Ruggero Bacone frate francescano fra i primi Alchimisti
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01/06/2012 - 18.06 <strong>Ruggero</strong> <strong>Bacone</strong> <strong><strong>fra</strong>te</strong> <strong><strong>fra</strong>ncescano</strong> <strong>fra</strong> i <strong>primi</strong> <strong>Alchimisti</strong><br />
Salutiamo prima di ogni altro, con rispettosa ammirazione, il <strong><strong>fra</strong>te</strong> <strong><strong>fra</strong>ncescano</strong> RUGGERO<br />
BACONE, uno dei più vasti intelletti esistiti.<br />
"Questo <strong><strong>fra</strong>te</strong>, - scrive Luigi Figuier, - disconosciuto e orribilmente perseguitato mentre viveva, è<br />
la più grande figura scientifica dell'evo medio. Nessuno ha espiato più crudelmente di lui, la<br />
gloria di essere stato superiore a' suoi contemporanei e di aver preceduto di più secoli il cammino<br />
dello spirito umano. <strong>Ruggero</strong> <strong>Bacone</strong> trascorse gran parte della sua esistenza in prigione. Ora<br />
stette in una cella, dove, sottomesso a severa sorveglianza, non poté né scrivere né far calcoli<br />
senza destare sospetti, che diedero motivo a un aggravio di pena; ora in una prigione, dove subì i<br />
più vili e indegni trattamenti, come uno dei peggiori malfattori. E quale fu il suo delitto?<br />
L'ardente amore per gli studi e per l'indipendenza del pensiero".<br />
<strong>Ruggero</strong> <strong>Bacone</strong> nacque nel 1214 [a Ilchester], nella contea di Somerset. Dopo aver studiato<br />
all'università di Oxford, si recò a quella di Parigi, dove soggiornò fino al 1250. In quell'epoca<br />
tornò a Oxford e risolse di prendere l'abito <strong><strong>fra</strong>ncescano</strong>. Quella determinazione fu la causa di<br />
tutte le sue sventure.<br />
La con<strong><strong>fra</strong>te</strong>rnita dei <strong>fra</strong>ti cercanti non si componeva che d'individui votati all'umiltà e al digiuno,<br />
la più parte di bassa origine, convinti dell'infernalità di qualsiasi scienza. Sicché quando<br />
sorpresero il loro con<strong><strong>fra</strong>te</strong>llo, matematico e astronomo, a studiare perseverantemente Avicenna e<br />
gli autori arabi, quando lo sorpresero a eseguire ricerche di laboratorio, circondato da oggetti che<br />
li facevano rabbrividire, lo presero in antipatia.<br />
<strong>Bacone</strong> non conosceva la dissimulazione. Amante entusiasta della verità, osò proclamare essere<br />
l'esperienza e l'osservazione della natura le sole autorità invocabili nelle scienze. Allora il<br />
generale dell'ordine, san Bonaventura1, lo condannò a lasciare Oxford e ad esser imprigionato a<br />
Parigi, nel convento dei Francescani.<br />
Lo sventurato <strong>Bacone</strong>, [il Dottore ammirabile, Doctor Mirabilis, il fondatore del metodo<br />
sperimentale e il creatore dell'ottica, l'inventore della polvere da cannone e fors'anche del<br />
telescopio e degli occhiali per i presbiti], fu sottomesso colà a crudele sorveglianza. Non poteva<br />
inviare al di fuori nessuno dei suoi manoscritti. Grazie, però, a un <strong><strong>fra</strong>te</strong>, a lui affezionato in modo<br />
speciale, poté avvertire della sua prigionia il papa, allora Clemente IV, mente illuminata ma<br />
timida. Costui gli scrisse una lettera consolatoria (!) e, in cambio, gli chiese il libro che stava<br />
preparando. Malgrado l'assoluto isolamento in cui era, a furia di coraggio e di perseveranza, a<br />
dispetto delle dispute delle quali era oggetto, sebbene fosse stato sotto chiave, <strong>Bacone</strong> riuscì a<br />
comporre l'Opus majus ad Clementum quartum, cioè un in-folio di 477 pagine.<br />
Fra Giovanni, discepolo amatissimo del celebre alchimista, portò a Roma l'Opus Majus quando<br />
fu terminato, cioè nel 1267.<br />
L'anno stesso <strong>Bacone</strong> scrisse e spedì al papa l'Opus minus, seguito dal suo primo lavoro. Poi<br />
cominciò l'Opus tertium. Clemente IV risolve allora - nel 1287 - di dar l'ordine formale della<br />
scarcerazione dello sventurato fisico!<br />
Tornato a Oxford, <strong>Bacone</strong> pubblicò il Trattato di filosofia, nel quale attaccò vivamente il clero e i<br />
predicatori. Però Clemente IV era morto: lo sventurato <strong><strong>fra</strong>te</strong> fu carcerato nuovamente fino al<br />
1292.<br />
Le opere di <strong>Ruggero</strong> <strong>Bacone</strong> emanano, lo ripetiamo, da uno dei più vasti talenti, de' quali possa<br />
andare orgoglioso il mondo dei pensatori. Esse devono essere ammirate tanto più, in quanto che<br />
si sa in quali penose condizioni furono composte.<br />
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