Ruggero Bacone frate francescano fra i primi Alchimisti
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01/06/2012 - 18.06 <strong>Ruggero</strong> <strong>Bacone</strong> <strong><strong>fra</strong>te</strong> <strong><strong>fra</strong>ncescano</strong> <strong>fra</strong> i <strong>primi</strong> <strong>Alchimisti</strong><br />
Riuscì a ottenere misure, notevolmente accurate,<br />
sia dell’anno tropico, che dell’anno siderale.<br />
Queste misurazioni di Copernico (e non la sua teori<br />
a), insieme ad altre carte astronomiche dell’epoca,<br />
furono usate per trovare l’elegante soluzione per la<br />
sistemazione del<br />
calendario,<br />
promulgata il 24°<br />
giorno di febbraio dell'A.D. 1582, con la bolla papale<br />
firmata dall’ottantenne papa Gregorio XIII.<br />
La riforma di Gregorio giunse, dopo che egli ebbe nominato<br />
un’apposita commissione, presie duta dal matematico<br />
bavarese Christopher Clavius, e grazie ad un medico<br />
italiano, Luigi Lilio, che effettivamente elaborò la soluzione.<br />
Luigi Lilio (A.D. 1510-1576) nacque a Ciro, in Calabria.<br />
Studiò medicina e astronomia, e morì prima che la sua riforma<br />
venisse accettata.<br />
Il gesuita Christopher Clavius (A.D. 1538-1612) fu l’uomo che difese le idee di Lilio. Fu<br />
devoto difensore dell’ipotesi tolemaica dell’universo, ma lavorò duramente per difendere e<br />
illustrare la riforma, rendendo possibile la sua diffusione, oltre il ristretto gruppo di paesi che,<br />
sin dall’inizio, la adottarono.<br />
Il documento più importante dell’intero processo di riforma, fu un manoscritto, scomparso<br />
senza lasciare traccia, di Luigi Lilio. Ci resta, però, un breve opuscolo pubblicato dalla<br />
commissione, intitolato Compendium novae rationis restituendi kalendarium, ovvero una<br />
sintesi della soluzione di Lilio.<br />
Fino ad allora, tutti gli studiosi (Copernico incluso), erano erroneamente convinti che, le<br />
diverse misurazioni ottenute nei secoli, dell’anno tropico, fossero da imputarsi al fatto che<br />
quest’ultimo è variabile.<br />
Lilio propose, pertan to, di servirsi di una valutazione media delle misurazioni dell’anno<br />
tropico, e di basarsi sulle Tavole Alfonsine, che, originariamente scritte nell'A.D. 1252, e<br />
aggiornate nel corso degli anni, includevano anche la misurazione di Copernico.<br />
Il valore medio delle misurazioni dell'anno tropico, chiamato anno alfonsino, che così si calcolò,<br />
risultò più corto, rispetto all'anno giuliano, della 134-esima parte di un giorno.<br />
Tale valore medio, divenne l’anno vero da impiegare, per colmare la differenza che esisteva<br />
con l’anno del calendario giuliano, lungo, come è noto, 365 giorni e 1/4.<br />
Dato che l'anno alfonsino è più corto, rispetto all'anno giuliano, della 134-esima parte di un<br />
giorno, ciò equivale a un giorno perduto ogni 134 anni giuliani.<br />
Lilio approssimò il risultato di 134 moltiplicato 3, ovvero 402, a 400. E concluse che, il<br />
calendario giuliano, perdeva 3 giorni ogni 400 anni.<br />
Quello che dunque si fece, fu, semplicemente, di lasciare immutato il calendario giuliano,<br />
là dove Cesare stabilì che, ad un ciclo di tre anni di 365 giorni, doveva seguire un anno<br />
bisestile di 366 giorni. Tranne ad imporre anche di eliminare 3 giorni ogni 400 anni, che si<br />
decise di togliere agli anni centenari non divisibili per 400.<br />
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