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Ruggero Bacone frate francescano fra i primi Alchimisti

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01/06/2012 - 18.06 <strong>Ruggero</strong> <strong>Bacone</strong> <strong><strong>fra</strong>te</strong> <strong><strong>fra</strong>ncescano</strong> <strong>fra</strong> i <strong>primi</strong> <strong>Alchimisti</strong><br />

Roma -(Adnkronos) - Da oltre mezzo millennio esoteristi e crittografi tentano invano di svelare i<br />

segreti di uno scritto medioevale ricomparso per magia. Il destino delle carte segrete passa per<br />

Villa Mondragone a Frascati. Inattaccabile ai sistemi informatici, nella sua vetrina<br />

all’Università di Yale il libro del mistero aspetta chi sappia leggergli l’anima<br />

il codice. Ne esiste una copia sola al mondo e forse è l’ultimo enigma letterario della storia<br />

che resterà per sempre: il manoscritto Voynich (di cui si vede una pagina nella foto).<br />

Nessuno finora è riuscito a deci<strong>fra</strong>re questo codice medioevale che lungo i secoli ha<br />

portato per i campi anche i crittografi militari che in<strong>fra</strong>nsero i codici tedeschi e giapponesi<br />

durante la Seconda Guerra Mondiale. Il piccolo codice oscuro racconta di strani alberi e delle<br />

loro radici, che spesso hanno occhi. A strani segni mischia vegetali impossibili da identificare,<br />

mentre mostra un drago che divora una pianta. E ancora: cerchi con simboli sconosciuti,<br />

cadaveri femminili e scritte in lingue.<br />

Gallassie a spirale e diagrammi di costellazioni che non esistono. Nelle illustrazioni in<br />

inchiostro ad acqua dalle sfumature in verde e marrone, giallo, blu e rosso che<br />

compongono le sue sei sezioni del manoscritto più misterioso del tempo, ci sono anche donne<br />

nelle vasche e ninfe in tinozze, animali inesistenti e strane danze celesti.<br />

Vi si alternano in un gioco senza soluzione schizzi perfetti e a volte veloci, che sembrano usciti<br />

dalla china bizzarra di un dio perduto o forse di un bevitore. Il Voynich ha tutta l’aria di<br />

essere il manuale di un alchimista o un ghirigoro stenografico, per altri è invece un<br />

contributo alla medicina erboristica. Di certo gli ideogrammi rimandano ad altro da ciò che<br />

appare a prima vista. Il manoscritto ci<strong>fra</strong>to misura 225 per 160 mm, e con i suoi oltre 250.000<br />

caratteri ancora da comprendere, ha percorso un lungo cammino dalla sua composizione, che gli<br />

studiosi datano tra il 1470 e il 1608 e le ultime scoperte di Gordon Rugg, nel 2004.<br />

Ognuno vorrebbe avere la chiave idonea per penetrarne il messaggio. Invogliati all’impresa da<br />

una <strong>fra</strong>se del testo che, secondo l’interpretazione di William Newbold, recita: ''Mi hai dato<br />

molte porte''. Forse sono quelle della cabala e del mistero esoterico. Ma non e’ che mancato<br />

anche chi ha ‘scoperto’ tra questi fogli ricomparsi quasi per magia un contraccettivo orale a base<br />

di corteccia di pino e ‘olio di evonimo’.<br />

L’affascinante leggenda che cironda il tesoro letterario di questi 102 fogli rilegati, che sanno<br />

di zolfo e di coda del demonio, è stata popolata da una folla di personaggi interessanti: alcuni<br />

erano grigi trafficoni, altri geniali studiosi, collegati tutti all’intreccio piramidale di pagine<br />

scritte con testo scientifico o magico, in un linguaggio ci<strong>fra</strong>to, apparentemente basato su<br />

caratteri latini in minuscolo. Tra essi ci sono la regina Elisabetta d’Inghilterra, Pontanus e<br />

Rodolfo II.<br />

E ancora ebbero a che fare con il manoscritto misterioso il medico cieco di Praga, Marcus Marci,<br />

e Athanasius Kircher. Secondo altri il testo sarebbe invece frutto della mente geniale del monaco<br />

<strong><strong>fra</strong>ncescano</strong> <strong>Ruggero</strong> <strong>Bacone</strong>, compromessa da piu’ di dieci anni di isolamento in carcere. Altri<br />

vi hanno colto lo zampino di un ‘bambino’ prodigio che si chiamava Leonardo da Vinci. Mentre<br />

Johannes Marcus Marci avverte: ''Sfingi simili non obbediscono che al loro padrone''.<br />

Ma l’ipotesi più suggestiva resta quella secondo cui il manoscritto Voynich sia l’unico<br />

testo pervenutoci dei Catari, da molti ritenuti i veri custodi del Santo Graal. Questo<br />

documento sarebbe dunque l’unica copia di cio’ che rimane della loro lingua e dei loro segreti,<br />

intrecciati a doppio filo con il volto di Maria Maddalena e del suo sangue reale. C’è poi un alto<br />

mistero nel mistero: dal manoscritto mancano 8 fogli. Diverse pagine, inoltre, sono piegate e<br />

una volta aperte hanno la dimensione di una pagina doppia. Ve ne è perfino una, la più grande,<br />

che una volta dispiegata forma un solo grande foglio delle dimensioni di sei pagine.<br />

Analizzato già nel Rinascimento, il manoscritto scomparve nel 1666 per essere riscoperto<br />

nel 1912 secolo da un misterioso compratore, il libraio e antiquario Wilfred Michael Voynich. Il<br />

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