br />

classica per collocare questo sapere.<br />

Quando si traducono testi medici, anche lì ci sono autori della tarda anti chità che hanno<br />

costituito il solco di una tradizione.<br />

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